Solo qualche foto

(Vi consiglio la lettura dei post precedenti)

Qualche giorno dopo, chiamai Paolo; chiacchierammo un po’ ricordando l’episodio del cinema; lui sottolineo, più volte, come fosse stato colpito dal mio modo di affrontare la circostanza e si complimentò per come, nell’arco di pochi mesi, mi fossi trasformata in una vera zoccola.
Approfittando di quelle lusinghe, provai a lanciare l’offerta di un nuovo blitz al cinema, ma lui abbozzò una scusa per rimandare. Purtroppo il problema era sempre lo stesso: gli piaceva vedermi fare la troia, ma mi voleva solo per sé. Il suo atteggiamento contradditorio non mi piaceva ma, d’altra parte, gli dovevo molto; in fondo, se avevo scoperto il mio lato da troia, se avevo iniziato a vestirmi da zoccola era grazie a lui e a Mauri; e sempre grazie a loro avevo preso il primo cazzo nel culo e avevo bevuto la prima sborra; lui mi aveva fatto conoscere i ragazzi dal sabato e mi aveva portata al cinema.
Non dovevo essere troppo pressante, poi sarebbe stato lui a farmi qualche nuova proposta.

Così, tornai per un po’ di tempo a fare pompe al sabato pomeriggio.
Certo che, a parte un paio di casi, la qualità dei cazzi non è che fosse altissima; ma il vero problema era che i ragazzi, forse, erano un po’ giovani e timidi e oltre al pompino non si andava mai.
Alle volte mi domandavo perché mi accanissi ad andare al loro appuntamento, forse solo per l’emozione di farmi vedere vestita da zoccola e per stupirli un po’.

Poi provai a rimettere un annuncio su internet.
Come potete immaginare fu un mezzo flop; una miriade di appuntamenti, quasi tutti fiaschi. Solo Daniele si dimostrò un’occasione interessante: coetaneo, bruttino ma con un fisico notevole, più di un 1.85 mt, con un cazzo grosso e lungo e una cappella favolosa. Era sicuramente più grosso di quello di Enzo.
Viveva da solo in un bilocale. Era fidanzato ma, viste la sua virtù, le amiche non gli mancavano.
Ovviamente non gli restava molto tempo per me; così le rare volte in cui mi chiamava ne approfittavo sempre.
Ogni volta mi diceva che ero la sua alternativa alla palestra. In pratica ero il suo attrezzo.
E lui era il mio. Quando mi piantava il suo cazzo mi sembrava di avere un boa nel culo. Poi mi scopava come una furia per 10/15 minuti, insultandomi oscenamente, fino a riempirmi di sborra.
E alla fine mi “cacciava” di casa. Si, mi spingeva fuori, quasi senza lasciarmi il tempo di rivestirmi.
Le prime volte non compresi questo comportamento che, anzi, mi mortificava un po’. Poi me ne feci una ragione: in fondo, il suo cazzo meritava questo sacrificio, tant’è che successivamente non ci feci più caso; anzi, quando finiva di scoparmi, mi pulivo sommariamente dalla sua sborra e, infilate le mutandine, me ne andavo lasciandolo tutto sudato sul letto.
Il bilocale era in un vecchissimo palazzo di tre/quattro piani nella zona periferica di Collegno, muri fatiscenti, atrio imbrattato con scritte indecifrabili e scalini di pietra; i condomini, quasi tutti stranieri squattrinati o di passaggio, non sembravano farsi troppi problemi vedendomi uscire un po’ disordinata; le prime volte, mi affrettavo ad infilarmi la mini sul pianerottolo, poi, vista la situazione, iniziai a scendere direttamente in reggicalze e camicetta; trovavo la cosa molto eccitante tanto che il cazzo faticava a restare nascosto dal perizoma (che poi era trasparente, quindi era una preoccupazione superflua).

Anche con Enzo ci ritrovammo altre volte. Con lui il problema era il locale: bisognava attendere che avesse l’occasione di un appartamento disponibile. Peccato perché quel ragazzo mi piaceva proprio.
Gli raccontai l’esperienza al cinema sperando che mi accompagnasse ma, anche lui, dopo avermi definito una “ninfomane”, declinò.
Comunque, ad ogni incontro approfittavo per ricordargli la fantastica scopata con le barre. Un giorno mi chiamò raccontandomi che aveva parlato con “il tizio delle orge” per chiederle nuovamente in prestito e che quest’ultimo, invece, lo aveva esertato a combinare un incontro per conoscermi.
Non riuscii a nascondere il mio entusiasmo. Tuttavia Enzo mi spiegò che c’era un piccolo dettaglio: il tizio era piuttosto selettivo e voleva prima avere delle mie foto. Qualche s**tto me lo avevano fatto Maurizio e Paolo ma le immagini le avevano tenute loro.
Così qualche giorno dopo Enzo improvvisò un set in un grande alloggio in zona Politecnico che veniva usato come residence di lusso. Ricordo che la location era molto bella e arredata in modo moderno. Era oltre il decimo piano e aveva una vista incredibile.
Poco dopo essere entrati, Enzo mi chiese di iniziare a mettermi in posa. Era un po’ nervoso perché nella scelta del posto aveva un po’ azzardato.
“Artistiche o porno?” risposi. “Forse porno sono meglio” sorrise sornione.
Così mi svestii e mi misi in alcune pose osé sul divano. Enzo iniziò con qualche s**tto, dimostrando però di non essere un grande fotografo (in fondo non è che dovessimo fare un servizio).
Comunque la situazione era eccitante. “Dai pure spettacolo!” mi disse. Mi sfilai anche le mutandine e mi allargai il culo; ci misi subito dentro un paio di dita e iniziai a masturbarmi. Stavo già godendo e le foto avevano iniziato ad interessarmi di meno.
Credo che anche per Enzo fosse la stessa cosa.
“Per favore mi prendi il fallo nella borsetta?” gli chiesi con un cenno d’intesa.
Enzo lo trovò e commentò subito “Ma è enorme!”; in effetti era il più grosso che avevo (> 20 cm di lunghezza per 5 o 6 di diametro).
Pensai che lo porgesse e, invece, dopo avermi fatto segno di girarmi, me lo infilò dentro senza troppi complimenti; ora stavo godendo davvero.
“Stai godendo puttana?”. Credo che fosse la prima volta che mi offendeva.
“Allora lo sai che mi piace essere insultata!” esclamai.

Ancora alcuni s**tti. Nel frattempo, preso il controllo del dildo, iniziai a scoparmi. La posizione non era la più adatta così me lo sfilai e, dopo essermi guardata attorno, scelsi di andare in cucina dove salii sul tavolo. Li mi impalai di nuovo. Stavo davanti a Enzo a cosce large godendo come una porca. Mi piaceva guardarlo mentre mi guardava. E lui per un po’ restò al gioco: mi lasciò trastullare col dildo sorridendo ed incitandomi. Era la prima volta che non giocavamo al buio. “Non avevo notato che avessi un buco così largo!” commentò.
Io ormai ero partita. “Lubrificalo” gli chiesi. Lui prontamente tornò con la borsetta e il lubrificante. Io mi sfilai quasi tutto il fallo in modo da permettergli di spalmare l’olio su tutta la sua lunghezza. Quando Enzo finì l’operazione, mi lasciai andare; il dildo si infilò tutto dentro; ebbi un orgasmo e dal mio cazzo fiottò uno schizzo di sperma.
Enzo, che nel frattempo aveva tirato fuori il cazzo duro, disse un certo impaccio “Dai, scendi che ti rompo il culo”; che dolce, voleva umiliarmi ma era imbarazzato.

Obbedii. Gli chiesi di scoparmi davanti alla grande vetrata della sala.
Io ormai ero venuta, così ne approfittai per guardare tranquillamente la città dall’alto mentre lui, dietro, si affannava ad incularmi. Potevo sentire il suo uccellone esplorare il mio intestino; così rilassata, mi sembrava ancora più grosso, mi sembrava che dovesse uscirmi dalla bocca. Mi scopò per un po’ ripetendo ossessivamente un liberatorio “Sei una puttana!” e poi mi sborrò nel culo.
Ci pulimmo rapidamente, io mi ricomposi e, dopo aver controllato di non aver lasciato tracce ce ne andammo alla chetichella, come due ragazzini che hanno appena combinato una birichinata.

Ottenute le foto, ora dovevo solo sperare e attendere una telefonata.

L’idea di essere nuovamente soggiogata mi faceva girare la testa; per fortuna qualche giorno dopo il tizio mi chiamò. Luigi - così si chiamava l’amico di Enzo - mi fece subito un terzo grado; volle sapere tutto: le mie abitudini, le frequentazioni. Mi disse anche che aveva visto le mie foto.
Alla fine mi diede un appuntamento per il sabato successivo.






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Published by patriziatrv
6 years ago
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patriziatrv Publisher 6 years ago
to indisciplinata : Il prossimo sabato lo pubblicherò presto. Qualche giorno fa ho mandato una mail ad Enzo per chiedergli se le ha ancora.
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indisciplinata
indisciplinata 6 years ago
..... e attendiamo il prossimo Sabato allora ...... Ma queste foto esistono ancora ????
baci baci
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