COME SONO DIVENTATA UNA SERVA
COME SONO DIVENTATA SERVA
Un giorno dei tanti pieni di noia, passavo davanti a Berardo, quando notai il sorgere di due occhi neri che incrociavano i miei, nulla si intromise nello sguardo piĂą anonimo, sicuramente piĂą importante della mia vita.
Notai subito che al contrario di tutte delle altre occhiate curiose , questa , non solo era corrisposta e sostenuta, ma era dominata da Lei, una tigre di circa un metro e ottanta, vestita di nero, colore che era cornice ai sui capelli neri e occhi neri, braci di un inferno che presto avrei conosciuto.
La sua prima frase fu un piccolo aperitivo….
Che cosa guardi stronzo!
Nulla sei molto bella, scusa e girai le spalle per andare via.
Dove vai cretino, non hai le palle per conquistare la mia attenzione?
No, credo che oggi non è un giorno adatto, per conoscerci-
Si hai ragione, domani sarà sicuramente meglio, tieni questo è il mio indirizzo, se cerchi quello che penso domani alle 15 ti aspetto, se ho ragione troverai quello che vuoi.
La gente tanta, che praticava lo struscio, la nascose ai miei occhi, sparì, lasciandomi solo con una curiosità e una voglia matta di capire, una curiosità e una paura mi accompagnò, tutto il tempo.
Davanti a quel portone alle 14,55 mi domandavo se era giusto andare, ma sapevo che avrei bussato…
La porta, come in un film si aprì, ancor prima di sfiorare il campanello, avrei poi capito che c’era una telecamera.
Salendo delle scale approdai a un salone, stile liberty, mi veniva da pensare che il Vate avesse fatto da consulente, per l’arredamento.
Un forte profumo di incenso, avvalorò l’atmosfera Dannunziana, la mente intontita, mi faceva correre a cose puerili per allontanare eccitazione e paura, un pensiero mi faceva sorridere che il Vate si chiamasse Rapagnetta e che con questo nome sarebbe al massimo potuto essere un fornaio.
Ma subito tornai a me, la voce della bella sconosciuta mi arrivò come una feccia e fece subito centro,
Sei arrivato non meriti un sorriso avresti dovuto strisciare, ma non sei ancora in piedi?
Scusa, ma non ci siamo presentati io mi chiamo….
Non potei finire la frase che lei disse;
Lurida Serva ecco come ti chiami e io per te sarò la Divina Padrona, se non ti va bene la strada la conosci!
Ma io provai a dire..
Che io…… Lurida Serva, striscia e leccami i piedi, spogliati voglio vederti ai miei piedi nuda….
Ubbidiente e senza fiatare mi spogliai…
Sei vergine Lurida Troia? Intendo di culo zoccola…
Si…
Si? Si Divina Padrona!
Ricevetti la prima frustata…
Si Divina Padrona…
Bene ora guardami e ripeti che sei il mio giocattolo, servi solo per farmi godere, il mio cesso e che ubbidirai a ogni mio desiderio, ripeti e oltre a una frustata mi prese il viso tra le mani per sputarmi in faccia…
Godevo, godevo, non immaginavo mai di provare una attrazione per una donna così….
Ripetei tutto, a testa bassa sotto i sui piedi….
Dopo, un interminabile silenzio, sentì le mani della Divina Padrona che mi toccavano il cazzo, ma lo tirava come fosse una maniglia per farmi alzare, poi mi infilò una gabbia e con un lucchetto chiuse il tutto, poi con un calcio ordinò.
Ora vattene Lurida Serva, torna Venerdì alle 20 precise, non provare a toglierti la gabbia, per pisciare non hai problemi e lavala zoccola, non ti presentare che puzzi capito Troia, e depilati tutta!
Ora vattene, via che mi hai stancato!
Passai tre giorni, che ogni erezione era una sofferenza, non c’erano problemi, per orinare e pulire, ma per le erezioni un dolore…
Alle 19,30 ero già davanti al portone, vidi uscire un’ombra, veloce e furtiva, quindi alle otto ancora una volta appena avvicinai il dito al campanello il portone s**ttò e entrai…
Questa volta la Divina Padrona, era in piedi e disse subito;
Spogliati inginocchiati e fammi vedere… bene ti sei depilata, meriti un premio… e tirò fuori un preservativo pieno di sborra; lecca Lurida Troia, questa sborra è di un servo che ha fatto godere la Tua Padrona, e se la versò sui piedi…. Lecca veloce!
Leccai tutto, in mezzo ai diti e il salato e il profumo dei piedi mi fece impazzire….
Segue
COME SONO DIVENTATA UNA SERVA part 2
Hai leccato tutto lurida zoccola? Ora lecca bene il condom e infilatelo nel lurido buco del culo, da vergine che ti ritrovi!
Feci tutto come desiderava, misi un poco di malizia, nell’allargarmi il culo e infilarmi il preservativo, ne lascia un pezzettino di fuori….
Schifosa ora vestiti e vattene, mi hai stancato…
Mentre mi vestivo la Divina Padrona controllò la gabbia, al cazzo e con aria soddisfatta mi sorrise…
Torna domani Lurida, alle 16,00, ti apro, i vestiti li troverai fatti trovare pronta hai 10 minuti! Dimenticavo meriti un premio, vieni seguimi…
Non avevo mai visto le altre stanze, ma il tragitto fu breve, arrivammo al gabinetto, la Divina Padrona, mi indicò il bidè;
vedi troietta, qui faccio pisciare i miei schiavi, e gli faccio lavare il cazzo, lecca e pulisci, questo è il tuo premio….
Andai via con un sapore di umiliante gioia, la notte arrivata dalle montagne, mi faceva battere il cuore per il mattino che arrivando dal mare avrebbe portato a me un altro momento di una storia che mi stava prendendo….
Il domani mi arrivò dopo una notte di sogni, con il cazzo che scoppiava, nella gabbia.
Alle 16,00 allungai la mano e il portone s**ttò, entrai, il forte odore di incenso, ormai mi accoglieva, trovai un vestito nero, un paio di calze un perizoma, un reggiseno e una parrucca riccia bionda….
Infilai tutto, sapevo di avere solo 10 minuti e quindi dovetti domare la mia inesperienza nel vestirmi da donna e cercai di essere veloce….
La voce della Divina Padrona , gelò;
troia vieni qui in bagno, corri…
Entrai, non l’avevo mai vista nuda, era meravigliosamente immersa nella vasca, meravigliosa statua, i seni dolci scogli contornati dalla panna della schiuma, mi guardò;
Non guardare come un maschio tu sei una troia serva lurida!
Si alzò e mi disse di asciugarla, con un morbido lino, che appena arrivò a contatto della sua meravigliosa pelle, in trasparenza evidenziò le meravigliose forme .
Asciugandola mi tremavano le mani, il mio cazzo tirava e soffriva, a occhi bassi asciugavo era stupenda, meravigliosa…
Lurida, mi stai ancora guardando? Metti la testa nel cesso troia disubbidiente!
Ubbidendo, sentì il suo piede che mi spingeva il viso in fondo e la sua voce che mi ricordava che ero la sua troia il suo cesso.
Esci squallida troia, gira la testa e sostituisciti al cesso, apri la bocca, troia!
Alzò un gamba e l’appoggiò sul bordo, vidi la sua splendida fica, che si allargava, con le dita che si avvicinava alla mia bocca…
Un forte getto mi riempì la bocca, durò tanto da impedirmi di respirare e dovetti ingoiare, gran parte della pisciata.
Ora pulisci, con la lingua, non provare a infilarla dentro, perché ti frusto come una cagna…..
Inizia a leccare intorno, poi piano piano mi avvicinai, al centro, mentre leccavo, senti la Divina Padrona che mi cingeva il collo con un collare.
Questo è tuo, troia… mi sembra che hai leccato dentro?
Si stacco e tirandomi per il collare , mi fece scivolare ai suoi piedi, prese la frusta e iniziò a colpirmi..
Cagna disubbidiente, fai schifo cesso, troia e puttana ti faccio rompere il culo da un cane!
Urlavo pietà , cercando di baciare i piedi e questo la calmò.
Ora vattene spogliati e lascia tutto sulla tua cuccia, cagna lurida, ti chiamerò quando ho voglia… vattene schifosa, non servi nemmeno come cesso…
Uscendo dissi a me se non mi chiama? Lo desideravo? Si molto volevo sapere dove portava questo treno di lussuria….
Segue..
COME SONO DIVENTATA UNA SERVA part.3
I giorni passavano, ma nulla, la telefonata non arrivava, ogni tanto guardavo il mio povero cazzo imprigionato, la tentazione di rompere il lucchetto e quindi la catena che mi stava legando a lei era tanta, ma poi un cinguettio mi annunzio un messaggio Whats App….
Con il cuore in gola, leggo; Ore 16 Bar Camplone tavolo interno davanti ai bagni….
Avevo solo 15 minuti, mi precipitai e riuscì a arrivare, per paura di fare tardi e con la curiosità di rivederla, entrai e quasi travolsi un cameriere, che sorrise, ma chiaramente mi avrebbe preso a calci…
Lo sguardo, analizzo i due tavoli, ma di lei nessuna traccia, quando alle spalle sentii una voce con chiaro accento straniero maschile.
Ciao, ti aspettavo…
Mi voltai e vidi, un uomo un negro, la mia mente corse subito all’ombra che usciva dal portone, rimasi senza parole, immediatamente pensai ecco è finita mi ha cacciato o questo rivendica il suo ruolo, in tutti i casi, pensai di essere in un momento triste.
Poi le sue parole;
Siediti, prendi qualcosa?
Grazie nulla, avevo la gola secca….
La Divina Signora Padrona, mi ha inviato per prepararti per la prossima visita, io sono una Serva che ha salito tutti i gradini per arrivare al trono della Divina e ora stabilmente la servo, umiliandomi, anche per avere da Lei uno sguardo. Tu vuoi essere ancora una Lurida Serva?
Si sì lo voglio, dissi, palesemente felice…
Bene, in questa borsa troverai il tuo vestito definitivo, che devi mettere ogni volta che vieni convocata, inoltre, alcuni prodotti per truccarti, per permetterti di farlo con comodità , ti fornisco un telecomando, che apre il garage, dove entrando troverai un bagno e un armadietto, con scritto lurida serva, è il tuo, li appoggerai i tuoi indumenti, c’è anche il collare, ti vesti e ti trucchi, ti consiglio di truccarti da vera zoccola, e se vuoi un consiglio, depilati bene e con il rossetto evidenziati i capezzoli e il buco del culo.
Parlava e io ascoltavo, era un afro-europeo, un berbero forse, non certo bello, anzi comune a tanti, intanto lui continuava….
Ti dovrai scrivere, con questo pennarello, nero, Proprietà della Divina Padrona Lucilla….
Finalmente aveva un nome…. Lucilla, bello pensai.
Se non riesci a scriverlo ti posso aiutare, mentre diceva questo sentì un cinguettio di sms, ma non era il mio ma il suo infatti lo estrasse dalla tasca e i suoi occhi si illuminarono, nel mentre il successivo cinguettio di sms era del mio…
Leggi disse, sorridendo.
Aperta l’applicazione lessi; Lurida zoccola, per te non dovrebbe essere difficile ringraziare il mio Schiavo, di quanto sta facendo per te, quindi vai nel gabinetto e inginocchiati e fagli un bocchino, troia fallo godere!
Senza fiato, alzai gli occhi e vidi i suoi e il visore del suo telefono, che lo invitava a farsi spompinare da me, con la raccomandazione di conservare la verginità del mio culo….
Il Moro, così lessi che si chiamava su sms della Divina, aggiunse; hai già bevuto la mia sborra, troia, ora te la darò calda, calda, sono giorni che non sborro. Non ti posso rompere il culo, sei vergine, mi piacerebbe, ma forse la Divina te lo farà sfondare dal suo Alano, dicono che quando entra il cazzo di un cane si gonfia, poi sborra almeno tre o quattro volte, una serva una volta aveva il culo così sfondato che per riempirlo ci voleva un bottiglia di Cola...
Ahahahahah, rideva e toccandosi il cazzo mi disse vai che arrivo, naturalmente come sempre quella è la porta, questa la chiave della tua gabbia, puoi andartene….
Mi alzai e andai nel cesso, mi inginocchia e presto mi trovai in bocca un cazzone, per la veritĂ , aveva una grossa cappella, poi lo tolse e disse; leccami le palle, succhiacazzi da cesso, ti sarai girato tutti i bar della provincia a svuotare palle, ma come le verginelle hai conservato sano il culo.
Mentre parlava mi infilò una mano nella tuta, e arrivò al mio culo, il suo dito diritto mi entrò nel culo, e io ebbi un sussulto, tanto da ingoiare fino alle palle il cazzone.
Ti piacerebbe, girarti e prendertelo nel culo troia rispondi cagna!
Si, si mugolai, ormai senza ritegno, sfondami, allargami sono una lurida serva una troia….
Se la Divina lo desidera, ti porto dagli ambulanti, nella capanna in fondo alla spiaggia e ti faccio sfondare tutta, due cazzi per volta…
Iniziò a prendermi la testa, e quel rollè di carne mi inondò la bocca di sborra calda, tanta e la ingoiai senza ritegno, il mio primo pompino era finito.
Andando lascò cadere la borsa e il telecomando e mi sputò in faccia……
Segue
COME SONO DIVENTATA UNA SERVA part.4
Andava via il Moro e piano piano riprendevo la mia personalitĂ , mi chiedevo, come avevo potuto fare un pompino ad un altro uomo, desiderare di essere anche inculato, sfondato, violato.
La mia risposta fu una e unica, la Lurida Serva era una parte della mia persona, la parte piĂą lasciva, perversa, ma che piano piano adoravo, ma non desideravo che prendesse il sopra avvento su di me.
Usci per la strada, e mi incamminai verso l’auto che mi avrebbe portato a casa, dove pensai una bella doccia e poi a letto.
Il mattino puntuale arrivò dal mare, con un sole caldo, mi sveglia e avevo voglia di sborrare, notai sulle lenzuola nere, un paio di macchioline, colavo di desiderio, a quel punto si svegliò anche la Serva che
Leccò tutto avidamente e mentre lo faceva, ripensò al cazzone nero che gli aveva riempito la bocca, non potendosi, masturbare, iniziò prima con il dito a toccarsi il buco del culo, poi prese una spazzola che gli fece fare un sospiro appena gli allargò lo stretto buco.
Sentivo il buchetto allargarsi e intanto colavo sborra, sognavo la Divina Padrona Lucilla che mi inculava e che poi mi permetteva di leccarla, sognai anche di godere nella sua meravigliosa fica, ma un cinguettio del telefono mi disse; alle 17 pronta per le 17,30……….
Non diceva altro, mi ricomposi subito e pensai che avrei fatto una buona colazione, forse mi sarebbero servite tutte le mie energie, per essere una Lurida Serva…
Alle 17 ero nel garage, la porta si stava chiudendo alle mie spalle, una luce artificiale indicava un interruttore per la luce, illuminata la stanza, vidi il bagno di cui parlava il Moro.
Entrai, non era proprio un bagno di servizio, anzi era abbastanza carino, aperta la mia borsetta, inizia con le calze, mentre lo facevo controllai l’ora, e l’occhio mi andò su un clistere che era appoggiato, sulla vaschetta, per la doccia, capi subito a cosa serviva, poiché accanto c’era una bottiglia con scritto “olio di vasellina”.
Prima mi feci due o tre perette, di acqua tiepida e poi quando ormai il mio buco di culo rilasciava solo acqua bianca, inserì una mezza di olio di vasellina.
Colavo olio dal buco del culo, mentre il tempo passava inesorabile e mi affrettai a infilare, tanga reggiseno, e mi truccai, fondo tinta su tutto il corpo, rimmel e matita agli occhi e rossetto rosso fuoco, un grande problema furono le scarpe con i tacchi, barcollando mi avviai, verso il mio destino, anzi verso il destino della Lurida Serva.
Entrai e il profumo era cambiato, fragranze varie, accompagnavano il soggiorno, in fondo vidi Lei la Divina Padrona seduta su una poltrona rossa.
Vieni Lurida Serva, succhiacazzi… saluti e umiliati subito davanti alla Tua unica Padrona…
Mentre lo facevo mi ricordai che il Moro mi aveva omaggiato della scritta, proprietà della Padrona Lucilla, oltre che della sua sborra, e cercai di fargliela notare, ma Lei non se ne preoccupò, preferiva tenermi un piede in testa, dominante, mentre gli leccavo i piedi.
Sai, disse, oggi è un giorno importante per te lurida cagna di merda, sei veramente fortunata, sono indisposta.
Mentre lo diceva aprì le gambe e mostrò la fica gonfia, dove pendeva un filo bianco…
Toglilo, schifosa con la bocca, e pulisci, lecca tutto fammi sborrare con la lingua! Svelta troia…
Tirai il filo e uscì un Tampax, per fortuna pochissimo sporco, e inizia a leccare, prima intorno, come avevo capito che la Divina Padrona adorava, poi dentro fino a sentire un sapore di umori e mestruo che contrariamente a quanto pensai mi eccitò….
Arrivai con la lingua a pulire tutto e intanto la Divina Padrona, aveva iniziato a roteare il bacino, e mi sussurrava;
Brava zoccola, lecca, che poi trovo il modo di farti rompere il culo, dimmi puttana sei poi rimasta nei cessi del bar o sei andata a spompinare qualche camionista, sull’autostrada?
Sapevo che avrebbe goduto nel sentirmi, confessare, ma non parlai continuai a leccare, anzi per dimostrare quanto ero eccitata, ormai ero una serva, aumentai il ritmo, umori che colavano li ingoiavo, facendo sussultare la Divina Padrona, che aumentata la respirazione, mi diceva;
Puttana, fammi sentire come soffre il tuo cazzo….
La sua mano sentì il mio cazzo che colava, come una fontana rotta, e raccolta la sborra, nella mano, iniziò a allargarmi il buco del culo, l’olio non fece che aiutare il primo dito, poi il secondo e infine il terzo, ma a questo punto…
Un lungo sospiro, e un fiume di umori e mestruo, poi la Divina Padrona, urlo; godo, gooodoooo troia!
Subito si ricompose e mi schiaccio la testa sotto il piede, girati e fammi vedere il tuo buco di culo troia!
Così feci, allargai tutto come da lei ordinato, e ricominciò prima con un dito poi con due, tre, quattro e poi allentò e iniziò a fare su e giù con la punta delle dita, con l’altra mano la sentì armeggiare, sul mio cazzo incatenato, e finalmente, lo s**tto del lucchetto lo liberò...
Duro e gonfio, riprese timidamente, il suo posto nel mio corpo, la Divina Padrona, lo prese e come la coda di un cane lo fece uscire da dietro, per facilitarla, allargai le gambe…
Un piccolo succhio, sulla cappella mi fece, salire l’eccitazione e mugugnai di piacere…
Puttana, sei bagnata, disse, ma che cosa vorresti, lo sai che sto pensando come romperti il culo troia? Lo potevo prendere con la mano, ma per questo c’è tempo , vorresti ancora il cazzone dello schiavo? O preferisci il cane per perdere la verginità ? Oppure un paio di camionisti? Oppure una decina di cazzi neri? O vuoi la Tua Padrona zoccola?
Risposi, ma non riuscivo a nascondere l’eccitazione, pensai guardando la frusta, meglio non rischiare, e dissi; come desidera la mia Divina Padrona, io sono il suo giocattolo…
Risata, fragorosa e poi chiamò lo schiavo, vieni subito disse!
In un attimo pensai al suo cazzone nero che mi sfondava, e un poco godevo….
Portami, disse la Divina Padrona, il cazzo doppio che mi voglio divertire, avvicinandosi a me mi disse all’orecchio, tranquilla dopo ti faccio sfondare anche da lui, ma c’è tempo, troia… e rise
Lo schiavo arrivo, con un vassoio, in cui risaltava, un cazzo doppio con cinta , da una parte più grosso e insieme uno spry lubrificante….
Segue
COME SONO DIVENTATA UNA SERVA part.5
Il Moro si inginocchio, notai che era nudo e cosparso di olio, sembrava una statua che porgeva il vassoio, il suo cazzone gli penzolava, e il vassoio era all’altezza della testa che lo schiavo reclinava, in segno di sottomissione.
La Divina Padrona, prese in cazzone e ordinò allo schiavo di vestirla, mentre il Moro, la circondava, con la cinta, la Divina si cospargeva le mani con lo spray lubrificante, prima di riporlo sul vassoio, lo spruzzo sul cazzone che ormai era ritto e saldamente ancorato nella sua fica, schiaffeggio il Moro e gli diede un calcio, urlandogli, imbecille non sai nemmeno vestire la Padrona!
Ma ormai era fatta, pensai mi ero inginocchiato, con la testa sotto i piedi della Divina, attendevo di essere inculata, con quel palo….
Sentì un respiro accanto all’orecchio; Non pretenderai che io mi sposti per romperti quel lurido culo? Hai capito troia! disse la Divina alzando la voce.
Mi girai e alzando il mio culo all’altezza del suo cazzo, con le mani me lo allargai, attendevo l’ariete che mi avrebbe sverginato, ma non arrivava, arrivò invece una frustata, sul buco del culo e un altro ordine perentorio;
Merda, troia, cagna, devi implorare la Tua Padrona per essere inculata, sei solo una zoccola in calore… allora?
Con voce tremante, iniziai a implorare; Divina Unica Dea Padrona, la tua lurida serva, ti implora di non usarla come un cesso, ma di permettergli di donarti a Te Unica Padrona la sua verginità , che sarà utile solo a farti godere, se lo desideri, questo è il mio lurido buco di culo…
Silenzio e senti muovere la Divina, che si adagiò sul suo triclinio, e colpendomi dolcemente con la frusta disse; vieni cagna devota, inculati siediti su questo palo, lo voglio vedere entrare fino alle palle nel Tuo culo di troia…
Mi alzai e ricordai di trattenere il respiro, dilatai al massimo il buco del culo e senti la cappella entrare, un forte ma secco dolore, mi fece scorrere un brivido sulla schiena, con la coda dell’occhio vidi nello specchio il Moro che si era preso in cazzo in mano e se lo menava, mentre il mio buco di culo si ingoiava i 30 cm di cazzo della Padrona.
Lentamente entrava, pensavo che il dolore sarebbe aumentato, invece poi, vuoi perché ormai mi ero sverginato, vuoi perché iniziavo a sentire uno strano e a me sconosciuto piacere, che mi corrispondeva dal buco del culo al cazzo, inizia a fare su e giù, e sentì la Padrona che compiaciuta diceva; troia e puttana nata, godrai con il culo, come una vera serva….
Poi si girò e disse al Moro di succhiarmi il cazzo, meglio di come glielo avevo succhiato io….
A me sussurrò, se gli godi in bocca ti spello a frustate, devi godere quando te lo permetto io, capito!
Dissi sì e mentre rispondevo, il Moro inizio a leccarmi il cazzo da sotto coglioni, ciucciati meticolosamente, cappella, lavata con la lingua, e infine un forte caldo la sua bocca aveva ingoiato tutto il cazzo, sentivo la gola.
Questo Moro era veramente, un campione, al secondo succhio, stavo per scoppiare, per fortuna, mi eccitai tanto da dilatare al massimo il mio buco del culo, quindi raggiunsi il pieno di cazzo in culo fino alle palle, mi ero impalato, tutto, tanto che la Padrona aveva ricevuto anche lei un piacevole contraccolpo, a me il completo dilatamento del culo evitò di sborrare.
La Padrona disse, al Moro di stendersi sul tappeto e mi ordinò, senza togliermi il cazzo dal culo di fare un 69 con il Moro.
Mi trovai di nuovo la bocca piena del cazzone del Moro, ma questa volta avevo anche il culo pieno.
La Padrona, stantuffava, nel mio culo e per godersi al massimo il su e giù, faceva allargare il culo e lubrificare il buco dal Moro che ora sbocchinava, con maggior vigore, forse si voleva godere le mie frustate…
La Padrona si alzò e ci lasciò a spompinarci , credo dai suoi gridolini, che aveva goduto, si avvicinò al mio buco di culo, che il Moro teneva dilatato e disse, non credo che il mio cane ti basterebbe, ti ci vuole un cavallo… e sento la sua mano entrarmi nel culo, ormai godevo e non ce la facevo più, il Moro mi ingoiava il cazzo, la Padrona, mi massaggiava la prostata, ma avvenne il miracolo….
Un fiotto, ma che fiotto un gaiser di sborra usci dal cazzone nero del Moro, la Padrona, mi prese subito per i capelli, appena comprese quello che avveniva e disse; non bere troia che ti spello le chiappe!
Con la bocca chiusa e piena di sborra, attendevo ordini…….
Segue
Un giorno dei tanti pieni di noia, passavo davanti a Berardo, quando notai il sorgere di due occhi neri che incrociavano i miei, nulla si intromise nello sguardo piĂą anonimo, sicuramente piĂą importante della mia vita.
Notai subito che al contrario di tutte delle altre occhiate curiose , questa , non solo era corrisposta e sostenuta, ma era dominata da Lei, una tigre di circa un metro e ottanta, vestita di nero, colore che era cornice ai sui capelli neri e occhi neri, braci di un inferno che presto avrei conosciuto.
La sua prima frase fu un piccolo aperitivo….
Che cosa guardi stronzo!
Nulla sei molto bella, scusa e girai le spalle per andare via.
Dove vai cretino, non hai le palle per conquistare la mia attenzione?
No, credo che oggi non è un giorno adatto, per conoscerci-
Si hai ragione, domani sarà sicuramente meglio, tieni questo è il mio indirizzo, se cerchi quello che penso domani alle 15 ti aspetto, se ho ragione troverai quello che vuoi.
La gente tanta, che praticava lo struscio, la nascose ai miei occhi, sparì, lasciandomi solo con una curiosità e una voglia matta di capire, una curiosità e una paura mi accompagnò, tutto il tempo.
Davanti a quel portone alle 14,55 mi domandavo se era giusto andare, ma sapevo che avrei bussato…
La porta, come in un film si aprì, ancor prima di sfiorare il campanello, avrei poi capito che c’era una telecamera.
Salendo delle scale approdai a un salone, stile liberty, mi veniva da pensare che il Vate avesse fatto da consulente, per l’arredamento.
Un forte profumo di incenso, avvalorò l’atmosfera Dannunziana, la mente intontita, mi faceva correre a cose puerili per allontanare eccitazione e paura, un pensiero mi faceva sorridere che il Vate si chiamasse Rapagnetta e che con questo nome sarebbe al massimo potuto essere un fornaio.
Ma subito tornai a me, la voce della bella sconosciuta mi arrivò come una feccia e fece subito centro,
Sei arrivato non meriti un sorriso avresti dovuto strisciare, ma non sei ancora in piedi?
Scusa, ma non ci siamo presentati io mi chiamo….
Non potei finire la frase che lei disse;
Lurida Serva ecco come ti chiami e io per te sarò la Divina Padrona, se non ti va bene la strada la conosci!
Ma io provai a dire..
Che io…… Lurida Serva, striscia e leccami i piedi, spogliati voglio vederti ai miei piedi nuda….
Ubbidiente e senza fiatare mi spogliai…
Sei vergine Lurida Troia? Intendo di culo zoccola…
Si…
Si? Si Divina Padrona!
Ricevetti la prima frustata…
Si Divina Padrona…
Bene ora guardami e ripeti che sei il mio giocattolo, servi solo per farmi godere, il mio cesso e che ubbidirai a ogni mio desiderio, ripeti e oltre a una frustata mi prese il viso tra le mani per sputarmi in faccia…
Godevo, godevo, non immaginavo mai di provare una attrazione per una donna così….
Ripetei tutto, a testa bassa sotto i sui piedi….
Dopo, un interminabile silenzio, sentì le mani della Divina Padrona che mi toccavano il cazzo, ma lo tirava come fosse una maniglia per farmi alzare, poi mi infilò una gabbia e con un lucchetto chiuse il tutto, poi con un calcio ordinò.
Ora vattene Lurida Serva, torna Venerdì alle 20 precise, non provare a toglierti la gabbia, per pisciare non hai problemi e lavala zoccola, non ti presentare che puzzi capito Troia, e depilati tutta!
Ora vattene, via che mi hai stancato!
Passai tre giorni, che ogni erezione era una sofferenza, non c’erano problemi, per orinare e pulire, ma per le erezioni un dolore…
Alle 19,30 ero già davanti al portone, vidi uscire un’ombra, veloce e furtiva, quindi alle otto ancora una volta appena avvicinai il dito al campanello il portone s**ttò e entrai…
Questa volta la Divina Padrona, era in piedi e disse subito;
Spogliati inginocchiati e fammi vedere… bene ti sei depilata, meriti un premio… e tirò fuori un preservativo pieno di sborra; lecca Lurida Troia, questa sborra è di un servo che ha fatto godere la Tua Padrona, e se la versò sui piedi…. Lecca veloce!
Leccai tutto, in mezzo ai diti e il salato e il profumo dei piedi mi fece impazzire….
Segue
COME SONO DIVENTATA UNA SERVA part 2
Hai leccato tutto lurida zoccola? Ora lecca bene il condom e infilatelo nel lurido buco del culo, da vergine che ti ritrovi!
Feci tutto come desiderava, misi un poco di malizia, nell’allargarmi il culo e infilarmi il preservativo, ne lascia un pezzettino di fuori….
Schifosa ora vestiti e vattene, mi hai stancato…
Mentre mi vestivo la Divina Padrona controllò la gabbia, al cazzo e con aria soddisfatta mi sorrise…
Torna domani Lurida, alle 16,00, ti apro, i vestiti li troverai fatti trovare pronta hai 10 minuti! Dimenticavo meriti un premio, vieni seguimi…
Non avevo mai visto le altre stanze, ma il tragitto fu breve, arrivammo al gabinetto, la Divina Padrona, mi indicò il bidè;
vedi troietta, qui faccio pisciare i miei schiavi, e gli faccio lavare il cazzo, lecca e pulisci, questo è il tuo premio….
Andai via con un sapore di umiliante gioia, la notte arrivata dalle montagne, mi faceva battere il cuore per il mattino che arrivando dal mare avrebbe portato a me un altro momento di una storia che mi stava prendendo….
Il domani mi arrivò dopo una notte di sogni, con il cazzo che scoppiava, nella gabbia.
Alle 16,00 allungai la mano e il portone s**ttò, entrai, il forte odore di incenso, ormai mi accoglieva, trovai un vestito nero, un paio di calze un perizoma, un reggiseno e una parrucca riccia bionda….
Infilai tutto, sapevo di avere solo 10 minuti e quindi dovetti domare la mia inesperienza nel vestirmi da donna e cercai di essere veloce….
La voce della Divina Padrona , gelò;
troia vieni qui in bagno, corri…
Entrai, non l’avevo mai vista nuda, era meravigliosamente immersa nella vasca, meravigliosa statua, i seni dolci scogli contornati dalla panna della schiuma, mi guardò;
Non guardare come un maschio tu sei una troia serva lurida!
Si alzò e mi disse di asciugarla, con un morbido lino, che appena arrivò a contatto della sua meravigliosa pelle, in trasparenza evidenziò le meravigliose forme .
Asciugandola mi tremavano le mani, il mio cazzo tirava e soffriva, a occhi bassi asciugavo era stupenda, meravigliosa…
Lurida, mi stai ancora guardando? Metti la testa nel cesso troia disubbidiente!
Ubbidendo, sentì il suo piede che mi spingeva il viso in fondo e la sua voce che mi ricordava che ero la sua troia il suo cesso.
Esci squallida troia, gira la testa e sostituisciti al cesso, apri la bocca, troia!
Alzò un gamba e l’appoggiò sul bordo, vidi la sua splendida fica, che si allargava, con le dita che si avvicinava alla mia bocca…
Un forte getto mi riempì la bocca, durò tanto da impedirmi di respirare e dovetti ingoiare, gran parte della pisciata.
Ora pulisci, con la lingua, non provare a infilarla dentro, perché ti frusto come una cagna…..
Inizia a leccare intorno, poi piano piano mi avvicinai, al centro, mentre leccavo, senti la Divina Padrona che mi cingeva il collo con un collare.
Questo è tuo, troia… mi sembra che hai leccato dentro?
Si stacco e tirandomi per il collare , mi fece scivolare ai suoi piedi, prese la frusta e iniziò a colpirmi..
Cagna disubbidiente, fai schifo cesso, troia e puttana ti faccio rompere il culo da un cane!
Urlavo pietà , cercando di baciare i piedi e questo la calmò.
Ora vattene spogliati e lascia tutto sulla tua cuccia, cagna lurida, ti chiamerò quando ho voglia… vattene schifosa, non servi nemmeno come cesso…
Uscendo dissi a me se non mi chiama? Lo desideravo? Si molto volevo sapere dove portava questo treno di lussuria….
Segue..
COME SONO DIVENTATA UNA SERVA part.3
I giorni passavano, ma nulla, la telefonata non arrivava, ogni tanto guardavo il mio povero cazzo imprigionato, la tentazione di rompere il lucchetto e quindi la catena che mi stava legando a lei era tanta, ma poi un cinguettio mi annunzio un messaggio Whats App….
Con il cuore in gola, leggo; Ore 16 Bar Camplone tavolo interno davanti ai bagni….
Avevo solo 15 minuti, mi precipitai e riuscì a arrivare, per paura di fare tardi e con la curiosità di rivederla, entrai e quasi travolsi un cameriere, che sorrise, ma chiaramente mi avrebbe preso a calci…
Lo sguardo, analizzo i due tavoli, ma di lei nessuna traccia, quando alle spalle sentii una voce con chiaro accento straniero maschile.
Ciao, ti aspettavo…
Mi voltai e vidi, un uomo un negro, la mia mente corse subito all’ombra che usciva dal portone, rimasi senza parole, immediatamente pensai ecco è finita mi ha cacciato o questo rivendica il suo ruolo, in tutti i casi, pensai di essere in un momento triste.
Poi le sue parole;
Siediti, prendi qualcosa?
Grazie nulla, avevo la gola secca….
La Divina Signora Padrona, mi ha inviato per prepararti per la prossima visita, io sono una Serva che ha salito tutti i gradini per arrivare al trono della Divina e ora stabilmente la servo, umiliandomi, anche per avere da Lei uno sguardo. Tu vuoi essere ancora una Lurida Serva?
Si sì lo voglio, dissi, palesemente felice…
Bene, in questa borsa troverai il tuo vestito definitivo, che devi mettere ogni volta che vieni convocata, inoltre, alcuni prodotti per truccarti, per permetterti di farlo con comodità , ti fornisco un telecomando, che apre il garage, dove entrando troverai un bagno e un armadietto, con scritto lurida serva, è il tuo, li appoggerai i tuoi indumenti, c’è anche il collare, ti vesti e ti trucchi, ti consiglio di truccarti da vera zoccola, e se vuoi un consiglio, depilati bene e con il rossetto evidenziati i capezzoli e il buco del culo.
Parlava e io ascoltavo, era un afro-europeo, un berbero forse, non certo bello, anzi comune a tanti, intanto lui continuava….
Ti dovrai scrivere, con questo pennarello, nero, Proprietà della Divina Padrona Lucilla….
Finalmente aveva un nome…. Lucilla, bello pensai.
Se non riesci a scriverlo ti posso aiutare, mentre diceva questo sentì un cinguettio di sms, ma non era il mio ma il suo infatti lo estrasse dalla tasca e i suoi occhi si illuminarono, nel mentre il successivo cinguettio di sms era del mio…
Leggi disse, sorridendo.
Aperta l’applicazione lessi; Lurida zoccola, per te non dovrebbe essere difficile ringraziare il mio Schiavo, di quanto sta facendo per te, quindi vai nel gabinetto e inginocchiati e fagli un bocchino, troia fallo godere!
Senza fiato, alzai gli occhi e vidi i suoi e il visore del suo telefono, che lo invitava a farsi spompinare da me, con la raccomandazione di conservare la verginità del mio culo….
Il Moro, così lessi che si chiamava su sms della Divina, aggiunse; hai già bevuto la mia sborra, troia, ora te la darò calda, calda, sono giorni che non sborro. Non ti posso rompere il culo, sei vergine, mi piacerebbe, ma forse la Divina te lo farà sfondare dal suo Alano, dicono che quando entra il cazzo di un cane si gonfia, poi sborra almeno tre o quattro volte, una serva una volta aveva il culo così sfondato che per riempirlo ci voleva un bottiglia di Cola...
Ahahahahah, rideva e toccandosi il cazzo mi disse vai che arrivo, naturalmente come sempre quella è la porta, questa la chiave della tua gabbia, puoi andartene….
Mi alzai e andai nel cesso, mi inginocchia e presto mi trovai in bocca un cazzone, per la veritĂ , aveva una grossa cappella, poi lo tolse e disse; leccami le palle, succhiacazzi da cesso, ti sarai girato tutti i bar della provincia a svuotare palle, ma come le verginelle hai conservato sano il culo.
Mentre parlava mi infilò una mano nella tuta, e arrivò al mio culo, il suo dito diritto mi entrò nel culo, e io ebbi un sussulto, tanto da ingoiare fino alle palle il cazzone.
Ti piacerebbe, girarti e prendertelo nel culo troia rispondi cagna!
Si, si mugolai, ormai senza ritegno, sfondami, allargami sono una lurida serva una troia….
Se la Divina lo desidera, ti porto dagli ambulanti, nella capanna in fondo alla spiaggia e ti faccio sfondare tutta, due cazzi per volta…
Iniziò a prendermi la testa, e quel rollè di carne mi inondò la bocca di sborra calda, tanta e la ingoiai senza ritegno, il mio primo pompino era finito.
Andando lascò cadere la borsa e il telecomando e mi sputò in faccia……
Segue
COME SONO DIVENTATA UNA SERVA part.4
Andava via il Moro e piano piano riprendevo la mia personalitĂ , mi chiedevo, come avevo potuto fare un pompino ad un altro uomo, desiderare di essere anche inculato, sfondato, violato.
La mia risposta fu una e unica, la Lurida Serva era una parte della mia persona, la parte piĂą lasciva, perversa, ma che piano piano adoravo, ma non desideravo che prendesse il sopra avvento su di me.
Usci per la strada, e mi incamminai verso l’auto che mi avrebbe portato a casa, dove pensai una bella doccia e poi a letto.
Il mattino puntuale arrivò dal mare, con un sole caldo, mi sveglia e avevo voglia di sborrare, notai sulle lenzuola nere, un paio di macchioline, colavo di desiderio, a quel punto si svegliò anche la Serva che
Leccò tutto avidamente e mentre lo faceva, ripensò al cazzone nero che gli aveva riempito la bocca, non potendosi, masturbare, iniziò prima con il dito a toccarsi il buco del culo, poi prese una spazzola che gli fece fare un sospiro appena gli allargò lo stretto buco.
Sentivo il buchetto allargarsi e intanto colavo sborra, sognavo la Divina Padrona Lucilla che mi inculava e che poi mi permetteva di leccarla, sognai anche di godere nella sua meravigliosa fica, ma un cinguettio del telefono mi disse; alle 17 pronta per le 17,30……….
Non diceva altro, mi ricomposi subito e pensai che avrei fatto una buona colazione, forse mi sarebbero servite tutte le mie energie, per essere una Lurida Serva…
Alle 17 ero nel garage, la porta si stava chiudendo alle mie spalle, una luce artificiale indicava un interruttore per la luce, illuminata la stanza, vidi il bagno di cui parlava il Moro.
Entrai, non era proprio un bagno di servizio, anzi era abbastanza carino, aperta la mia borsetta, inizia con le calze, mentre lo facevo controllai l’ora, e l’occhio mi andò su un clistere che era appoggiato, sulla vaschetta, per la doccia, capi subito a cosa serviva, poiché accanto c’era una bottiglia con scritto “olio di vasellina”.
Prima mi feci due o tre perette, di acqua tiepida e poi quando ormai il mio buco di culo rilasciava solo acqua bianca, inserì una mezza di olio di vasellina.
Colavo olio dal buco del culo, mentre il tempo passava inesorabile e mi affrettai a infilare, tanga reggiseno, e mi truccai, fondo tinta su tutto il corpo, rimmel e matita agli occhi e rossetto rosso fuoco, un grande problema furono le scarpe con i tacchi, barcollando mi avviai, verso il mio destino, anzi verso il destino della Lurida Serva.
Entrai e il profumo era cambiato, fragranze varie, accompagnavano il soggiorno, in fondo vidi Lei la Divina Padrona seduta su una poltrona rossa.
Vieni Lurida Serva, succhiacazzi… saluti e umiliati subito davanti alla Tua unica Padrona…
Mentre lo facevo mi ricordai che il Moro mi aveva omaggiato della scritta, proprietà della Padrona Lucilla, oltre che della sua sborra, e cercai di fargliela notare, ma Lei non se ne preoccupò, preferiva tenermi un piede in testa, dominante, mentre gli leccavo i piedi.
Sai, disse, oggi è un giorno importante per te lurida cagna di merda, sei veramente fortunata, sono indisposta.
Mentre lo diceva aprì le gambe e mostrò la fica gonfia, dove pendeva un filo bianco…
Toglilo, schifosa con la bocca, e pulisci, lecca tutto fammi sborrare con la lingua! Svelta troia…
Tirai il filo e uscì un Tampax, per fortuna pochissimo sporco, e inizia a leccare, prima intorno, come avevo capito che la Divina Padrona adorava, poi dentro fino a sentire un sapore di umori e mestruo che contrariamente a quanto pensai mi eccitò….
Arrivai con la lingua a pulire tutto e intanto la Divina Padrona, aveva iniziato a roteare il bacino, e mi sussurrava;
Brava zoccola, lecca, che poi trovo il modo di farti rompere il culo, dimmi puttana sei poi rimasta nei cessi del bar o sei andata a spompinare qualche camionista, sull’autostrada?
Sapevo che avrebbe goduto nel sentirmi, confessare, ma non parlai continuai a leccare, anzi per dimostrare quanto ero eccitata, ormai ero una serva, aumentai il ritmo, umori che colavano li ingoiavo, facendo sussultare la Divina Padrona, che aumentata la respirazione, mi diceva;
Puttana, fammi sentire come soffre il tuo cazzo….
La sua mano sentì il mio cazzo che colava, come una fontana rotta, e raccolta la sborra, nella mano, iniziò a allargarmi il buco del culo, l’olio non fece che aiutare il primo dito, poi il secondo e infine il terzo, ma a questo punto…
Un lungo sospiro, e un fiume di umori e mestruo, poi la Divina Padrona, urlo; godo, gooodoooo troia!
Subito si ricompose e mi schiaccio la testa sotto il piede, girati e fammi vedere il tuo buco di culo troia!
Così feci, allargai tutto come da lei ordinato, e ricominciò prima con un dito poi con due, tre, quattro e poi allentò e iniziò a fare su e giù con la punta delle dita, con l’altra mano la sentì armeggiare, sul mio cazzo incatenato, e finalmente, lo s**tto del lucchetto lo liberò...
Duro e gonfio, riprese timidamente, il suo posto nel mio corpo, la Divina Padrona, lo prese e come la coda di un cane lo fece uscire da dietro, per facilitarla, allargai le gambe…
Un piccolo succhio, sulla cappella mi fece, salire l’eccitazione e mugugnai di piacere…
Puttana, sei bagnata, disse, ma che cosa vorresti, lo sai che sto pensando come romperti il culo troia? Lo potevo prendere con la mano, ma per questo c’è tempo , vorresti ancora il cazzone dello schiavo? O preferisci il cane per perdere la verginità ? Oppure un paio di camionisti? Oppure una decina di cazzi neri? O vuoi la Tua Padrona zoccola?
Risposi, ma non riuscivo a nascondere l’eccitazione, pensai guardando la frusta, meglio non rischiare, e dissi; come desidera la mia Divina Padrona, io sono il suo giocattolo…
Risata, fragorosa e poi chiamò lo schiavo, vieni subito disse!
In un attimo pensai al suo cazzone nero che mi sfondava, e un poco godevo….
Portami, disse la Divina Padrona, il cazzo doppio che mi voglio divertire, avvicinandosi a me mi disse all’orecchio, tranquilla dopo ti faccio sfondare anche da lui, ma c’è tempo, troia… e rise
Lo schiavo arrivo, con un vassoio, in cui risaltava, un cazzo doppio con cinta , da una parte più grosso e insieme uno spry lubrificante….
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COME SONO DIVENTATA UNA SERVA part.5
Il Moro si inginocchio, notai che era nudo e cosparso di olio, sembrava una statua che porgeva il vassoio, il suo cazzone gli penzolava, e il vassoio era all’altezza della testa che lo schiavo reclinava, in segno di sottomissione.
La Divina Padrona, prese in cazzone e ordinò allo schiavo di vestirla, mentre il Moro, la circondava, con la cinta, la Divina si cospargeva le mani con lo spray lubrificante, prima di riporlo sul vassoio, lo spruzzo sul cazzone che ormai era ritto e saldamente ancorato nella sua fica, schiaffeggio il Moro e gli diede un calcio, urlandogli, imbecille non sai nemmeno vestire la Padrona!
Ma ormai era fatta, pensai mi ero inginocchiato, con la testa sotto i piedi della Divina, attendevo di essere inculata, con quel palo….
Sentì un respiro accanto all’orecchio; Non pretenderai che io mi sposti per romperti quel lurido culo? Hai capito troia! disse la Divina alzando la voce.
Mi girai e alzando il mio culo all’altezza del suo cazzo, con le mani me lo allargai, attendevo l’ariete che mi avrebbe sverginato, ma non arrivava, arrivò invece una frustata, sul buco del culo e un altro ordine perentorio;
Merda, troia, cagna, devi implorare la Tua Padrona per essere inculata, sei solo una zoccola in calore… allora?
Con voce tremante, iniziai a implorare; Divina Unica Dea Padrona, la tua lurida serva, ti implora di non usarla come un cesso, ma di permettergli di donarti a Te Unica Padrona la sua verginità , che sarà utile solo a farti godere, se lo desideri, questo è il mio lurido buco di culo…
Silenzio e senti muovere la Divina, che si adagiò sul suo triclinio, e colpendomi dolcemente con la frusta disse; vieni cagna devota, inculati siediti su questo palo, lo voglio vedere entrare fino alle palle nel Tuo culo di troia…
Mi alzai e ricordai di trattenere il respiro, dilatai al massimo il buco del culo e senti la cappella entrare, un forte ma secco dolore, mi fece scorrere un brivido sulla schiena, con la coda dell’occhio vidi nello specchio il Moro che si era preso in cazzo in mano e se lo menava, mentre il mio buco di culo si ingoiava i 30 cm di cazzo della Padrona.
Lentamente entrava, pensavo che il dolore sarebbe aumentato, invece poi, vuoi perché ormai mi ero sverginato, vuoi perché iniziavo a sentire uno strano e a me sconosciuto piacere, che mi corrispondeva dal buco del culo al cazzo, inizia a fare su e giù, e sentì la Padrona che compiaciuta diceva; troia e puttana nata, godrai con il culo, come una vera serva….
Poi si girò e disse al Moro di succhiarmi il cazzo, meglio di come glielo avevo succhiato io….
A me sussurrò, se gli godi in bocca ti spello a frustate, devi godere quando te lo permetto io, capito!
Dissi sì e mentre rispondevo, il Moro inizio a leccarmi il cazzo da sotto coglioni, ciucciati meticolosamente, cappella, lavata con la lingua, e infine un forte caldo la sua bocca aveva ingoiato tutto il cazzo, sentivo la gola.
Questo Moro era veramente, un campione, al secondo succhio, stavo per scoppiare, per fortuna, mi eccitai tanto da dilatare al massimo il mio buco del culo, quindi raggiunsi il pieno di cazzo in culo fino alle palle, mi ero impalato, tutto, tanto che la Padrona aveva ricevuto anche lei un piacevole contraccolpo, a me il completo dilatamento del culo evitò di sborrare.
La Padrona disse, al Moro di stendersi sul tappeto e mi ordinò, senza togliermi il cazzo dal culo di fare un 69 con il Moro.
Mi trovai di nuovo la bocca piena del cazzone del Moro, ma questa volta avevo anche il culo pieno.
La Padrona, stantuffava, nel mio culo e per godersi al massimo il su e giù, faceva allargare il culo e lubrificare il buco dal Moro che ora sbocchinava, con maggior vigore, forse si voleva godere le mie frustate…
La Padrona si alzò e ci lasciò a spompinarci , credo dai suoi gridolini, che aveva goduto, si avvicinò al mio buco di culo, che il Moro teneva dilatato e disse, non credo che il mio cane ti basterebbe, ti ci vuole un cavallo… e sento la sua mano entrarmi nel culo, ormai godevo e non ce la facevo più, il Moro mi ingoiava il cazzo, la Padrona, mi massaggiava la prostata, ma avvenne il miracolo….
Un fiotto, ma che fiotto un gaiser di sborra usci dal cazzone nero del Moro, la Padrona, mi prese subito per i capelli, appena comprese quello che avveniva e disse; non bere troia che ti spello le chiappe!
Con la bocca chiusa e piena di sborra, attendevo ordini…….
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9 years ago