Seduta orale
Entro nello studio del mio psicote****uta. Sono arrivata puntuale perché so che lui ci tiene alla puntualità. È una stanzetta neutra: pareti bianche senza quadri; luce né calda né fredda; qualche divano e un paio di poltrone. Non ci sono scrivanie.
Lui mi aspetta seduto al solito posto. Non ci diciamo niente né ci salutiamo. Io mi avvicino a lui lentamente mentre il suo sguardo è fisso sui miei occhi. Gli arrivo davanti e con disinvoltura mi inginocchio. Lui continua a guardarmi negli occhi mentre il mio sguardo accompagna i gesti delle mani intente a sbottonargli il pantalone. Tiro un po’ giù sia il pantalone che il boxer e lo prendo subito in bocca con un gesto istintivo e naturale, come se fossi lì per questo e nient’altro. Lo lavoro un po’ con la bocca e mi accorgo che è già bello duro. Alzo lo sguardo sui suoi occhi, che mi fissano nello stesso identico modo di sempre. È uno sguardo generoso il suo; profondo, serio e attento.
Mentre vado su e giù con la testa non colgo alcun segnale di eccitazione da parte sua: niente ansimi, niente corpo irrigidito, niente sospiri di piacere, niente bacino teso all’insù. Insomma, nessun segnale di apprezzamento. Eppure il suo cazzo è straordinariamente duro nella mia bocca. E se sapeste che bel cazzo…
Lui è un bel ragazzo sulla trentina; capelli corti, scuri, occhi penetranti, bel fisico. Nelle sue sedute mi impegno sempre al massimo, dico davvero. Mi impegno tantissimo per farlo esplodere nella mia bocca, eppure sembra che sia lui a farmi un favore. Mai un apprezzamento, mai un gesto di complicità. Forse non vuole perdere il controllo oppure lo fa apposta per farmi impegnare ancora di più. Non credo, in realtà, che non apprezzi – altrimenti non mi riempirebbe ogni volta la bocca di almeno 5-6 schizzi di sborra abbondante (dico bene?). Eppure, riesce a rimanere calmo e distaccato per tutta la durata della fellatio; perfino quando mi viene in bocca non emette un gemito. Sarebbe fantastico se una volta perdesse il controllo, se per una volta mi regalasse un fremito di piacere.
Alterno leccate lente a “lingua a serpentina”. Poi riprendo ad andare su e giù ad un buon ritmo. Le mie mani sono rigorosamente dietro la schiena. Inizio a succhiarlo come se fosse un lecca-lecca e mi vengono le fossette alle guance. Sento il suo glande in fibrillazione e capisco che manca poco. Riprendo ad andare su e giù. Mi appoggia una mano dietro la testa e mi accompagna il movimento con decisione (è il suo segnale per avvisarmi che sta per venire). Mi spinge la testa per farlo entrare quasi tutto in bocca. Sento la punta arrivarmi in gola. Poi molla la presa ma rimane la mano sulla mia testa, che riprende ad un ritmo regolare.
Inizio a sentirlo, caldo, inumidirmi dapprima la lingua per poi allagarmi la bocca con insistenza. Gli schizzi vanno a ritmo della mia andatura: ogni volta che affondo ospitando gran parte del suo cazzo, lui schizza. E ogni volta che risalgo appoggiando la lingua sulla punta e la bocca tutta attorno al glande, io ingoio. Abbiamo un sincronismo perfetto.
Ho contato 7 schizzi, ma avrò ingoiato non più di 3-4 volte perché gli ultimi erano meno copiosi, così li ho mandati giù in un ingoio solo. Quando, dopo l’ultimo affondo senza schizzo ho constatato che aveva finito, ho alzato lo sguardo e lentamente mi sono staccata dal suo cazzo lucido. Lucido come le mie labbra. Gli ho alzato il boxer e abbottonato il pantalone. Poi mi sono alzata e ho preso la borsetta. Ho tirato fuori i 50 che gli dovevo per la seduta e l’ho pagato. Lui non ha detto niente e io nemmeno. Mi sono girata e sono uscita.
Tra una settimana esatta sarò di nuovo lì, puntuale come sempre.
Lui mi aspetta seduto al solito posto. Non ci diciamo niente né ci salutiamo. Io mi avvicino a lui lentamente mentre il suo sguardo è fisso sui miei occhi. Gli arrivo davanti e con disinvoltura mi inginocchio. Lui continua a guardarmi negli occhi mentre il mio sguardo accompagna i gesti delle mani intente a sbottonargli il pantalone. Tiro un po’ giù sia il pantalone che il boxer e lo prendo subito in bocca con un gesto istintivo e naturale, come se fossi lì per questo e nient’altro. Lo lavoro un po’ con la bocca e mi accorgo che è già bello duro. Alzo lo sguardo sui suoi occhi, che mi fissano nello stesso identico modo di sempre. È uno sguardo generoso il suo; profondo, serio e attento.
Mentre vado su e giù con la testa non colgo alcun segnale di eccitazione da parte sua: niente ansimi, niente corpo irrigidito, niente sospiri di piacere, niente bacino teso all’insù. Insomma, nessun segnale di apprezzamento. Eppure il suo cazzo è straordinariamente duro nella mia bocca. E se sapeste che bel cazzo…
Lui è un bel ragazzo sulla trentina; capelli corti, scuri, occhi penetranti, bel fisico. Nelle sue sedute mi impegno sempre al massimo, dico davvero. Mi impegno tantissimo per farlo esplodere nella mia bocca, eppure sembra che sia lui a farmi un favore. Mai un apprezzamento, mai un gesto di complicità. Forse non vuole perdere il controllo oppure lo fa apposta per farmi impegnare ancora di più. Non credo, in realtà, che non apprezzi – altrimenti non mi riempirebbe ogni volta la bocca di almeno 5-6 schizzi di sborra abbondante (dico bene?). Eppure, riesce a rimanere calmo e distaccato per tutta la durata della fellatio; perfino quando mi viene in bocca non emette un gemito. Sarebbe fantastico se una volta perdesse il controllo, se per una volta mi regalasse un fremito di piacere.
Alterno leccate lente a “lingua a serpentina”. Poi riprendo ad andare su e giù ad un buon ritmo. Le mie mani sono rigorosamente dietro la schiena. Inizio a succhiarlo come se fosse un lecca-lecca e mi vengono le fossette alle guance. Sento il suo glande in fibrillazione e capisco che manca poco. Riprendo ad andare su e giù. Mi appoggia una mano dietro la testa e mi accompagna il movimento con decisione (è il suo segnale per avvisarmi che sta per venire). Mi spinge la testa per farlo entrare quasi tutto in bocca. Sento la punta arrivarmi in gola. Poi molla la presa ma rimane la mano sulla mia testa, che riprende ad un ritmo regolare.
Inizio a sentirlo, caldo, inumidirmi dapprima la lingua per poi allagarmi la bocca con insistenza. Gli schizzi vanno a ritmo della mia andatura: ogni volta che affondo ospitando gran parte del suo cazzo, lui schizza. E ogni volta che risalgo appoggiando la lingua sulla punta e la bocca tutta attorno al glande, io ingoio. Abbiamo un sincronismo perfetto.
Ho contato 7 schizzi, ma avrò ingoiato non più di 3-4 volte perché gli ultimi erano meno copiosi, così li ho mandati giù in un ingoio solo. Quando, dopo l’ultimo affondo senza schizzo ho constatato che aveva finito, ho alzato lo sguardo e lentamente mi sono staccata dal suo cazzo lucido. Lucido come le mie labbra. Gli ho alzato il boxer e abbottonato il pantalone. Poi mi sono alzata e ho preso la borsetta. Ho tirato fuori i 50 che gli dovevo per la seduta e l’ho pagato. Lui non ha detto niente e io nemmeno. Mi sono girata e sono uscita.
Tra una settimana esatta sarò di nuovo lì, puntuale come sempre.
9 years ago
Scommetto che, anche se poi non fate altro, esci dallo studio bagnatissima, non soddisfatta ma molto realizzata, dico bene?