E dopo ... 2
Con un po' di difficoltà mandai giù tutto il suo piacere e siccome lui ammirava la scena, eccitandosi, accentuai la deglutizione, tossicchiando un pochino. E così , dopo gli dissi : " Accipicchia quanta ne avevi! Doveva essere da un po' che non scopavi!! Noi donne sappiamo che ai maschi piace che gli si dica che ce l'hanno più grande, grosso, che la loro sborra è come un torrente, insomma che sono i migliori: chi come me ha avuto molti partner, parole simili le ha pronunciate tante volte, ma a fin di bene. Il risultato delle mie parole fu che Alessandro mi accarezzava i capelli, le guance, mostrava una tenerezza che non mi aspettavo: avevo immaginato un uomo dedito al lavoro, al profitto, che al massimo si faceva qualche scopata extra con segretarie o donne incontrate ,come me, al bar. Passato il momento tenero, tornai alla carica con le mie domande . " Senti Alessandro, mi chiedo che cosa vuoi da me, a parte fare sesso : per te è come una vendetta verso Marco, esatto? Oppure c'è qualcos'altro? Perché ci conosciamo da pochissimo tempo e non possiamo certo esprimere giudizi uno sull'altra, o sbaglio?" Lui accusò il colpo, perché adesso non poteva tirarsi indietro e non rispondere. Immaginavo che si sarebbe vendicato sfondandomi davanti e dietro, e lo avrebbe fatto con forze e violenza. E' vero, lo avevo provocato, ma doveva aspettarsi delle domande del genere, se non oggi nei prossimi incontri: ma siccome io non sono di primo pelo, quando ho tempo per riflettere poi agisco, e dico quello che penso. E penso che lui forse se mi tiene un mese a lavoro nella sua azienda, è anche troppo: per non parlare di Donatella, che chissà che tipo sarà. Lui : " Mentirei se ti dicessi che mi sono preso una cotta per te: è vero che mi piaci, mi intrighi, ma non sono certo il tipo fedele, e del resto Donatella e io siamo una coppia aperta, e lo siamo da sempre, da quando eravamo in Spagna. Quindi è vero, ti scoperò e ti inculerò per una sorta di vendetta verso Marco, e perché spero di poterlo fare ancora se, come immagino supererai la prova. Un mese di lavoro e vediamo di che pasta sei fatta, se saprai lavorare e conquistare Donatella. Per cui sì, sono il solito porco che si vuole divertire, e pensa di poterlo fare. E se sei qui, e sei rimasta qui vuol dire che anche tu sei d'accordo: perciò finisci di spogliarti che adesso viene il bello!" Incassai questa volta io il colpo: certo so bene che non sono Venere, e che non ho particolari doti, anche se ho un grosso seno che piace, e un culone che attira, ma non mi metto in mostra se non in occasioni speciali . Mi stavo togliendo finendo di abbassare i jeans e pensavo a quanto fosse , anche lui, un bastardo e mentitore, e non potendo o volendo usare il suo fascino, usava il suo potere ricattatorio, l'esca del posto di lavoro, l'invito a cena, per comprarmi o sedurmi se preferite. Se una abbocca, è fatta e si fa una scopata. Stavo togliendo lo slip quando le sue dita cercarono l'ingresso delle mia passera: non c'erano peli, ed ero pure bagnata, desideravo farmi riaprire, visto che oggi era stata già scopata e mi era pure piaciuto. Le dita di Alessandro si muovevano agili, e guardavo con piacere i suoi movimenti, vidi e sentii l'altra mano toccarmi il culone, e le dita inserirsi nel solco . Mi fece sdraiare sulla schiena e mi allargò le gambe, e poi si tuffò con la testa e inserì la sua agile lingua nella mia passera. Un lungo ahahahah usciva dalle mie labbra ogni volta che la sua lingua cercava di entrare con maggiore profondità e forza. Sapeva quello che stava facendo e lo faceva con attenzione e dedizione: cioè voleva farmi godere. Ogni tanto la sua lingua cercava e toccava il buchino posteriore, facendo compiere degli s**tti che a lui, evidentemente , divertivano . A un certo punto interruppe bruscamente di leccarmi e infilò due dita nella passera, facendomi urlare un arrghh, forse di sorpresa oltreché di dolore. Iniziò a infilare e sfilare le dita, facendo muovere la mano dal basso verso l'alto, con una certa pressione come volesse scuotermi. Poi si posizionò quasi di lato e prese una delle mie mani e la portò sul suo cazzone che riprendeva vigore: Sentivo crescere, lentamente, la consistenza del suo cazzone, e immaginavo questo serpente dentro la mia passera. Tolse le dita e riprese a inserire la sua lingua cercando di stimolarmi per bene: capii che voleva che venissi e dopo alcuni minuti di lingua tenni ferma la sua testa tra le mie cosce, e il mio corpo che vibrava gli confermò che ero venuta anch'io. Non avevo comunque smesso di toccargli il cazzo, di segarlo, avevo solo rallentato il movimento della mia mano che era però costante. Ed è così che il suo arnese riprese la giusta dimensione . Mi aveva fatto sedere sul divano, ed ero nuovamente con la testa all'altezza del suo cazzone. Lui : "prendilo in bocca e bagnalo per bene, succhialo come hai fatto prima" Il suo bel cazzone mi aprì la bocca, infilandosi a fondo, mentre la mia lingua lo avvolgeva per bene la grossa cappella . Il risultato fu che il suo cazzone era ora ben duro, e così lo tolse dalle mie fauci e mi prese per le mani facendomi alzare e poi voltare: mi fece poi appoggiare le ginocchia sui cuscini del divano mentre poggiavo le mani sullo schienale. Sentivo che trafficava dietro di me, mi allargò i grossi glutei, e infilò la lingua leccando prima la passera e poi il buchino. A una certo punto interruppe di leccarmi e sentivo la grossa cappella poggiarsi ora sulla passera ora sul buchino, per poi affondare tutto il cazzone dentro la passera. Un forte arghh di sorpresa riempì tutta la stanza . Solo allora mi accorsi dello specchio disposto dietro il divano e poco sopra lo schienale: e così vedevo me riflessa ma anche il viso di Alessandro, compiaciuto. Delle smorfie sul suo viso erano in realtà espressioni di compiacimento: ogni volta che mi penetrava ,sembrava che andasse sempre più in fondo, dentro di me. Volendo fare confronti, era davvero super il suo cazzone: capivo adesso perché Marco volesse incontrare per primo le ragazze e senza la presenza di Alessandro. nello specchio vedevo Alessandro che cercava di capire dai miei occhi mi piaceva essere scopata e io facevo altrettanto. Vedevo il suo sguardo quasi frugare nel mio culone, per vedere gli effetti della sua penetrazione: con un altro specchio avrei visto ,anch'io, gli effetti del suo cazzone nella mia passera: ma non era necessario visto che entrambi sembravamo soddisfatti Furono minuti quasi interminabili, fino a quando non estrasse del tutto il suo cazzone, mi allargò ancora un po' i grossi globi carnosi, e posizionò il suo grosso arnese all'ingresso del buchino scuro. Capii cosa sarebbe successo, e dissi : " Ti prego Alessandro, fai piano " E lui per tutta risposta : "Faccio come ha fatto Marco con Donatella: Così" e con immensa forza mi lacerò il buchino, facendomi urlare e s**ttare in avanti. Riflesso nello specchio vedevo che si dava da fare , mi teneva per i fianchi e riprese a martellarmi il didietro con forza. " Anche Donatella gli aveva detto di fare adagio, ma lui se ne era fregato delle sue richieste e delle sue urla, e ora tocca a te pareggiare i conti. Tieni , tieni !" Ogni sua parola era un affondo, e ogni affondo era un arghg che usciva dalla mia bocca, mentre lacrime scendevano sulle guance, raggiungendo la mia bocca aperta. Non so quanto durò il suo assalto, ma alla fine rimase piantato dentro il mio didietro e scaricò ,ancora una volta il suo piacere. Estratto il cazzo, mi fece voltare, e quasi caddi sul divano tanto ero rimasta scossa: aveva comunque raggiunto il suo scopo, cioè vendicarsi , e ora si faceva anche ripulire il cazzo. Sentivo un sapore strano tra le labbra, e capii cosa poteva essere.
fine parte 2
fine parte 2
2 years ago