|| EPISODIO
DONNA
Che cosa vuoi farmi?
UOMO
legarti le mani
DONNA
perché?...
UOMO
perché tu perda una libertà... e ne acquisti un'altra: quella di essere in mio potere.
Così ti vendichi del mondo, e tremi di una libertà che ti di gioia...
DONNA
Mi di gioia, forse,
perché perdo ogni via di scampo?
UOMO
si, accettando di essere nelle mie mani.
DONNA
e questo accettare, anzi volere ciò che non potrei evitare, accresce ancora la mia gioia?
UOMO
si, come ogni cosa che si ripete.
DONNA
e cosa farai dopo?
UOMO
ti legherò anche i piedi,
perché tu non possa più alzarti e muoverti.
Perché tu stia come una bestia legata,
con la fronte bassa,
con la bocca piena di saliva,
con gli occhi luccicanti di gratitudine,
d'accordo per la bestiale dolcezza,
col suo padrone che vuole ammazzarla.
DONNA
e cosa farai quando sarò legata?
UOMO
niente- per qualche ora...
O forse per tutta la notte...
o per molte notti di seguito...
Niente. Basterà che tu sia legata,
senza più la tua libertà,
ma solo con la libertà bestiale
del tuo essere felice.
DONNA
mi spoglierai nuda?
UOMO
non del tutto. Voglio che tu senta,
per tua vergogna, che io provo vergogna per te.
DONNA
e quando sarò così, mezza nuda, cosa mi farai?
UOMO
per molto tempo, come tu terrai dentro di te
la felicità di essere legata, io terrò dentro di me
la felicità di averti legata.
Sarà un sentimento spasmodico, non privo di ironia:
e se non si trasformerà ancora in un'erezione
si depositerà come un piacevole tormento nel mio ventre.
DONNA
e resterai così per molte ore?
UOMO
per molte ore, te lo ripeto, forse per tutta la notte
o per molte notti: dobbiamo prevedere, davanti a noi
un tempo illimitato, perché questo non è un gioco.
DONNA
e non mi toccherai?
UOMO
No! Come non toccherò me stesso, riservando
anche a me un obbligo da non trasgredire.
Tu legata, e io padrone di te, assisteremo
alla mia prepotenza, nascosta dentro i calzoni
rigidamente chiusi... pieni di pudore.
Piano piano un ghigno indefinibile,
pornografico, si stamperà nei nostri visi:
la tragedia non esclude il ridicolo.
Scherzeremo, un poco, anche, come se...
il nostro fosse un gioco... Ma guai a te, se tu osassi
andare appena al di là di un ridicolo sorriso di gola
per ciò che ti resta proibito fino all'insopportabile.
DONNA
e alla fine di tutto questo tempo, quando tu, non io,
avrai deciso che è venuto il momento...
UOMO
vorrò prendermi il piacere di punirti...
DONNA
per quale ragione?
UOMO
per la tua passività così disumana
da toglierti ogni dignità; oppure per accontentarti,
poiché il ghigno che deformerà il tuo viso
fingendo il broncio di un'eroina innocente,
altro non vuole; oppure ancora per la tua debolezza,
davanti a cui la mia , ingenuamente, non resiste.
DONNA
e come mi punirai?
UOMO
umiliando, prima di tutto, quella coscienza
con cui fingi di essere obbediente,
soltanto obbediente.
DONNA
e come la umilierai?
UOMO
mi scoprirò, ma in modo che tu non veda,
facendoti voltare a calci dall'altra parte;
poi ti sarò sopra, sbadatamente, senza voglia,
con stupida e innocente brutalità;
poi mi staccherò senza aver gettato il seme.
Così vedrai se la tua è obbedienza, soltanto obbedienza!
DONNA
e poi ancora?
UOMO
e poi ancora ti rivolterò a calci perché tu veda bene;
provvederò un po' a me da solo, guardandoti,
per farti vedere ciò che hai perduto;
e, ancora senza avere gettato il seme,
sarò chiuso nuovamente dietro i calzoni...
pieni di pudore...
DONNA
e mi lascerai ancora legata, ad aspettare
le nuove volotà?
UOMO
oh, credo che troverò subito un novo pretesto:
per punirti -e non per la tua remissività-
ma per la tua complicità.
DONNA
la mia complicità?
UOMO
si, la tua complicità.
E allora ti punirò come il marito
la moglie puttana.
DONNA
coi pugni, coi calci?
UOMO
coi pugni, coi calci, cara.
Ma poiché vedo in te il ghigno che si ridipinge,
ipocritamente nel viso di calcolatrice...
ti preciserò che si tratterà di pugni e calci
veri; e se non basteranno, ti appenderò per le braccia
a una trave del soffitto, e ricorrerò alla cinghia.
DONNA
e dove mi colpirai? Nella faccia? Nel ventre?
UOMO dove capiterò; e, te lo ripeto, non sarà un gioco.
Il tuo corpo sanguinerà, e penzolerà.
Il dolore ti farà dimenticare il piacere del dolore.
Il fine che desideravi raggiungere distruggerà il tuo desiderio.
Allora, cara, non avrò più complici: sarò solo,
come tu ora, che mi adoperi come un mezzo.
Il mezzo sarai tu: un corpo senza coscienza.
DONNA
e tutto, così, sarà finito?
[...]
[frammento tratto da “Orgia” di Pier Paolo Pasolini]