Provocazioni
Le tenebre mi avvolgono, di nuovo sono in compagnia della mia donna maledetta, colei che mi ha l'animo ormai anni fa.
I suoi magnetici e scrutatori occhi blu mi osservano, mentre lei se ne sta comodamente seduta sulla poltrona e sogghigna, lasciando il mio corpo spoglio sul letto. "Sembra che tu ancora non abbia imparato la lezione..." Mi dice con un tono basso, così caldo che sento il cuore palpitare con prepotenza, il viso purpureo per la vergogna che sto provando. Come potevo in fin dei conti non provarne? Mi aveva chiesto di spogliarmi e di darle piacere, solo che dovevo usare il mio corpo soltanto. "Avanti, che aspetti?" Lo disse con freddezza e con un gesto si scosta dalla spalla la chioma corvina, assottigliando gli occhi e puntarmi contro il frustino, un altro ghigno si formò sulle sue labbra. "Se lo farai, alla fine ti potrei anche premiare, ragazzaccia.." Altri brividi percorrono il mio corpo e il respiro si fa sempre più affannoso, le mani tremano lungo i fianchi e alla fine si posano sul seno, percependo sotto il palmo quanto io sia eccitata dalla situazione.
Muovo le dita con fare incerto, pizzicando i capezzoli turgidi e mordendo il labbro per quello sguardo, fisso su di me che non fa che aumentare la mia voglia di sentirla contro e dentro di me. "Brava ragazza, continua così.." Un altro brivido caldo smuove le mie membra al suono della sua voce, ora leggermente spezzata dall'affanno, facendomi desiderare di sentirla pronunciare parole proibite alle mie orecchie. "Sai cosa fare adesso, no?" Mi provoca ancora e ancora, sapendo che cedo facilmente alle sue tentazioni, così seguo il suo sguardo puntato dritto nella mia zona più privata.
Lentamente faccio scendere una mano in quel punto, trattenendo un gemito quando percepisco quanto esso sia caldo e umido tra le dita, notando le sue iridi brillare e sorridere soddisfatta. "Ti conosco, so che non riesci a resistere più, lo vedo sin da qui quanto mi desideri." Le mie dita prendono vita e iniziano a circolare intorno al clitoride, lasciando sfuggire di tanto in tanto qualche ansito e gemito, nel mentre i nostri occhi si scontrano. Con più pressione, con più movimento, sento di essere già vicina. "Sei già al limite? Devi essere davvero presa da me oggi, se sei arrivata quasi all'orgasmo, ma potrei perdonarti." Si alza e si mette seduta sul materasso davanti a me, il volto direzionato proprio davanti le mie vergogne, poggiando poi una mano sul mio ginocchio. "D'accordo allora, fammi vedere la tua passione, fammi vedere come bruci per me." E come un fulmine a ciel sereno, di nuovo sento il corpo diventare molle a causa della sua voce, rapendomi con sé.
Le dita ora si muovono furiose sull'organo tremante, un onda calda che attraversa il mio ventre e spinge sempre di più, pronto ad esplodere da un momento all'altro. "Non puoi sfuggire al desiderio... Siamo tutti suoi schiavi in esso... Mostrami quanto la tua passione possa toccare il mio cuore..." Un singolo morso sulla coscia da parte sua, così delicato, alla fine mi fa urlare il suo nome in preda all'euforia del momento, una luce abbagliante acceca la mia mente di quel piacere così intenso che cercavo di raggiungere.
Crollo di lato e cerco di riprendere fiato, la sua mano si poggia sulla mia spalla, la sua bocca perfetta si poggia sul mio orecchio e sussurra qualcosa. "Fai di me il tuo peccato..."
Già, lei mi ha rovinata, mi ha fatto peccare.
Ora sono nulla senza di lei.