[Storia] IO E ANDREA
All'inizio io non ci facevo nemmeno caso, infondo eravamo amici in una compagnia di sei persone. Sei coglioni con la passione per la figa, la pallavolo ed il porno. Gli argomenti di cui discutevamo erano sempre gli stessi. Se non era di sport, parlavamo di donne, senza poi neanche conoscere troppo bene l'argomento in questione, vista la nostra inesperienza!.
C'era questo tizio, Andrea, un mezzo fuso ma simpatico, che oltre ad essere nella mia compagnia giocava con me nella squadra di pallavolo, lo conoscevo da diversi anni e con lui ci si divertiva sempre. Era molto esuberante, uno di quelli vestiti sempre sportivo che non stava mai fermo, e sparava un sacco di stronzate, sempre, di continuo.
Un pomeriggio eravamo a casa di Gine, e come d'abitudine da lui guardavamo i porno in compagnia, si beveva e ogni tanto ci si faceva una cannetta. Eravamo particolarmente su di giri, e mentre il resto del gruppo si guardava in tv le prodezze di una tettona bionda che si faceva sbattere da due negroni, io ero andato in cucina a prendermi da bere. Andrea mi aveva raggiunto ed iniziando a cazzeggiare come al nostro solito, siamo poi andati a finire nella camera dei genitori di Gine a scherzare, immaginando quello che i due avrebbero potuto fare su quel letto dallo stile obsoleto. La madre del Gine era una buzzicona mica da ridere, mentre il padre era un peso piuma; lei sopra di lui lo avrebbe potuto schiacciare senza troppi problemi. Come detto, eravamo un pò su di giri, eravamo in una di quelle fasi di risate incontrollabili senza senso, avete presente quando siete mezzi fatti e vi ritrovate a sbellicarvi come dei deficienti senza un apparente motivo? Andrea continuava a prendere per il culo i genitori del nostro compare, ma ad un tratto, senza neanche accorgermene, mi ero ritrovato sul letto, sdraiato a pancia in giù con lui che mi era montato dietro. Mi aveva spinto sul giaciglio e mi teneva le braccia strette dietro, come in una mossa di wrestling. Si era seduto sul mio culo e, sempre tenendomi immobilizzato, continuava imperterrito a sparare cazzate. "Mossa dello scorpione" mi diceva ridendo, poi si era messo ad imitare una cavalcata e, mentre si strusciava, esclamava delirante: "Vai cavallone, cavalca che qui dietro c'è lo stallone!".
Percepivo che la situazione era strana ma continuavamo comunque a ridercela. La cosa che mi straniva era che qui non si trattava di essere un pò fumati, o un pò su di giri, sembrava che quella situazione lo aveva eccitato. Mi sculacciava indugiando sulle chiappe e poi affondava il suo pacco nella parte bassa mio culo. Avevamo entrambi i pantaloni della tuta piuttosto aderenti, ed anche se ero di spalle, potevo avvertire il gonfiore delle sue parti basse. Sempre più invasato, Andrea mi spingeva la testa contro le lenzuola e si era sdraiato sopra di me, assicurando il suo cazzo ben saldo tra le mie chiappe, Si strusciava sempre più forte e sempre più veloce e mentre lo faceva continuava con il suo delirio: "Vai cavallone, cavalca, così!". La cosa non mi divertiva più, così avevo cercato di farmi leva riuscendo a fatica ad alzarmi, lui aveva provato a riportarmi in posizione, ma sforzandomi un pò, con un balzo, ero riuscito a rimanere in piedi sul letto. "Che cazzo stavi facendo, coglione?!" gli avevo ringhiato contro, e lui con il suo solito modo di fare da cazzone mi aveva risposto "Cavallone, cavallone!", come se quello che aveva appena fatto fosse stata la cosa più normale di questo mondo, un innocuo gioco tra amici maschi! Non curante del mio rimprovero, si era messo dietro di me e, afferrandomi per i capezzoli, si era lasciato cadere all'indietro portandomi giù con se in una mossa degna del miglior Hulk Hogan, anche se lo scopo non era certo quello di battermi in un incontro di catch. Avevo avuto la conferma che questo giochetto lo eccitava nell'istante in cui il mio didietro aveva sbattuto vigorosamente contro il suo pacco, che sembrava sempre più duro. Ero riuscito a fatica a liberarmi e mi ero rimesso in piedi di fianco al letto, gli occhi mi erano finiti sui suoi pantaloni che facevano chiaramente scorgere la forma del suo pene eretto. C'era stato qualche istante di silenzio poi lo avevo guardato in faccia e con un pò di sconcerto mandato affanculo. Lui ha cercato di buttarla sul ridere, come sempre, ma io me ne sono andato, lasciandolo da solo nella stanza.
La notte successiva, ripensando a quanto accaduto, mi erano venuti in mente altri episodi del genere successi in passato, che, se prima mi erano sembrati senza peso, ora mi facevano seriamente dubitare sull'eterosessualità di Andrea. Lui era solito scherzare sul sesso, lo faceva sempre. Quando finivamo gli allenamenti di pallavolo ed andavamo in doccia lui era solito fare degli spogliarelli integrali, ti mostrava il culo oppure l'uccello. Lo faceva sempre ridendo e cazzeggiando, e ogni volta veniva sfanculato prendendosi del frocio. Lui non ci dava peso e continuava con le sue battute. Mi era tornato in mente di quella volta in cui pensavo di essere da solo nella doccia, ero a culo all'aria mentre piegato in posizione da stretching mi lavavo le caviglie, poi mi ero accorto che lui era dietro di me a fissarmi in silenzio, e quando gli avevo chiesto cosa stesse facendo, lui aveva minimizzato, dicendo che stava solo pensando. Mi stavo chiedendo poi, se erano delle coincidenze tutte quelle volte in cui ci ritrovavamo a lavarci sempre per ultimi. E il suo cazzo? Era uno ben dotato, oppure si eccitava ogni volta che veniva a farmi i suoi scherzetti nella doccia? Non ci avevo mai fatto caso prima, ma ripensandoci, ogni volta che me lo mostrava ce lo aveva sempre piuttosto duro. E la totale mancanza di peli? Era glabro per qualche strana malattia o si depilava completamente il corpo, come le femmine? Di uomini nudi negli spogliatoi ne avevo visti, ma anche quelli meno pelosi, qualche pelo sotto le ascelle, sulle gambe o sopra l'uccello li avevano, lui niente di niente!.
Comunque più ci pensavo e più non riuscivo a dormire, mi chiedevo come mi sarei dovuto comportare i giorni seguenti. Gliene avrei dovuto parlare o avrei dovuto fare finta di niente? Si trattava solo di uno sfogo da mancanza di figa? Ero io che mi stavo facendo dei viaggi mentali o ci avevo preso? Eppure il suo pene eccitato lo avevo visto e sentito per bene anche attraverso i pantaloni quel pomeriggio!.
Era passata qualche settimana e tutto sembrava tornato alla normalità, si usciva in compagnia e si continuava con il solito cazzeggio, finché arrivarono i primi giorni di estate. Era luglio e i genitori di Andrea se ne erano andati in vacanza lasciandolo da solo a casa per una decina di giorni, cosa che per noi era grandiosa dato che avremmo potuto usufruire della sua dimora per le nostre feste. La prima sera mi era arrivata una sua chiamata, mi chiedeva se volevo raggiungerlo a casa per fare un pò di casino; avevo accettato e alle nove precise ero già la, Appena entrato gli avevo chiesto chi degli altri sarebbe venuto, ma lui mi aveva risposto che saremmo stati solo noi due. L'atmosfera si era fatta un pò imbarazzante, almeno da parte mia; lui infatti si comportava normalmente, era il solito cazzone di sempre. Anche se cercavo di non darlo a vedere, una cosa che avevo notato è che si era messo una canottiera piuttosto attillata e corta, gli si vedeva l'ombelico, mentre sotto i soliti pantaloni della tuta grigi, stile yoga pants, sembrava non esserci niente, non si poteva infatti non notare il suo gingillo sballonzolare in libertà. Mi ero subito chiesto so lo aveva fatto apposta, lo conoscevo da tanto, ero stato molte volte a casa sua, ma non lo avevo mai visto vestito in quel modo. Pantaloni e canotta aderente? Non è che se li sarà messi perchè avrà qualche strana idea in testa?.
La serata proseguiva, io ero seduto sul divano, un pò imbarazzato a guardare la tv, mentre lui era in piedi, quasi di fronte e me a fare esercizi di stretching. Lo avevo più volte invitato a sedersi ma lui, dicendomi di essere stato tutto il giorno seduto alla guida, aveva dei dolori alla schiena e che doveva muoversi un pò. Mentre fletteva il busto in avanti, ho avuto la visione ravvicinata del suo culo, si vedeva chiaramente che non c'erano segni nè di boxer nè di mutande sotto i pantaloni della tuta, ma anche se su questo avevo pochi dubbi, ci avrebbe pensato Andrea a togliermeli del tutto poco dopo quando, sparando una delle sue frasi assurde, si era messo di spalle proprio davanti a me, e si era abbassato di s**tto i pantaloni, rimanendo solo in canottiera. All'improvviso me l'ero ritrovato lì ad allargare le chiappe sincerandosi che io guardassi il suo ano. Sempre con la testa in giù ed il culo in alto a 20 centimetri da me, ironizzava, invitandomi ad ammirare il suo bel posteriore. Mi aveva chiesto se avevo notato che lì in mezzo non c'era neanche un pelo, ma io cercavo invano di invitarlo a coprirsi. Ovviamente non ne aveva nessuna intenzione; stava iniziando a ballare come un deficiente ed abbozzava una goffa lapdance sedendosi sopra di me. Cercava di centrare il mio pacco, e una volta trovato, dimenava il suo culetto nudo avanti e indietro, appoggiando le sue mani sulle mie gambe, cercando di allargarle un pò. Lo avevo invitato a fermarsi, ma lui scherzando, continuava a spingermi il suo didietro contro, poi si era alzato la canottiera fino a coprire la faccia e mi aveva detto di far finta che fosse una donna. Si era alzato in piedi, aveva preso le mie mani e se le portava sulle sue chiappe, prima se le schiaffeggiava e poi pretendeva che lo facessi io. Mi aveva chiesto se fossero belle sode, ma io non gli avevo dato risposta, effettivamente però erano belle tonde e lisce e non sembravano affatto quelle di un uomo.
Mentre ero interdetto dagli avvenimenti lui si era girato, io avevo ancora le gambe aperte, e con decisione aveva afferrato il mio pacco, muovendolo ripetutamente su e giù. Dopo aver constatato il mio indurimento, e prima che io potessi dire o fare qualunque cosa, aveva già infilato la mano sotto pantaloni e mutande, e mi aveva impugnato per bene l'asta, io lo lasciavo fare per qualche secondo fino a che mi aveva fatto alzare e mi aveva abbassato pantaloni e mutande in una sola mossa. Aveva fatto questo gesto con talmente tanta foga che il mio cazzo indurito aveva oscillato su e giù due o tre volte sotto il suo sguardo compiaciuto. Andrea a quel punto aveva aperto un pò la bocca, aveva abbozzato un sorriso, pensavo che avesse intenzione di assaporarlo, invece poi si era alzato e aveva messo il suo pene eretto contro il mio. Ci giocava un pò, sbattendoli adosso e poi li aveva afferrati entrambi iniziando a muoverli. Aveva cercato di baciarmi ma io mi ero scansato, avevo avuto un ripensamento e avevo cercato di sottrarmi dicendogli che non ci riuscivo; non riuscivo a guardarlo in faccia e a fare quello cose. Lui aveva cercato di tranquillizzarmi e si era rimesso la canottiera in faccia, invitandomi a considerare il suo corpo senza faccia. Ancora una volta lo avevo assecondato, era riuscito a farmi mettere a carponi sul tappeto e si era posizionato dietro di me, mi aveva allargato un pò le gambe e mi aveva messo un dito intorno all'ano, disegnando dei piccoli cerchi e cercando a poco a poco di forzare il buchetto.
Non avevo nessuna voglia di farmi penetrare, così lo avevo fatto alzare per poi riportarlo a sedere di spalle, su di un piccolo sgabello situato alla destra delle stanza, lo avevo afferrato per i fianchi spostandolo indietro, in modo che il suo culone fosse libero ma non ci fosse nessuna traccia dei suoi testicoli.
Gli avevo chiesto allora se era in grado di chinarsi in avanti con la schiena il più possibile, lui mi aveva ubbidito, e questo fece si che il suo sedere fosse ancora più alto. Mi ero trovato così di fronte un grosso culone invitante sodo e senza l'ombra di un pelo, non vedevo altro, non c'era un volto, né altre parti del corpo, solo un grosso culone lì davanti tutto per me. Avevo iniziato a toccarlo, saggiandone la consistenza, girando poi le dita intorno al timido buchino. Senza pensarci troppo ci affondai la faccia, emanava un buon profumo di bagnoschiuma così avevo deciso di passarci la lingua, dal basso verso l'alto. Mi ero poi fatto un altro giro con due mani, lo stavo schiaffeggiando e poi palpando forte, avevo appoggiato il medio contro il suo ano e lo avevo affondato fino ad entrarci dentro. Andrea non aveva fatto una piega così continuavo di stimolarlo con due dita, sempre più veloce ed in profondità, dopo qualche decina di secondo mi ero arrestato con le due dita completamente dentro di lui. Volevo gustarmi la sensazione e volevo che anche lui facesse lo stesso. Avevo il cazzo in tiro e glielo avevo appoggiato in mezzo alle chiappe, glielo strusciavo per bene, ma nel fare su e giù la punta tendeva sempre a fermarsi nel solco del suo ano. Stavo cercandi quindi di spingerglielo dentro, ma non riusciva ad entrare, ci avevo rimesso quindi le due dita e gli avevo chiesto di allargare i glutei con le mani, stavo usando anche un pò di saliva e finalmente il suo culo era riuscito ad inghiottire il mio pene. Mi stavano tremando le gambe ed ho avuto un sussulto, ho dovuto appoggiarmi e lo avevo fatto sulla sua schiena ancora chinata in avanti. Lo avevo stretto a me, come in una sorta di abbraccio, e avevo iniziato a muovermi in quello stretto pertugio. Lo avevo afferrato per i fianchi ed iniziando a pomparlo stavo cercando di spingergli il mio cazzo più in fondo che potevo. Mi piaceva quando era tutto dentro, mi fermavo, ne assaporavo la sensazione, e poi riprendevo; mi piaceva anche toglierglielo, vedere il buchino che si chiudeva o poi reinserirlo con forza, speravo che questo gli procurasse un pò di dolore. Continuavo a spingere il mio cazzo fino in fondo, fino a che ce n’era, fino a che non si poteva andare oltre. Forse per un inconsapevole senso di colpa, aspettavo che mi dicesse di fermarmi che gli faceva male, invece questo non accadeva ed io ripeteva l’operazione ancora e ancora.
Ogni volta che il mio arnese era completamente dentro al suo culo e udivo Andrea gemere, mi sentivo il fotutto capo del mondo; ormai avevo preso confidenza, ero io a condurre il gioco, il suo culo era mio. Lo afferravo da dietro per le spalle e lo pompavo velocemente, in profondità, si sentiva lo sgabello tremare, tanta era la foga che ci mettevo, e quel rumore di "sciak, sciak, sciak" del mio addome che sbatteva contro di lui e del mio pene che entrava e fuoriusciva dal suo corpo mi faceva impazzire. Lo avevo preso per il torace e, senza staccarmi da lui, lo avevo spostato finchè eravamo finiti per terra sul tappeto, io sdraiato a pancia in sù e Andrea seduto su si me. Quella posizione mi mandava in estasi, era l'incastro perfetto, sentivo il mio pene completamente intrappolato dentro di lui, ci stava un pò stretto ma era una bellissima sensazione. Gli avevo chiesto di non muoversi e lui mi stava assecondato, poi era lui che si era messo ad oscillare, su e giù, tornando ad ogni colpo fino in profondità; non avevo mai provato una goduria simile.
Sentivo chiaro che stavo per venire, ma avrei voluto andare avanti per ore; gli avevo afferrato quindi le mani con forza da dietro e lo avevo fatto sdraiare a pancia in giù, allargandogli un pò le gambe. Gli avevo infilato il mio cazzo ormai rosso nell'ano e mi ero appoggiato completamente sopra di lui, dando un colpo ogni tanto ma cercando di rimanergli dentro il più possibile. Avevo provato a resistere il più a lungo possibile ma mi sono accorto ben presto che non ce la facevo più mentre gli venivo dentro. Quando si era accorto che lo stavo spruzzando all'interno ha cercato di dimenarsi e di allontanarsi, ma l'effetto era stato il ricevere gli ultimi fiotti del mio sperma tutto intorno alle sue chiappe. Andrea che fino a quel momento si era mostrato particolarmente mansueto ed accondiscendente si era arrabbiato e aveva provato ad inveire contro di me, aveva detto che avrebbe dovuto fare lo stesso con me, ma io proprio non ne volevo sapere di penetrazioni. Mi aveva ordinato di prendergli l'uccello in bocca ed anche se non ne avevo nessuna intenzione, glielo avevo fatto fare anche contro il mio volere. Me lo aveva infilato con tale violenza che io stavo quasi per rigurgitare. Avevo provato a rallentarlo, ma lui continuava a spingere con forza il più in fondo possibile; me lo toglieva dalla bocca me lo passava in faccia sporcandomi della mia stessa saliva, e ricominciava a martellarmi fino a dove riusciva a spingere. Tutto ciò che di bello era successo fino a qualche istante prima, ora non c'era più, si era trasformato in qualcosa di estremamente sgradevole e violento. Mi sentivo un pò in colpa per essergli venuto dentro e quindi lo lasciavo fare, ma avrei voluto spaccargli la faccia e andarmene. Mi aiutavo quindi con le mani, menandoglielo il più velocemente possibile cercando di farlo venire, ma sembrava non voler più eiaculare. Continuava a spingermi il suo cazzone come una furia. Dopo altri 5 interminabili minuti di strozzoni, sentii senza alcun preavviso il sapore acre del suo sperma inondare la mia bocca, cercai di togliermi ma altri tre fiotti di crema calda mi erano arrivati in varie parti del viso, uno addirittura sin dentro al naso.
Dopo essere venuto Andrea, si era dato una calmata, ed era tornato alla mansuetudine di inizio serata, cercando di fare il simpatico, io però senza degnarmi di dargli neanche uno sguardo ero andato in bagno a lavarmi, mi ero rivestito e senza dire una parola me ne ero andato da casa sua. Quella è stata l’ultima volta che ci siamo visti.
C'era questo tizio, Andrea, un mezzo fuso ma simpatico, che oltre ad essere nella mia compagnia giocava con me nella squadra di pallavolo, lo conoscevo da diversi anni e con lui ci si divertiva sempre. Era molto esuberante, uno di quelli vestiti sempre sportivo che non stava mai fermo, e sparava un sacco di stronzate, sempre, di continuo.
Un pomeriggio eravamo a casa di Gine, e come d'abitudine da lui guardavamo i porno in compagnia, si beveva e ogni tanto ci si faceva una cannetta. Eravamo particolarmente su di giri, e mentre il resto del gruppo si guardava in tv le prodezze di una tettona bionda che si faceva sbattere da due negroni, io ero andato in cucina a prendermi da bere. Andrea mi aveva raggiunto ed iniziando a cazzeggiare come al nostro solito, siamo poi andati a finire nella camera dei genitori di Gine a scherzare, immaginando quello che i due avrebbero potuto fare su quel letto dallo stile obsoleto. La madre del Gine era una buzzicona mica da ridere, mentre il padre era un peso piuma; lei sopra di lui lo avrebbe potuto schiacciare senza troppi problemi. Come detto, eravamo un pò su di giri, eravamo in una di quelle fasi di risate incontrollabili senza senso, avete presente quando siete mezzi fatti e vi ritrovate a sbellicarvi come dei deficienti senza un apparente motivo? Andrea continuava a prendere per il culo i genitori del nostro compare, ma ad un tratto, senza neanche accorgermene, mi ero ritrovato sul letto, sdraiato a pancia in giù con lui che mi era montato dietro. Mi aveva spinto sul giaciglio e mi teneva le braccia strette dietro, come in una mossa di wrestling. Si era seduto sul mio culo e, sempre tenendomi immobilizzato, continuava imperterrito a sparare cazzate. "Mossa dello scorpione" mi diceva ridendo, poi si era messo ad imitare una cavalcata e, mentre si strusciava, esclamava delirante: "Vai cavallone, cavalca che qui dietro c'è lo stallone!".
Percepivo che la situazione era strana ma continuavamo comunque a ridercela. La cosa che mi straniva era che qui non si trattava di essere un pò fumati, o un pò su di giri, sembrava che quella situazione lo aveva eccitato. Mi sculacciava indugiando sulle chiappe e poi affondava il suo pacco nella parte bassa mio culo. Avevamo entrambi i pantaloni della tuta piuttosto aderenti, ed anche se ero di spalle, potevo avvertire il gonfiore delle sue parti basse. Sempre più invasato, Andrea mi spingeva la testa contro le lenzuola e si era sdraiato sopra di me, assicurando il suo cazzo ben saldo tra le mie chiappe, Si strusciava sempre più forte e sempre più veloce e mentre lo faceva continuava con il suo delirio: "Vai cavallone, cavalca, così!". La cosa non mi divertiva più, così avevo cercato di farmi leva riuscendo a fatica ad alzarmi, lui aveva provato a riportarmi in posizione, ma sforzandomi un pò, con un balzo, ero riuscito a rimanere in piedi sul letto. "Che cazzo stavi facendo, coglione?!" gli avevo ringhiato contro, e lui con il suo solito modo di fare da cazzone mi aveva risposto "Cavallone, cavallone!", come se quello che aveva appena fatto fosse stata la cosa più normale di questo mondo, un innocuo gioco tra amici maschi! Non curante del mio rimprovero, si era messo dietro di me e, afferrandomi per i capezzoli, si era lasciato cadere all'indietro portandomi giù con se in una mossa degna del miglior Hulk Hogan, anche se lo scopo non era certo quello di battermi in un incontro di catch. Avevo avuto la conferma che questo giochetto lo eccitava nell'istante in cui il mio didietro aveva sbattuto vigorosamente contro il suo pacco, che sembrava sempre più duro. Ero riuscito a fatica a liberarmi e mi ero rimesso in piedi di fianco al letto, gli occhi mi erano finiti sui suoi pantaloni che facevano chiaramente scorgere la forma del suo pene eretto. C'era stato qualche istante di silenzio poi lo avevo guardato in faccia e con un pò di sconcerto mandato affanculo. Lui ha cercato di buttarla sul ridere, come sempre, ma io me ne sono andato, lasciandolo da solo nella stanza.
La notte successiva, ripensando a quanto accaduto, mi erano venuti in mente altri episodi del genere successi in passato, che, se prima mi erano sembrati senza peso, ora mi facevano seriamente dubitare sull'eterosessualità di Andrea. Lui era solito scherzare sul sesso, lo faceva sempre. Quando finivamo gli allenamenti di pallavolo ed andavamo in doccia lui era solito fare degli spogliarelli integrali, ti mostrava il culo oppure l'uccello. Lo faceva sempre ridendo e cazzeggiando, e ogni volta veniva sfanculato prendendosi del frocio. Lui non ci dava peso e continuava con le sue battute. Mi era tornato in mente di quella volta in cui pensavo di essere da solo nella doccia, ero a culo all'aria mentre piegato in posizione da stretching mi lavavo le caviglie, poi mi ero accorto che lui era dietro di me a fissarmi in silenzio, e quando gli avevo chiesto cosa stesse facendo, lui aveva minimizzato, dicendo che stava solo pensando. Mi stavo chiedendo poi, se erano delle coincidenze tutte quelle volte in cui ci ritrovavamo a lavarci sempre per ultimi. E il suo cazzo? Era uno ben dotato, oppure si eccitava ogni volta che veniva a farmi i suoi scherzetti nella doccia? Non ci avevo mai fatto caso prima, ma ripensandoci, ogni volta che me lo mostrava ce lo aveva sempre piuttosto duro. E la totale mancanza di peli? Era glabro per qualche strana malattia o si depilava completamente il corpo, come le femmine? Di uomini nudi negli spogliatoi ne avevo visti, ma anche quelli meno pelosi, qualche pelo sotto le ascelle, sulle gambe o sopra l'uccello li avevano, lui niente di niente!.
Comunque più ci pensavo e più non riuscivo a dormire, mi chiedevo come mi sarei dovuto comportare i giorni seguenti. Gliene avrei dovuto parlare o avrei dovuto fare finta di niente? Si trattava solo di uno sfogo da mancanza di figa? Ero io che mi stavo facendo dei viaggi mentali o ci avevo preso? Eppure il suo pene eccitato lo avevo visto e sentito per bene anche attraverso i pantaloni quel pomeriggio!.
Era passata qualche settimana e tutto sembrava tornato alla normalità, si usciva in compagnia e si continuava con il solito cazzeggio, finché arrivarono i primi giorni di estate. Era luglio e i genitori di Andrea se ne erano andati in vacanza lasciandolo da solo a casa per una decina di giorni, cosa che per noi era grandiosa dato che avremmo potuto usufruire della sua dimora per le nostre feste. La prima sera mi era arrivata una sua chiamata, mi chiedeva se volevo raggiungerlo a casa per fare un pò di casino; avevo accettato e alle nove precise ero già la, Appena entrato gli avevo chiesto chi degli altri sarebbe venuto, ma lui mi aveva risposto che saremmo stati solo noi due. L'atmosfera si era fatta un pò imbarazzante, almeno da parte mia; lui infatti si comportava normalmente, era il solito cazzone di sempre. Anche se cercavo di non darlo a vedere, una cosa che avevo notato è che si era messo una canottiera piuttosto attillata e corta, gli si vedeva l'ombelico, mentre sotto i soliti pantaloni della tuta grigi, stile yoga pants, sembrava non esserci niente, non si poteva infatti non notare il suo gingillo sballonzolare in libertà. Mi ero subito chiesto so lo aveva fatto apposta, lo conoscevo da tanto, ero stato molte volte a casa sua, ma non lo avevo mai visto vestito in quel modo. Pantaloni e canotta aderente? Non è che se li sarà messi perchè avrà qualche strana idea in testa?.
La serata proseguiva, io ero seduto sul divano, un pò imbarazzato a guardare la tv, mentre lui era in piedi, quasi di fronte e me a fare esercizi di stretching. Lo avevo più volte invitato a sedersi ma lui, dicendomi di essere stato tutto il giorno seduto alla guida, aveva dei dolori alla schiena e che doveva muoversi un pò. Mentre fletteva il busto in avanti, ho avuto la visione ravvicinata del suo culo, si vedeva chiaramente che non c'erano segni nè di boxer nè di mutande sotto i pantaloni della tuta, ma anche se su questo avevo pochi dubbi, ci avrebbe pensato Andrea a togliermeli del tutto poco dopo quando, sparando una delle sue frasi assurde, si era messo di spalle proprio davanti a me, e si era abbassato di s**tto i pantaloni, rimanendo solo in canottiera. All'improvviso me l'ero ritrovato lì ad allargare le chiappe sincerandosi che io guardassi il suo ano. Sempre con la testa in giù ed il culo in alto a 20 centimetri da me, ironizzava, invitandomi ad ammirare il suo bel posteriore. Mi aveva chiesto se avevo notato che lì in mezzo non c'era neanche un pelo, ma io cercavo invano di invitarlo a coprirsi. Ovviamente non ne aveva nessuna intenzione; stava iniziando a ballare come un deficiente ed abbozzava una goffa lapdance sedendosi sopra di me. Cercava di centrare il mio pacco, e una volta trovato, dimenava il suo culetto nudo avanti e indietro, appoggiando le sue mani sulle mie gambe, cercando di allargarle un pò. Lo avevo invitato a fermarsi, ma lui scherzando, continuava a spingermi il suo didietro contro, poi si era alzato la canottiera fino a coprire la faccia e mi aveva detto di far finta che fosse una donna. Si era alzato in piedi, aveva preso le mie mani e se le portava sulle sue chiappe, prima se le schiaffeggiava e poi pretendeva che lo facessi io. Mi aveva chiesto se fossero belle sode, ma io non gli avevo dato risposta, effettivamente però erano belle tonde e lisce e non sembravano affatto quelle di un uomo.
Mentre ero interdetto dagli avvenimenti lui si era girato, io avevo ancora le gambe aperte, e con decisione aveva afferrato il mio pacco, muovendolo ripetutamente su e giù. Dopo aver constatato il mio indurimento, e prima che io potessi dire o fare qualunque cosa, aveva già infilato la mano sotto pantaloni e mutande, e mi aveva impugnato per bene l'asta, io lo lasciavo fare per qualche secondo fino a che mi aveva fatto alzare e mi aveva abbassato pantaloni e mutande in una sola mossa. Aveva fatto questo gesto con talmente tanta foga che il mio cazzo indurito aveva oscillato su e giù due o tre volte sotto il suo sguardo compiaciuto. Andrea a quel punto aveva aperto un pò la bocca, aveva abbozzato un sorriso, pensavo che avesse intenzione di assaporarlo, invece poi si era alzato e aveva messo il suo pene eretto contro il mio. Ci giocava un pò, sbattendoli adosso e poi li aveva afferrati entrambi iniziando a muoverli. Aveva cercato di baciarmi ma io mi ero scansato, avevo avuto un ripensamento e avevo cercato di sottrarmi dicendogli che non ci riuscivo; non riuscivo a guardarlo in faccia e a fare quello cose. Lui aveva cercato di tranquillizzarmi e si era rimesso la canottiera in faccia, invitandomi a considerare il suo corpo senza faccia. Ancora una volta lo avevo assecondato, era riuscito a farmi mettere a carponi sul tappeto e si era posizionato dietro di me, mi aveva allargato un pò le gambe e mi aveva messo un dito intorno all'ano, disegnando dei piccoli cerchi e cercando a poco a poco di forzare il buchetto.
Non avevo nessuna voglia di farmi penetrare, così lo avevo fatto alzare per poi riportarlo a sedere di spalle, su di un piccolo sgabello situato alla destra delle stanza, lo avevo afferrato per i fianchi spostandolo indietro, in modo che il suo culone fosse libero ma non ci fosse nessuna traccia dei suoi testicoli.
Gli avevo chiesto allora se era in grado di chinarsi in avanti con la schiena il più possibile, lui mi aveva ubbidito, e questo fece si che il suo sedere fosse ancora più alto. Mi ero trovato così di fronte un grosso culone invitante sodo e senza l'ombra di un pelo, non vedevo altro, non c'era un volto, né altre parti del corpo, solo un grosso culone lì davanti tutto per me. Avevo iniziato a toccarlo, saggiandone la consistenza, girando poi le dita intorno al timido buchino. Senza pensarci troppo ci affondai la faccia, emanava un buon profumo di bagnoschiuma così avevo deciso di passarci la lingua, dal basso verso l'alto. Mi ero poi fatto un altro giro con due mani, lo stavo schiaffeggiando e poi palpando forte, avevo appoggiato il medio contro il suo ano e lo avevo affondato fino ad entrarci dentro. Andrea non aveva fatto una piega così continuavo di stimolarlo con due dita, sempre più veloce ed in profondità, dopo qualche decina di secondo mi ero arrestato con le due dita completamente dentro di lui. Volevo gustarmi la sensazione e volevo che anche lui facesse lo stesso. Avevo il cazzo in tiro e glielo avevo appoggiato in mezzo alle chiappe, glielo strusciavo per bene, ma nel fare su e giù la punta tendeva sempre a fermarsi nel solco del suo ano. Stavo cercandi quindi di spingerglielo dentro, ma non riusciva ad entrare, ci avevo rimesso quindi le due dita e gli avevo chiesto di allargare i glutei con le mani, stavo usando anche un pò di saliva e finalmente il suo culo era riuscito ad inghiottire il mio pene. Mi stavano tremando le gambe ed ho avuto un sussulto, ho dovuto appoggiarmi e lo avevo fatto sulla sua schiena ancora chinata in avanti. Lo avevo stretto a me, come in una sorta di abbraccio, e avevo iniziato a muovermi in quello stretto pertugio. Lo avevo afferrato per i fianchi ed iniziando a pomparlo stavo cercando di spingergli il mio cazzo più in fondo che potevo. Mi piaceva quando era tutto dentro, mi fermavo, ne assaporavo la sensazione, e poi riprendevo; mi piaceva anche toglierglielo, vedere il buchino che si chiudeva o poi reinserirlo con forza, speravo che questo gli procurasse un pò di dolore. Continuavo a spingere il mio cazzo fino in fondo, fino a che ce n’era, fino a che non si poteva andare oltre. Forse per un inconsapevole senso di colpa, aspettavo che mi dicesse di fermarmi che gli faceva male, invece questo non accadeva ed io ripeteva l’operazione ancora e ancora.
Ogni volta che il mio arnese era completamente dentro al suo culo e udivo Andrea gemere, mi sentivo il fotutto capo del mondo; ormai avevo preso confidenza, ero io a condurre il gioco, il suo culo era mio. Lo afferravo da dietro per le spalle e lo pompavo velocemente, in profondità, si sentiva lo sgabello tremare, tanta era la foga che ci mettevo, e quel rumore di "sciak, sciak, sciak" del mio addome che sbatteva contro di lui e del mio pene che entrava e fuoriusciva dal suo corpo mi faceva impazzire. Lo avevo preso per il torace e, senza staccarmi da lui, lo avevo spostato finchè eravamo finiti per terra sul tappeto, io sdraiato a pancia in sù e Andrea seduto su si me. Quella posizione mi mandava in estasi, era l'incastro perfetto, sentivo il mio pene completamente intrappolato dentro di lui, ci stava un pò stretto ma era una bellissima sensazione. Gli avevo chiesto di non muoversi e lui mi stava assecondato, poi era lui che si era messo ad oscillare, su e giù, tornando ad ogni colpo fino in profondità; non avevo mai provato una goduria simile.
Sentivo chiaro che stavo per venire, ma avrei voluto andare avanti per ore; gli avevo afferrato quindi le mani con forza da dietro e lo avevo fatto sdraiare a pancia in giù, allargandogli un pò le gambe. Gli avevo infilato il mio cazzo ormai rosso nell'ano e mi ero appoggiato completamente sopra di lui, dando un colpo ogni tanto ma cercando di rimanergli dentro il più possibile. Avevo provato a resistere il più a lungo possibile ma mi sono accorto ben presto che non ce la facevo più mentre gli venivo dentro. Quando si era accorto che lo stavo spruzzando all'interno ha cercato di dimenarsi e di allontanarsi, ma l'effetto era stato il ricevere gli ultimi fiotti del mio sperma tutto intorno alle sue chiappe. Andrea che fino a quel momento si era mostrato particolarmente mansueto ed accondiscendente si era arrabbiato e aveva provato ad inveire contro di me, aveva detto che avrebbe dovuto fare lo stesso con me, ma io proprio non ne volevo sapere di penetrazioni. Mi aveva ordinato di prendergli l'uccello in bocca ed anche se non ne avevo nessuna intenzione, glielo avevo fatto fare anche contro il mio volere. Me lo aveva infilato con tale violenza che io stavo quasi per rigurgitare. Avevo provato a rallentarlo, ma lui continuava a spingere con forza il più in fondo possibile; me lo toglieva dalla bocca me lo passava in faccia sporcandomi della mia stessa saliva, e ricominciava a martellarmi fino a dove riusciva a spingere. Tutto ciò che di bello era successo fino a qualche istante prima, ora non c'era più, si era trasformato in qualcosa di estremamente sgradevole e violento. Mi sentivo un pò in colpa per essergli venuto dentro e quindi lo lasciavo fare, ma avrei voluto spaccargli la faccia e andarmene. Mi aiutavo quindi con le mani, menandoglielo il più velocemente possibile cercando di farlo venire, ma sembrava non voler più eiaculare. Continuava a spingermi il suo cazzone come una furia. Dopo altri 5 interminabili minuti di strozzoni, sentii senza alcun preavviso il sapore acre del suo sperma inondare la mia bocca, cercai di togliermi ma altri tre fiotti di crema calda mi erano arrivati in varie parti del viso, uno addirittura sin dentro al naso.
Dopo essere venuto Andrea, si era dato una calmata, ed era tornato alla mansuetudine di inizio serata, cercando di fare il simpatico, io però senza degnarmi di dargli neanche uno sguardo ero andato in bagno a lavarmi, mi ero rivestito e senza dire una parola me ne ero andato da casa sua. Quella è stata l’ultima volta che ci siamo visti.
6 years ago