Xhamster e l'eros a una dimensione

Sono qui da quasi 80 giorni e sento il bisogno di fare un bilancio. Su questo sito, che fino a poco tempo fa usavo soltanto per visionare materiale pornografico, ho avuto modo di conoscere persone di tutti i tipi. Al momento dell'apertura del profilo non immaginavo che postare qualche foto del proprio pene significasse entrare in contatto con un mondo così complesso e variegato! Ciò che mi ha colpito di più, al di là del fascino di una bella dottoressa milanese, è però una tendenza così diffusa da assurgere a regola, quella alla classificazione certosina dei ruoli in ambito sessuale. Ho ricevuto diversi messaggi privati nei quali mi veniva chiesto se mi consideravo un "bull", ho letto commenti di utenti che tentavano di qualificarsi come "cuck", "sub", "dom", o che si appiccicavano etichette tra le più improbabili.
No, non mi considero un “bull” (in compenso apprezzo molto “Raging Bull” di Martin Scorsese). Non sono nemmeno un “sub”, un “dom” o chissà cos’altro: sono un essere umano che cerca di vivere la sua sessualità in modo libero, senza rinchiudersi in ridicoli steccati. L’erotismo, anche quello più spinto che promana da un video porno o dalle foto che noi stessi condividiamo qui sopra, non può essere che un veicolo di affetto umanizzante; uno strumento che, pizzicando le corde del piacere, libera l’immaginazione e spezza le catene del moralismo conformista. La furia ordinatrice che pervade questo sito e la società di cui è espressione evoca invece gli spettri di un eros diverso: un eros disumano e piatto, monodimensionale.
Nelle sue opere, Herbert Marcuse metteva in guardia dall’insinuarsi nella società industriali avanzate di una non-libertà livellatrice. Oggi possiamo affermare che l’uomo ad una dimensione descritto con mirabile arguzia dal francofortista ha dato vita, e non poteva essere altrimenti, ad un eros anch’esso ad una dimensione: quella della categoria a cui ciascuno sente di appartenere. Ecco dunque che l’istintività multiforme lascia il posto a una rassicurante (all’apparenza) standardizzazione dei desideri e dei comportamenti; e che il sesso, un tempo presidio ultimo di libertà dai condizionamenti sociali, si trasforma in una prigione.
C’è chi dice che in tutto questo il porno, di cui fruiamo proprio per categorie, abbia avuto un ruolo determinante. Io non sono d’accordo. D’altronde, se lo fossi, non frequenterei Xhamster.
Lettore, so cosa stai pensando in questo momento: “Ma smettila di filosofeggiare e ritira fuori il cazzo, sei su un sito porno pieno di fake!” Non mancherò di farlo, ma in verità ti dico: “Non rinunciare mai a comprendere il significato delle tue azioni. Che si tratti di lavorare, di trombare, di menarti l’attrezzo o, se non ce l’hai, di ficcarti un dito nella fica, sarai veramente libero/a solo se perfettamente cosciente delle scelte che operi!”
Published by gordon_pole
6 years ago
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