Vita di parrocchia cap 4

Capitolo 4
Ben presto mi abituai a ricevere il grosso cazzo di Franco con regolarità. Adoravo andare da lui e vestirmi da scolaretta: gonnellina scozzese, calze al ginocchio e camicia bianca legata sull’addome piatto e l’immancabile cerchietto per tenere in ordine i capelli. Ormai mi muovevo disinvoltamente con i tacchi altissimi e il prologo era sempre lo stesso, un po’ di lavoro serale insieme e poco dopo ero già tra le sue braccia a strofinare il culetto nudo sulla sua patta. La mia crescente perversione mi spingeva a sbottonargli i pantaloni e inginocchiato sotto la scrivania gli succhiavo la cappella paonazza, leccando le palle pelose e gonfie. In un momento ero sopra di lui di spalle e il cazzo lubrificato dalla mia abbondante saliva scivolava nel mio ventre caldo fino alla base. Mi spostavo con movimenti rotatori che lui agevolava sollevando le mie cosce facendomi provare la sofferenza della sproporzione tra il mio buchetto e i suoi quasi 30 centimetri di virilità. Al culmine della sua eccitazione, sentivo il suo fiato sulla nuca, la lingua che mi stimolava i lobi delle orecchie e le sue manone pelose sul cazzo oscenamente eretto che mi sbucava da sotto la gonnellina. Era abituato a venirmi dentro, a scaricare –muggendo- quattro o cinque fiotti di sborra bollente che adoravo tenere fino all’indomani dentro di me. Quasi sempre venivo insieme a lui e, nelle rare volte che non sopraggiungeva l’orgasmo anale si inginocchiava lui tra le mie cosce e contenendomi completamente nella sua bocca mi beveva fino all’ultima goccia.
A fine serata era un tormento rimettere i miei abiti da ragazzo e riporre nel baule chiuso a chiave le fantastiche cose acquistate per noi, dissi scherzando che avrei voluto fare una bella vacanza insieme ma, a Franco l’idea non sembrò impossibile e anzi cominciò a pianificare un ritiro religioso nel quale poterci incontrare “casualmente”. La sede individuata fu un monastero il cui priore era un suo caro amico dei tempi del seminario, per il quale ebbe da ragazzo una cotta sentimentale, non ricambiata. Ho chiesto ospitalità a Matteo, e quando gli ho detto che mi avrebbe raggiunto un amico ha capito tutto, procurandomi due celle comunicanti con il bagno in comune. Avremo 3 giorni tutti per noi. Passai i giorni immediatamente precedenti alla partenza a fantasticare, andai da una estetista di un’altra città a depilarmi e a fare la manicure per presentarmi al meglio. Feci shopping di lingerie e scarpe, conoscevo i gusti di Franco e andando sul sicuro scelsi dei completi bellissimi trasparenti e ricchi di pizzi romantici. Le scarpe erano per lo più decoltè, con tacchi altissimi e cinturino alla caviglia, ma anche un paio di stivali lucidi a coscia coi i quali ero davvero impressionante. Per concludere qualche make-up e alcuni lubrificanti profumati.
Published by carsonwiller
11 years ago
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