Il divano....
Ad oggi stanno ancora armeggiando con i telefoni, inviandosi messaggi in attesa di potersi incontrare.
Distano miglia le loro città, ma non demordono.
L'incontro avverrà e sarà bellissimo, lei vuole che sia bellissimo.
In fondo basta solo far avverare le loro fantasie.
Sola in casa lei fa il punto della giornata appena trascorsa: sveglia, faccende, lavoro, cibo. Bene.
E' tutto in ordine e può lasciarsi andare sul divano. A fantasticare su lui e su quel divano...
Squilla il telefono: un messaggio.
"Ehi, che fai di bello?"
"Niente di che, mi annoiavo un pò."
"Uhmmm che non si dica in giro che io lasci annoiare una donna. 15 minuti e sono li, non rispondere. Preparati.
Stava sorridendo, ne era sicura così come stava sorridendo lei alla parola magica: praparati.
Era una certezza mascherata da un finto ordine. Sapeva perfettamente che lei lo avrebbe accontentato comunque.
Mancavano 14 minuti e lui era sempre puntuale, meglio non perdere tempo.
Di corsa in camera da letto ad aprire il cassetto dell'intimo, ricordava di aver indossato i capi in pizzo rosso
l'ultima volta che si erano visti.
Prese dalla pila di tanga uno in raso nero con bordi di organza, il reggiseno senza coppe liscio che riusciva a stento a contenerlo.
Indossarli era un piacere ma lo era ancora di più quando era lui a toglierli.
Si guarda allo specchio: semplice ma d'effetto. Si, il giusto capo per soffermarsi poco e non perder tempo prezioso.
Una vestalietta color pesco corta e lui era già alla porta.
Il campanello urlava d'impazienza e lei sapeva che farlo attendere significava sfidare la sorte: lenta agonia o presa rapida.
Un ulteriore trillo prolungato indicava non attendere oltre, apre la porta e in un secondo era contro il muro, con la lingua
di lui che le inondava la bocca e le mani intrappolate sopra la testa.
Pochi minuti così ed era già carica di umori. Sentiva scorrere tra le gambe che ora stavano per cedere. Liberatasi dalle mani riesce
ad entrare nei suoi jeans, era già duro.
"Mi hai fatto attendere alla porta, ora stai zitta ed attendi tu" le disse togliendole la mano e facendola girare al muro.
"Ti prego fammelo toccare"
"Farò di meglio, credimi"
Così dicendo le alza la vestaglia scoprendole il culo.
"Abbassati" e lei non se lo fece ripetere.
Lo voleva e lo voleva in quella posizione.
Il tempo di spostarle il tanga con una mano ed armeggiare con la sua cerniera che già lo aveva infilato dentro.
Il ritmo era lento, un entrare ed uscire mirato a farla desiderare di essere presa subito e con vigore.
"Così non vale... spingi" chiedeva.
"E' la tua punizione" ed intato ad ogni affondo si soffermava dentro di lei per qualche attimo.
Sapeva benissimo che non avrebbe resistito a lungo e che avrebbe ripreso le forze per girarsi; in un attimo si sfilò da lei
lasciandola ancora piegata e con le mani al muro per sedersi sul ddivano.
La guardava senza dire nulla, ma lei aveva già capito tutto.
Gli si para davanti agitando la corda della vestaglia, la slaccia lentamente la lascia cadere. Rimane in piedi
sovrastandolo, annuisce soddisfatto: lei era li per lui.
Era capace di fargli perdere la testa, e non solo per il suo corpo. Lei rusciva ad intuire le sue mosse, a raggirarle e a
sopraffarle. Amava il suo modo di donarsi, di concedersi a lui senza remore o pudore. Si eccitavano a vicenda e si cercavano
nei momenti di bisogno. Lei era strana: alternava paranoie a sconsideratezza, dolcezza a sensualità. Adorava essere posseduta e
possederlo. Lui l'assecondava volentieri, con lei non ci si annoiava mai.
I momenti migliori erano quelli del sesso sfrenato: non c'era limite alla fantasia, alle frasi oscene... si lasciava guidare
arrendevole ma sapeva imporre i suoi limiti.
Quello, però, era un momento "ti voglio e subito", non c'era spazio per le fantasie, doveva scoparla su quel divano
immediatamente.
"Spogliami e scopami" gli ordinò. Aveva ritrovato il controllo.
Non ci fu tempo per rispondere perchè l'attirò a se cominciando a slacciarle il reggiseno: in un attimo era a succhiarle i
capezzoli già turgidi, a bagnarli con la saliva e a tirali con i denti mentre con le mani strizzava il seno e lo chiudeva
a coppa. Desiderava porvi in mezzo il suo cazzo caldo e vedere la sua bocca avventarvici sopra... ma era talmente eccitato
che se non l'avesse penetrata in quel momento rischiava di venire senza essere toccato.
Era la volta del tanga... giù anch'esso. Era sublime. Il pube con il solo triangolino scuro, una natura talmente invitante
da non riuscire ad evitare di leccarla.
"Infilaci le dita e spingi forte!"
Ormai lei la faceva da padrone e lui non potè far altro che assecondare i suoi ordini.
Fece per alzarzi ma lei lo trattenne per le spalle, piegandosi e facendo oscillare i seni.
"Voglio scoparti vestito. Ora scendo giù e te lo succhio".
Sapeva essere eccitante anche solo parlando, le porcate sussurrate nei momenti intimi erano l'estasi.
La vide abbassarsi aprendo le gambe, spettacolo sublime. Si vedeva l'apertura della fica che era tutta bagnata.
Una mano accarezzava le palle mentre la lingua indugiava sul glande. Con l'altra mano faceva salire tutta la pelle
richiudendo il prepuzio, le piaceva che la cappella spuntasse da dentro la sua bocca.
Era bravissima ed era una goduria.
Adagiato sul divano contemplava quella donna mentre faaceva uno dei suoi migliori pompini.
"Masturbati per me piccola".
Non se lo fece ripetere. Infilò due dita nella fica a gambe spalancate mentre con la testa scendeva e saliva per
far entrare quel cazzo in bocca.
Aveva un bel cazzo lui. Misure giuste per far godere una donna anche solo mettendoglielo in bocca e lo sapeva usare bene.
Lei lo adorava, godeva come non mai quando lo sentiva spingere dentro di se, la riempiva tutta.
"Tesoro ora tienilo fermo che mi ci mett sopra. Voglio il tuo cazzo dentro, voglio sentirlo in gola".
Se non la smetteva di parlare le avrebbe sborrato in faccia.
"Dai brava, vieni a sederti qui sul mio cazzo".
Ci voleva una telecamera per immortalare il momento: lui seduto sul divano completamente vestito e solo col cazzo
fuori. Lei nuda, impalata, che oscillava per prendere il ritmo.
Lo baciava, amava baciarlo mentre lo scopava.
"Mio Dio sei bagnatissima... entro ed esco da te schioccando!"
Ormai era un ritmo crescente, lei si alzava e siedeva, lui succhiava il seno.... le stringeva le natiche....
"Muoviti così... si... sei magnifica"
Non avrebbero resistito tanto, erono sempre eccitati al massimo quando si vedevano.
"Scopami.... spingi... ah ah.... voglio farti sborrare dentro di me...."
Il divano li sosteneva assecondando i loro movimenti.
"Ancora più porca... sii più porca..."
Non si contenevano più nemmeno a parole. Era sempre così tra di loro. Finivano con lo scopare col corpo e non solo.
"Voglio venire su di te... inondarti dei miei umori....sfondami.... tutto dentro..."
"Ancora un pò e lo senti in gola... dimmi che lo vuoi... dimmi che stai per venire... vieni per me... fallo ora"
A quella richiesta lei non potè fare a meno di asserire... i movimenti più lineari...ormai non resiteva più.
"Oh si.... siiiii... vengo... tesoro vengo.... ooohhh"
"Dai... da che ci sono anche io... sento i tuoi muscoli interni mordermi il cazzo... dai piccola.... così... così..."
Dopo alcuni secondi ed il corpo completamente all'indietro per la goduria finale, lei gli si accascia addosso.
"Stupendo... ho goduto immensamente... manca poco per saziarmi del tutto.... provvedi!"
Non se lo fece ripetere due volte. La prese e la sollevò da se, anche lui era al limite e voleva accontentare
la sua richiesta.
La fece sedere sul divano trascinandola per le gambe, le sollevò facendole alzare il culo.
"Ora ti sfondo con forza... tieniti"
La penetrò senza timore... lei era ancora aperta.... e calda... Vi affondò velocemente ansimando... anche lei godeva ancora..
era la sua porca... il sesso tra loro era solo a****le..
"Ti va ancora vero?"
"mmmmmmm voglio la tua sborra"
Dopo gli ultimi affondi uscì da lei giusto in tempo di inondarle la faccia. La bocca aperta ad accogliere il seme che
però andò a toccarle vari punti del viso.
Con le dita la prese e la ingoiò. Era bellissima tutta sporca e ancora vogliosa.
"Oggi si è fatto a modo tuo... ma ricorda che devo ancora punirti."
"Sarò qui, pronta come sempre"
Ed era vero.
Distano miglia le loro città, ma non demordono.
L'incontro avverrà e sarà bellissimo, lei vuole che sia bellissimo.
In fondo basta solo far avverare le loro fantasie.
Sola in casa lei fa il punto della giornata appena trascorsa: sveglia, faccende, lavoro, cibo. Bene.
E' tutto in ordine e può lasciarsi andare sul divano. A fantasticare su lui e su quel divano...
Squilla il telefono: un messaggio.
"Ehi, che fai di bello?"
"Niente di che, mi annoiavo un pò."
"Uhmmm che non si dica in giro che io lasci annoiare una donna. 15 minuti e sono li, non rispondere. Preparati.
Stava sorridendo, ne era sicura così come stava sorridendo lei alla parola magica: praparati.
Era una certezza mascherata da un finto ordine. Sapeva perfettamente che lei lo avrebbe accontentato comunque.
Mancavano 14 minuti e lui era sempre puntuale, meglio non perdere tempo.
Di corsa in camera da letto ad aprire il cassetto dell'intimo, ricordava di aver indossato i capi in pizzo rosso
l'ultima volta che si erano visti.
Prese dalla pila di tanga uno in raso nero con bordi di organza, il reggiseno senza coppe liscio che riusciva a stento a contenerlo.
Indossarli era un piacere ma lo era ancora di più quando era lui a toglierli.
Si guarda allo specchio: semplice ma d'effetto. Si, il giusto capo per soffermarsi poco e non perder tempo prezioso.
Una vestalietta color pesco corta e lui era già alla porta.
Il campanello urlava d'impazienza e lei sapeva che farlo attendere significava sfidare la sorte: lenta agonia o presa rapida.
Un ulteriore trillo prolungato indicava non attendere oltre, apre la porta e in un secondo era contro il muro, con la lingua
di lui che le inondava la bocca e le mani intrappolate sopra la testa.
Pochi minuti così ed era già carica di umori. Sentiva scorrere tra le gambe che ora stavano per cedere. Liberatasi dalle mani riesce
ad entrare nei suoi jeans, era già duro.
"Mi hai fatto attendere alla porta, ora stai zitta ed attendi tu" le disse togliendole la mano e facendola girare al muro.
"Ti prego fammelo toccare"
"Farò di meglio, credimi"
Così dicendo le alza la vestaglia scoprendole il culo.
"Abbassati" e lei non se lo fece ripetere.
Lo voleva e lo voleva in quella posizione.
Il tempo di spostarle il tanga con una mano ed armeggiare con la sua cerniera che già lo aveva infilato dentro.
Il ritmo era lento, un entrare ed uscire mirato a farla desiderare di essere presa subito e con vigore.
"Così non vale... spingi" chiedeva.
"E' la tua punizione" ed intato ad ogni affondo si soffermava dentro di lei per qualche attimo.
Sapeva benissimo che non avrebbe resistito a lungo e che avrebbe ripreso le forze per girarsi; in un attimo si sfilò da lei
lasciandola ancora piegata e con le mani al muro per sedersi sul ddivano.
La guardava senza dire nulla, ma lei aveva già capito tutto.
Gli si para davanti agitando la corda della vestaglia, la slaccia lentamente la lascia cadere. Rimane in piedi
sovrastandolo, annuisce soddisfatto: lei era li per lui.
Era capace di fargli perdere la testa, e non solo per il suo corpo. Lei rusciva ad intuire le sue mosse, a raggirarle e a
sopraffarle. Amava il suo modo di donarsi, di concedersi a lui senza remore o pudore. Si eccitavano a vicenda e si cercavano
nei momenti di bisogno. Lei era strana: alternava paranoie a sconsideratezza, dolcezza a sensualità. Adorava essere posseduta e
possederlo. Lui l'assecondava volentieri, con lei non ci si annoiava mai.
I momenti migliori erano quelli del sesso sfrenato: non c'era limite alla fantasia, alle frasi oscene... si lasciava guidare
arrendevole ma sapeva imporre i suoi limiti.
Quello, però, era un momento "ti voglio e subito", non c'era spazio per le fantasie, doveva scoparla su quel divano
immediatamente.
"Spogliami e scopami" gli ordinò. Aveva ritrovato il controllo.
Non ci fu tempo per rispondere perchè l'attirò a se cominciando a slacciarle il reggiseno: in un attimo era a succhiarle i
capezzoli già turgidi, a bagnarli con la saliva e a tirali con i denti mentre con le mani strizzava il seno e lo chiudeva
a coppa. Desiderava porvi in mezzo il suo cazzo caldo e vedere la sua bocca avventarvici sopra... ma era talmente eccitato
che se non l'avesse penetrata in quel momento rischiava di venire senza essere toccato.
Era la volta del tanga... giù anch'esso. Era sublime. Il pube con il solo triangolino scuro, una natura talmente invitante
da non riuscire ad evitare di leccarla.
"Infilaci le dita e spingi forte!"
Ormai lei la faceva da padrone e lui non potè far altro che assecondare i suoi ordini.
Fece per alzarzi ma lei lo trattenne per le spalle, piegandosi e facendo oscillare i seni.
"Voglio scoparti vestito. Ora scendo giù e te lo succhio".
Sapeva essere eccitante anche solo parlando, le porcate sussurrate nei momenti intimi erano l'estasi.
La vide abbassarsi aprendo le gambe, spettacolo sublime. Si vedeva l'apertura della fica che era tutta bagnata.
Una mano accarezzava le palle mentre la lingua indugiava sul glande. Con l'altra mano faceva salire tutta la pelle
richiudendo il prepuzio, le piaceva che la cappella spuntasse da dentro la sua bocca.
Era bravissima ed era una goduria.
Adagiato sul divano contemplava quella donna mentre faaceva uno dei suoi migliori pompini.
"Masturbati per me piccola".
Non se lo fece ripetere. Infilò due dita nella fica a gambe spalancate mentre con la testa scendeva e saliva per
far entrare quel cazzo in bocca.
Aveva un bel cazzo lui. Misure giuste per far godere una donna anche solo mettendoglielo in bocca e lo sapeva usare bene.
Lei lo adorava, godeva come non mai quando lo sentiva spingere dentro di se, la riempiva tutta.
"Tesoro ora tienilo fermo che mi ci mett sopra. Voglio il tuo cazzo dentro, voglio sentirlo in gola".
Se non la smetteva di parlare le avrebbe sborrato in faccia.
"Dai brava, vieni a sederti qui sul mio cazzo".
Ci voleva una telecamera per immortalare il momento: lui seduto sul divano completamente vestito e solo col cazzo
fuori. Lei nuda, impalata, che oscillava per prendere il ritmo.
Lo baciava, amava baciarlo mentre lo scopava.
"Mio Dio sei bagnatissima... entro ed esco da te schioccando!"
Ormai era un ritmo crescente, lei si alzava e siedeva, lui succhiava il seno.... le stringeva le natiche....
"Muoviti così... si... sei magnifica"
Non avrebbero resistito tanto, erono sempre eccitati al massimo quando si vedevano.
"Scopami.... spingi... ah ah.... voglio farti sborrare dentro di me...."
Il divano li sosteneva assecondando i loro movimenti.
"Ancora più porca... sii più porca..."
Non si contenevano più nemmeno a parole. Era sempre così tra di loro. Finivano con lo scopare col corpo e non solo.
"Voglio venire su di te... inondarti dei miei umori....sfondami.... tutto dentro..."
"Ancora un pò e lo senti in gola... dimmi che lo vuoi... dimmi che stai per venire... vieni per me... fallo ora"
A quella richiesta lei non potè fare a meno di asserire... i movimenti più lineari...ormai non resiteva più.
"Oh si.... siiiii... vengo... tesoro vengo.... ooohhh"
"Dai... da che ci sono anche io... sento i tuoi muscoli interni mordermi il cazzo... dai piccola.... così... così..."
Dopo alcuni secondi ed il corpo completamente all'indietro per la goduria finale, lei gli si accascia addosso.
"Stupendo... ho goduto immensamente... manca poco per saziarmi del tutto.... provvedi!"
Non se lo fece ripetere due volte. La prese e la sollevò da se, anche lui era al limite e voleva accontentare
la sua richiesta.
La fece sedere sul divano trascinandola per le gambe, le sollevò facendole alzare il culo.
"Ora ti sfondo con forza... tieniti"
La penetrò senza timore... lei era ancora aperta.... e calda... Vi affondò velocemente ansimando... anche lei godeva ancora..
era la sua porca... il sesso tra loro era solo a****le..
"Ti va ancora vero?"
"mmmmmmm voglio la tua sborra"
Dopo gli ultimi affondi uscì da lei giusto in tempo di inondarle la faccia. La bocca aperta ad accogliere il seme che
però andò a toccarle vari punti del viso.
Con le dita la prese e la ingoiò. Era bellissima tutta sporca e ancora vogliosa.
"Oggi si è fatto a modo tuo... ma ricorda che devo ancora punirti."
"Sarò qui, pronta come sempre"
Ed era vero.
11 years ago