Flora
Da piccola non sapevo cosa fosse questa piccola operazione. Io e mia sorella eravamo state invitate a un matrimonio, come damigelle, per favore! Sapete che, in queste circostanze, i bambini sono poco sorvegliati. Eravamo entrambi molto golose e non posso dire il numero considerevole di dolci che abbiamo divorato quel giorno. Risultato inevitabile: il giorno dopo, ognuno di noi ebbe una bella indigestione.
La mamma, che non aveva intenzione di averci malate per il resto della vacanza ha subito preso in mano la situazione e si era procurata velocemente termometro e un barattolo di vaselina. È iniziato con mia sorella.
La mamma ci ha misurato la temperatura quando necessario, non spesso, ma mai uno di fronte all'altro.
Mentre ero al caldo sotto le coperte, ho visto nostra madre togliere le coperte a mia sorella, chiederle di girarsi, il che non è stato senza protesta; alzata la voce, si è preparata e la mamma ha alzato la camicia da notte, permettendomi di contemplare il sederino di mia sorella, che ha aperto con due dita, lasciandomi una stella rosa per un attimo in cui ha introdotto la punta del tubo di vetro facendolo entrare di due o tre centimetri.
- Ok, non muoverti mentre io mi occupo di Giulia.
Senza che lei me lo chiedesse, mi voltai a pancia in giù ; mi scoprì e una volta sollevata la camicia da notte, i miei globi furono spinti da parte dalle sue morbide mani, infilò l'estremità del termometro nel buco e il tubicino affondò dolcemente nel mio sedere come per Flora.
- Ecco fatto tesoro mio, stai buona anche tu con il termometro.
Tornò da mia sorella e, girando la testa, vidi che anche lei aveva assistito all'introduzione del termometro. Non mi ha infastidito affatto, anzi; di solito non amavo troppo il termometro, ma ho scoperto di provare una sensazione relativamente piacevole stringendo di tanto in tanto il sedere intorno ad esso.
Mamma è rimasta tra noi due cinque minuti, poi ha letto il primo temrometro
- 37°3,
la sua mano si posò sulle mie natiche e il termometro si ritirò,
- 37°5
Il dottore chiamato presto scrisse la sua ricetta; si riassumeva in queste due parole: un po' di digiuno e un clistere. La dieta è andata da sola, non avevamo voglia di mangiare. Ma i clisteri...
Ah! è stato un bellissimo dramma! Vedo ancora mamma e mia zia che, in occasione del matrimonio, erano venute a passare qualche giorno a casa, sì, le vedo ancora entrare nella stanza dove io e mia sorella dormivamo nei nostri due letti gemelli. La mamma, con aria seria, portava lo strumento, e mia zia la seguiva con qualche asciugamano sul braccio. Aveva un sorriso, mia zia. La divertiva pensare che avrebbe visto le sue due nipotine tendere nude le loro graziose chiappe di bambina verso il minaccioso oggetto appuntito tanto temuto. Essendo mia sorella la maggiore, è con lei che abbiamo cominciato, per quanto riguarda la temperatura. Rivoltata all'idea dell'orribile sorte che stava per esserle inflitta, mia sorella si era seppellita sotto le coperte e si era rifiutandosi di uscire. Sentimenti, persuasione, promessa di ricompensa, minaccia, la mamma ha usato tutto. Niente ha aiutato. Alla fine, impaziente, posò lo strumento di tortura sul comodino e disse a mia zia:
- Veni, aiutami … ,
Entramba afferrarono la parte superiore delle coperte e con un movimento improvviso le tirarono ai piedi del letto. Apparve mia sorella arrossata dalla vergogna e dalla rabbia, la camicia da notte lunga fino ai talloni e le mani che la stringevano alle cosce per non prenderla in braccio.
- Dai, ti vuoi decidere)
mamma ha detto,
- No no! NO ! Non voglio ! Andate via!
Io, puoi immaginare, commosso oltre ogni espressione, osservavo intensamente con in fondo al cuore l'indicibile angoscia che un simile destino mi attendeva. Perdendo sempre più la pazienza, la mamma afferrò le mani di Flora e le allontanò.
- Dai, Thérèse, alza la camicia,
fit-elle a ma tante
mia zia, sempre sorridente, obbedì. Apparvero i polpacci e le cosce di Flora. Per un lampo, addirittura, l'ho vista di spalle. Ma poi mia sorella, reagendo violentemente, si è lasciata andare a tutte le contorsioni possibili, gettando a caso braccia, gambe
- OH! ma, è una vera anguilla, non ci arriveremo mai tra noi due; Aspetta, chiamo Sara...
disse ridendo mia zia Marie, una ragazza robusta di diciotto anni
- Bene, Mademoiselle Flora, ecco alcune storie per così poco, non hai fatto così tanto per il termometro poco fa. Davvero, non ne vale la pena; quando avevo la tua età, so come mia madre sarebbe riuscita a farmi obbedire.
lei disse
- E come l'avrebbe presa, Sara?
chiese la zia ancora divertita.
- E che, poi,
rispose Marie, dandosi qualche pacca sul sedere
- Beh, è un'idea. Quel piccolo sciocco non l'avrà rubato.
Aiutata da mia zia e da Marie, mamma riuscì a girare mia sorella, l'afferrandola con tutto il braccio. Mentre Marie afferrò le caviglie di mia sorella per impedirle di agitarsi e mia zia, sorridendo sempre di più, ampiamente, senza fretta, le sollevò la camicia da notte appena sopra la vita.
E subito la mamma l'ha sculacciata. Ed è stato il miglior spettacolo! Mentre Marie teneva mia sorella inchiodata alla schiena, mamma e mia zia le sollevavano le gambe il più in alto possibile. E mentre la mamma costringeva i polpacci a stare separati con le due mani, non volendo, perché era troppo agitata, fare lei stessa il clistere, mia zia ha afferrato l'apparecchio, l'ha messo su una sedia vicino al letto, ha preso delicatamente la sottile cannula tra pollice e indice e piegato verso il basso. Le natiche rosse di mia sorella erano mirabilmente presentate e, certamente, nella postura più vergognosa che si possa immaginare, permettendo all'occhio di distinguere a colpo d'occhio ciò che una bambina è così desiderosa di nascondere! è la prima che ho potuto osservare ben esposta la fentina di un altro oltre a me. È così carino...
Mi sembra di rivedere mia zia. Questa volta grave, allargò con due dita della mano sinistra il misterioso taglio che invano Flora cercò di stringere. Dopo aver cercato a lungo, mia zia finalmente si è avvicinata alla cannula. Mia sorella emise un ultimo sussulto e, sconfitta, senza opporre la minima resistenza, lasciò che l'oggetto terrificante penetrasse nel profondo di se stessa. Mia zia azionava lo sturalavandini, mentre il frastuono della colluttazione e il crepitio sonoro della sculacciata lasciavano il posto a un religioso silenzio. Interrotta solo dai lamenti dispiaciuti della povera Flora che, per non volersi fare il clistere, era stata sculacciata davanti a tre persone e, davanti alle stesse tre persone, era stata costretta a prenderlo comunque.
-Ed ecco,
disse mia zia. Ma non tolse subito il tubo d'avorio, aspettando che la mamma le desse un segno.
- Benissimo, Thérèse, ha aspettato abbastanza!
Delicatamente, ritirò la cannula dal caldo nido dove si era temporaneamente stabilita… Finalmente liberata, Flora si ritirò velocemente sotto le coperte e, per un attimo, dormì nella sua vergogna e nella sua furia, finché. il momento in cui... Sì, hai capito. Quando fu scomparsa, mamma, mia zia e Marie scoppiarono a ridere; - Beh, penso che si ricorderà della tua sculacciata! Non ho mai visto un dietro così rosso
fit ma tante,
- OH ! che, ho digitato, mi brucia ancora; ma non è tutto, ora vado a preparare quello di Laure
rispose la mamma fregandosi le mani; uscirono tutti insieme.
Dopo pochi minuti, Flora, nella sua lunga camicia da notte, rientrò nella stanza.
- Fiora. Fa male ?
Gli ho chiesto.
-Che cosa ? la sculacciata?
- OH ! che sì, sicuramente; povera Flora... No, ma la cosa... quando ci sta?
- Pooh... no... l'ho sentito appena, mi ha fatto il solletico, tutto qui, è come il termometro; è ancora più piccolo
- OH!
- Sì... se avessi saputo... Oh! che peccato ! Alla mia età, essere stato frustato davanti a zia Thérèse e davanti alla cameriera...
- Oh si ! … ma, dimmi, hai ancora caldo?
- Ti credo ! Cosa mi ha sbattuto il culo mamma! Sono sicuro che è ancora tutto rosso
La mamma, che non aveva intenzione di averci malate per il resto della vacanza ha subito preso in mano la situazione e si era procurata velocemente termometro e un barattolo di vaselina. È iniziato con mia sorella.
La mamma ci ha misurato la temperatura quando necessario, non spesso, ma mai uno di fronte all'altro.
Mentre ero al caldo sotto le coperte, ho visto nostra madre togliere le coperte a mia sorella, chiederle di girarsi, il che non è stato senza protesta; alzata la voce, si è preparata e la mamma ha alzato la camicia da notte, permettendomi di contemplare il sederino di mia sorella, che ha aperto con due dita, lasciandomi una stella rosa per un attimo in cui ha introdotto la punta del tubo di vetro facendolo entrare di due o tre centimetri.
- Ok, non muoverti mentre io mi occupo di Giulia.
Senza che lei me lo chiedesse, mi voltai a pancia in giù ; mi scoprì e una volta sollevata la camicia da notte, i miei globi furono spinti da parte dalle sue morbide mani, infilò l'estremità del termometro nel buco e il tubicino affondò dolcemente nel mio sedere come per Flora.
- Ecco fatto tesoro mio, stai buona anche tu con il termometro.
Tornò da mia sorella e, girando la testa, vidi che anche lei aveva assistito all'introduzione del termometro. Non mi ha infastidito affatto, anzi; di solito non amavo troppo il termometro, ma ho scoperto di provare una sensazione relativamente piacevole stringendo di tanto in tanto il sedere intorno ad esso.
Mamma è rimasta tra noi due cinque minuti, poi ha letto il primo temrometro
- 37°3,
la sua mano si posò sulle mie natiche e il termometro si ritirò,
- 37°5
Il dottore chiamato presto scrisse la sua ricetta; si riassumeva in queste due parole: un po' di digiuno e un clistere. La dieta è andata da sola, non avevamo voglia di mangiare. Ma i clisteri...
Ah! è stato un bellissimo dramma! Vedo ancora mamma e mia zia che, in occasione del matrimonio, erano venute a passare qualche giorno a casa, sì, le vedo ancora entrare nella stanza dove io e mia sorella dormivamo nei nostri due letti gemelli. La mamma, con aria seria, portava lo strumento, e mia zia la seguiva con qualche asciugamano sul braccio. Aveva un sorriso, mia zia. La divertiva pensare che avrebbe visto le sue due nipotine tendere nude le loro graziose chiappe di bambina verso il minaccioso oggetto appuntito tanto temuto. Essendo mia sorella la maggiore, è con lei che abbiamo cominciato, per quanto riguarda la temperatura. Rivoltata all'idea dell'orribile sorte che stava per esserle inflitta, mia sorella si era seppellita sotto le coperte e si era rifiutandosi di uscire. Sentimenti, persuasione, promessa di ricompensa, minaccia, la mamma ha usato tutto. Niente ha aiutato. Alla fine, impaziente, posò lo strumento di tortura sul comodino e disse a mia zia:
- Veni, aiutami … ,
Entramba afferrarono la parte superiore delle coperte e con un movimento improvviso le tirarono ai piedi del letto. Apparve mia sorella arrossata dalla vergogna e dalla rabbia, la camicia da notte lunga fino ai talloni e le mani che la stringevano alle cosce per non prenderla in braccio.
- Dai, ti vuoi decidere)
mamma ha detto,
- No no! NO ! Non voglio ! Andate via!
Io, puoi immaginare, commosso oltre ogni espressione, osservavo intensamente con in fondo al cuore l'indicibile angoscia che un simile destino mi attendeva. Perdendo sempre più la pazienza, la mamma afferrò le mani di Flora e le allontanò.
- Dai, Thérèse, alza la camicia,
fit-elle a ma tante
mia zia, sempre sorridente, obbedì. Apparvero i polpacci e le cosce di Flora. Per un lampo, addirittura, l'ho vista di spalle. Ma poi mia sorella, reagendo violentemente, si è lasciata andare a tutte le contorsioni possibili, gettando a caso braccia, gambe
- OH! ma, è una vera anguilla, non ci arriveremo mai tra noi due; Aspetta, chiamo Sara...
disse ridendo mia zia Marie, una ragazza robusta di diciotto anni
- Bene, Mademoiselle Flora, ecco alcune storie per così poco, non hai fatto così tanto per il termometro poco fa. Davvero, non ne vale la pena; quando avevo la tua età, so come mia madre sarebbe riuscita a farmi obbedire.
lei disse
- E come l'avrebbe presa, Sara?
chiese la zia ancora divertita.
- E che, poi,
rispose Marie, dandosi qualche pacca sul sedere
- Beh, è un'idea. Quel piccolo sciocco non l'avrà rubato.
Aiutata da mia zia e da Marie, mamma riuscì a girare mia sorella, l'afferrandola con tutto il braccio. Mentre Marie afferrò le caviglie di mia sorella per impedirle di agitarsi e mia zia, sorridendo sempre di più, ampiamente, senza fretta, le sollevò la camicia da notte appena sopra la vita.
E subito la mamma l'ha sculacciata. Ed è stato il miglior spettacolo! Mentre Marie teneva mia sorella inchiodata alla schiena, mamma e mia zia le sollevavano le gambe il più in alto possibile. E mentre la mamma costringeva i polpacci a stare separati con le due mani, non volendo, perché era troppo agitata, fare lei stessa il clistere, mia zia ha afferrato l'apparecchio, l'ha messo su una sedia vicino al letto, ha preso delicatamente la sottile cannula tra pollice e indice e piegato verso il basso. Le natiche rosse di mia sorella erano mirabilmente presentate e, certamente, nella postura più vergognosa che si possa immaginare, permettendo all'occhio di distinguere a colpo d'occhio ciò che una bambina è così desiderosa di nascondere! è la prima che ho potuto osservare ben esposta la fentina di un altro oltre a me. È così carino...
Mi sembra di rivedere mia zia. Questa volta grave, allargò con due dita della mano sinistra il misterioso taglio che invano Flora cercò di stringere. Dopo aver cercato a lungo, mia zia finalmente si è avvicinata alla cannula. Mia sorella emise un ultimo sussulto e, sconfitta, senza opporre la minima resistenza, lasciò che l'oggetto terrificante penetrasse nel profondo di se stessa. Mia zia azionava lo sturalavandini, mentre il frastuono della colluttazione e il crepitio sonoro della sculacciata lasciavano il posto a un religioso silenzio. Interrotta solo dai lamenti dispiaciuti della povera Flora che, per non volersi fare il clistere, era stata sculacciata davanti a tre persone e, davanti alle stesse tre persone, era stata costretta a prenderlo comunque.
-Ed ecco,
disse mia zia. Ma non tolse subito il tubo d'avorio, aspettando che la mamma le desse un segno.
- Benissimo, Thérèse, ha aspettato abbastanza!
Delicatamente, ritirò la cannula dal caldo nido dove si era temporaneamente stabilita… Finalmente liberata, Flora si ritirò velocemente sotto le coperte e, per un attimo, dormì nella sua vergogna e nella sua furia, finché. il momento in cui... Sì, hai capito. Quando fu scomparsa, mamma, mia zia e Marie scoppiarono a ridere; - Beh, penso che si ricorderà della tua sculacciata! Non ho mai visto un dietro così rosso
fit ma tante,
- OH ! che, ho digitato, mi brucia ancora; ma non è tutto, ora vado a preparare quello di Laure
rispose la mamma fregandosi le mani; uscirono tutti insieme.
Dopo pochi minuti, Flora, nella sua lunga camicia da notte, rientrò nella stanza.
- Fiora. Fa male ?
Gli ho chiesto.
-Che cosa ? la sculacciata?
- OH ! che sì, sicuramente; povera Flora... No, ma la cosa... quando ci sta?
- Pooh... no... l'ho sentito appena, mi ha fatto il solletico, tutto qui, è come il termometro; è ancora più piccolo
- OH!
- Sì... se avessi saputo... Oh! che peccato ! Alla mia età, essere stato frustato davanti a zia Thérèse e davanti alla cameriera...
- Oh si ! … ma, dimmi, hai ancora caldo?
- Ti credo ! Cosa mi ha sbattuto il culo mamma! Sono sicuro che è ancora tutto rosso
2 years ago