E dopo ... 8 ( seconda parte )

Ero affaticata , mentre lei sembrava soddisfatta , ma non mi era sfuggito che Donatella si fosse rivolta a me dandomi del tu, e così chiesi spiegazioni. Io : " Come mai mi ha dato del tu? Non che la cosa mi dispiaccia ..." E lei di rimando : " Ho pensato che ti potesse mettere più a tuo agio, ma se preferisci torno al lei, che è più formale, mentre qui adesso mi sembra che stiamo trascorrendo dei bei momenti, che ci permetteranno di conoscerci meglio". La guardai , ma sentivo sempre su di me i suoi occhi, come volesse passarmi ai raggi x, come se stesse continuando a studiarmi e volesse capire qualcosa di più: in ogni caso le risposi che " Sì, per me va bene, non ho problemi in tal senso. " Avevo capito che lei voleva giocare con il mio corpo, e per farmi forza mandai giù il bicchiere di vino che mi aveva preparato . Una volta finito di bere, poggiai il bicchiere e ritornai vicino a lei che mi aspettava con un bel fallo in lattice, di quelli che si possono legare , fissare alla vita. Il fallo sarà stato oltre i 25 cm di lunghezza per oltre 5 di diametro, e vedevo che lo stava ungendo con del gel, per lubrificarlo e renderlo più scivoloso. Ora ero a meno di un metro da lei che allungando un braccio mi prese una mano e mi avvicinò a se: a quel punto le nostre labbra si unirono in un lungo bacio. Sentivo sulla sua lingua il sapore del vino appena bevuto, e il grosso cazzo ci manteneva a un distanza che però i nostri grossi seni riuscivano a colmare. Le nostre tettone si toccavano, e sentivamo ognuna di noi i capezzoli dell'altra: una sensazione strana e nuova per me, ma per lei forse era routine, era abituata a dirigere questo genere di giochi. Dopo questo bacio ne seguirono altri , finché forse ritenendosi per il momento appagata si dedicò a palparmi, soprattutto il grosso didietro. Sarà stata la morbidezza delle mie ampie forme, che poi erano poco più piene delle sue ma in ogni caso più visibili, ma fu dopo questi suoi palpeggiamenti che iniziò a fare sul serio e a impartire ordini precisi e decisi. Lei " Ora inginocchiati e succhia " Non ci fu bisogno che sentissi altro, per capire che dovevo piegare le ginocchia fino all'altezza del fallo di lattice, e aprii la bocca per avvilupparlo , seppure a fatica. Era bello e sembrava proprio vero, con le sue nervature, i suoi rilievi, anche se di quella lunghezza ne avevo visto solo nelle mie fantasie, quando durante la notte svegliandomi mi scopro bagnata. Fu in quel momento che decisi che, alla prima occasione ne avrei acquistato uno anch'io. Ma la notte era ancora lunga e Donatella era ancora all'inizio, non era soddisfatta del tutto. Fu quando ricevetti uno schiaffo in pieno viso che capii che intendeva dominarmi in tutti i sensi e in ogni ambito della mia vita . Lei " Avanti vai e leccami il buchino posteriore" Andai e riscontrai che il buchino era stato aperto per bene, e che la penetrazione di poco prima aveva lasciato il segno. Sapevo che poi avrei provato anch'io un trattamento simile , e in verità non mi sentivo del tutto pronta. Succhiare e leccare è una cosa, mentre essere aperta o sfondata, è un'altra cosa. Mi piaceva leccare il suo buchino, passavo tutto intorno la mia lingua, sentivo tutti quei rilievi e ogni due o tre giri, passaggi che facevo, poi spingevo la mia lingua più a fondo possibile: questo faceva sì che lei quasi s**ttasse in avanti, muovendo il bacino, e in ogni caso sembrava le piacesse. Ebbi poi una richiesta strana a cui , però, non mi sottrassi, quando lei mi chiese con tono deciso : " Vai giù e leccami i piedi, baciali , leccali e massaggiali. Adesso mi metto più comoda, vieni" E così raggiungemmo la stanza attigua dove c'erano un divano e due poltrone, e lei ne occupò una dopo averci messo sopra un asciugamano pulito. Si sedette , distendendosi , e mi fece inginocchiare perché cominciassi a leccare e massaggiare. Per fortuna i piedi erano puliti e non emanavano odori sgradevoli: l'effetto fu che Donatella si stava stiracchiando, ma le soprese non erano ancora finite. E dopo che per una decina di minuti avevo massaggiato e leccato i suoi piedi, lei mi disse " Ok, Monica, adesso vieni su di me e cavalca questo bel cazzo! Subito!" Lei si dispose come meglio poteva e credeva, e io un po' a fatica aprii le mie gambe , e con un po' di impegno riuscii, grazie anche al suo aiuto, a inserire nella mia passera la grossa cappella. Stavo per sistemarmi ancora meglio, quando lei mi fece scendere di colpo impalandomi: almeno una ventina di centimetri entrarono di colpo nella mia passera, strappandomi un grido di dolore e stupore. Avevo pensato che avrei sentito uno per uno quei centimetri aprirmi: invece fu un colpo secco quello che mi aprì , per bene, la passera. Poi fui invitata, a suon di sculaccioni, a cavalcare il grosso arnese, e dopo due o tre cavalcate, lei diede un colpo di reni e mi trovai la passera completamente penetrata e aperta. Non era ancora contenta e continuava a sculacciarmi per farsi cavalcare: non so da dove , ma comparvero due mollettine che lei pensò di applicare ai miei capezzoli che, ora, sembravano come due occhi vivi e vispi. Credevo che non potesse andare oltre ma mi sbagliavo: la serpe, come l'avevo soprannominata nella mia mente, mi disse di alzarmi, e che non aveva ancora finito. Mi fece girare e appoggiare le ginocchia sul divano, le mani poggiate sullo schienale: capii le sue intenzioni, quando percepii che il grosso glande apriva i miei grandi glutei e forzava il buchino. La serpe mi teneva per i larghi fianchi, e poi con una spinta più decisa forzò l'ingresso posteriore introducendo il cazzone per almeno 15 centimetri. Un forte grido riempì la stanza, e a quel punto lei estrasse il cazzone e andò nella stanza di fianco e ritornò con una specie di benda con cui mi coprì la bocca. La notte, appunto, sembrava non finire.

fine 8 ( seconda parte )
Published by iset60
2 years ago
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Allacatalla
Allacatalla 2 years ago
Si prospetta una bella nottata….usata ma con classe! 😘
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mantra74
mantra74 2 years ago
....che bella la piega che sta prendendo questo racconto. Ancora una volta ti ritrovi ad essere usata in tutti i sensi
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