E dopo ... 5

Uscendo dalla stanza le cedetti il passo, anche se doveva essere lei a cedere il passo all'ospite: prendemmo l'ascensore che ci portò in cima, dove c'era questo locale di ristoro bello e panoramico. Notai con un certo disappunto che era una bella donna, bei vestiti ( un completo blu e una camicia beige), la giusta quantità di "oreria" , cioè era una donna misurata ma aveva anche quel "non so che" che mi metteva un po' d'ansia. Il cameriere prima di accompagnarci al tavolo disse a Donatella " Ho fatto accomodare i suoi collaboratori al solito tavolo", e lei rispose "Grazie, ha fatto bene, ma la prossima volta mi avverta prima ". Raggiunto il tavolo Donatella fece le presentazioni. Donatella rivolgendosi a me disse " Lei è Federica e lui è Massimo", e poi presentò me ,dicendo " Lei è Monica e cosa dovrà fare si vedrà" Indicandomi Federica ci disse " Federica cura il settore del recupero qui in zona, ed è bravina, ogni tanto ha bisogno di qualche rimprovero, ma nel complesso se la cava". Federica era la classica trentenne, con lo smartphone, magari ultimo modello, ben vestita anche lei ma non come il capo, leggermente tettona, ma con molto meno culo della sottoscritta, bei capelli neri come pure i suoi occhi, impenetrabili. Un bel profumo, credo di Dior, annunciava che lei era lì. Capii che Donatella, il capo, ci teneva a certe formalità quando, spostando lo sguardo, guardai Massimo. Anche lui sulla trentina o forse poco più grande, era massimo anche di fatto: non che fosse un orso, ma era di corporatura robusta, cosa piacevole in certi contesti: aveva capelli corti di colore biondo cenere, occhi castani, portava occhiali da vista e, anche lui indossava un completo con tanto di giacca e cravatta. Di lui il capo disse: " E' un bravo ragazzo, si impegna ma come sa e ha imparato a sue spese, deve fare di più". Donatella disse : " Mangiamo qualcosa e poi vediamo , in dettaglio la situazione di ognuno di voi". Loro, i suoi collaboratori, si dissero d'accordo, e un gesto del capo fece arrivare il cameriere che subito prese nota delle nostre richieste. Ci portarono delle insalatone, soluzione per poter mangiare velocemente, e per poter parlare .Ovviamente non si parlò di lavoro fino all'arrivo dei caffè. A quel punto Federica mostrò dei fogli al capo che, dopo averli scrutati scosse la testa, dicendo "no, no , no, così non va" e annotò delle cose sul foglio che restituì. Il capo poi le disse di andare e di chiamarla più tardi. Poi fu il turno di Massimo e anche lui ricevette un rimprovero, e vidi che arrossì quando lei gli disse che era stato un deficiente. E anche lui , dopo che ricevette indietro il foglio con relative annotazioni, si alzò e se ne andò. Quando fummo sole lei mi guardò e mi disse: " Beh, cosa ne pensa dei due collaboratori? " Io la guardai, un po' sorpresa, e le risposi " Non posso darle un parere , non ho elementi sufficienti e non so che tipo di lavoro svolgono, obbiettivi , budget o cose simili, ma per quello che ho potuto vedere , mi sembrano brave persone, ma sul lavoro non so". Lei mi scrutò a lungo, al punto che mi stavo per preoccupare , quando replicò così " Mi fa piacere sentire che è equilibrata nel dare giudizi, ma arriverà il giorno, sia che lavori con me sia che faccia altro, che forse dovrà schierarsi, scegliere e compiere decisioni anche discutibili. E' vero sono brave persone, ma poi ci sono i risultati. Nel nostro lavoro, in questo caso recupero crediti, loro sono dei capi area, ma entrambi invece di affiancare i loro collaboratori in trattative o negoziazioni importanti, hanno affidato il compito a persone che poi non hanno concluso niente. Dare troppa fiducia , come vede, non sempre ripaga, e questo vale anche per me, ed è per questo che lei è qui, oggi. " Nel dire queste parole mi prese una mano con la sua: al tatto era morbida, direi piacevole sentire quelle dita. Ma furono le parole che seguirono a farmi battere il cuore a 1000. Donatella , guardandomi negli occhi, mi disse " Vede lei potrebbe lavorare per me a tempo pieno: lavoro di segreteria ma anche sul campo, fuori dall'ufficio. Come le avrà detto mio marito, ci serve una persona che mi accompagni in certi spostamenti, e questo riguarda l'azienda di Alessandro. Poi c'è quest'altro lavoro, che a me sta molto a cuore, perché è una cosa mia, e in cui credo molto. Per potenziarlo come voglio io, ecco mi servirebbe una collaboratrice a tempo pieno: se lei lavorasse per mio marito potrebbe anche lavorare per me, dato che i miei uffici, quelli del recupero crediti , sono nello stesso edificio. La cosa comoda è proprio questa, che gli uffici , il quartier generale, è lo stesso, ma la differenza è che il capo sono io e non Alessandro, e lei deve rispondere solo a me. Lei mi ha capito, vero? " Cercai di sottrarmi alla sua mano, ma lei intuendolo strinse di più, ma poi mi lasciò la mano e mi disse: "Ora vado un momento alla toelette , lei ci pensi bene, e quando torno mi dia una risposta: sì oppure no". Vidi che si allontanava e i miei pensieri erano tra il dire subito sì e poi il timore ,dicendo di no, di dover dipendere sempre da Marco o da chi per lui. Volevo un po' di autonomia, poter fare cose senza doverle elemosinare, ma ero indecisa. Quando la vidi tornare , ero pronta a darle la risposta, ma lei mi precedette e mi disse : " Ho parlato poco fa con Alex, che poi è Alessandro ma io lo chiamo Alex, e gli ho detto che lei , Monica, era qui con me. Morale della favola, non è necessario che vada in azienda, dato che dovrebbe, in definitiva, lavorare con me e per me. Quindi , cosa ha deciso?" Io : " Per me sta bene, accetto: però dovrei ricevere altri chiarimenti." E lei bruciandomi sul tempo mi disse " Facciamo così. Restiamo un po' di tempo insieme, così ci conosciamo meglio. Ho qui una camera prenotata per ogni evenienza, e c'è un letto matrimoniale, e domani mattina andiamo insieme in azienda. Ci sta o ha altri impegni?" Io le dissi che avevo l'auto da controllare, perché ho sempre timore che me la rubino al che lei fece la seguente proposta: "Facciamo così: lei va a casa, si porta poi appresso un cambio e ciò che le serve. Io diciamo, tra due ore massimo la vengo a prendere con la mia auto, ok? Mi dica dove devo venirla a prendere." Le fornii tutti i dati e la salutai.
fine 5 parte

Nota : so che procede a rilento, ma ho i mei tempi. Monica
Published by iset60
2 years ago
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SandroGE
SandroGE 2 years ago
... e come diceva De André "ma la suspance ci fu d'avvero..."
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tagher15
tagher15 2 years ago
sei bravissima a scandire i tempi ci lasci sempre con la voglia di sapere cosa succedere e di conseguenza l'eccitazione della sorpresa, ancora complimenti
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duro49 2 years ago
Seguo...con naturale voluttà 
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Allacatalla
Allacatalla 2 years ago
Tempi ottimi Monica…sei passata da un sesso strong…ad una più piacevole raffinatezza…al momento…ma sono certo che ci saranno delle sorprese….😘😘😘😘
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mantra74
mantra74 2 years ago
I tuoi tempi sono anche i nostri. Non ci deve essere fretta nei racconti, è così intrigante l’attesa di ciò che ci si potrebbe aspettare
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