ERIKA PARTE 3

E R I K A PARTE 3
CAPITOLO 7
Improvvisamente la voce di Nadia irruppe nella stanza :
“Eccomi Erika, ho inserito anch'io il vivavoce. Sono nuda sul letto con le gambe
divaricate e mi sto già accarezzando il clitoride col un tuo sandalo. Attendo con ansia il
pomeriggio di domani per accoglierti nel mio letto e sfogare la nostra passione e i nostri
istinti. Sono sicura che non ci porremo alcun limite.”
“Anch'io provo la stessa morbosa ansia in quanto abbiamo troppo bisogno l'una
dell'altra. Anch'io ho qualcosa importante da dirti ma data la mia impellente voglia di
ascoltare la tua voce, vorrei che fossi tu ad iniziare.”
“Erika sei proprio un amore. Volevo sapere che ne pensi della professoressa Maseri.”
“So che è una delle più brave. Sei forse iscritta con lei in Logica 1 ?”
“Sì e anch'io la trovo in gamba.”
“Nadia hai fatto bene ad iscriverti con lei. Dato che la materia è troppo complessa,
conta su di me nel caso abbi qualche difficoltà. Quest'anno volevo iscrivermi con lei in
Logica 2 ma i suoi orari coincidono con quelli di altre due materie e quindi mi sono
iscritta col prof. Arelli che purtroppo non è bravo come lei. Comunque Elettra ne parla
molto bene. Ti ricordi di Elettra Talgini ?”
“Certo Erika, ci incontriamo spesso; anche stamattina dopo le undici nel corridoio
centrale della facoltà e poi anche al bar dove mi ero recata per rinfrescarmi con un thè
prima di ritornare a casa. Datoto che Elettra si trovava lì perché aveva lezione alle ore
15, ho deciso di accompagnarla mangiando due panini assieme a lei ma poi ci siamo
soffermate a parlare ancora un po'. E' veramente una ragazza a modo.”
“Sì Nadia e anche molto premurosa. Comunque riguardo la professoressa Maseri,
ricordo che faceva parte della commissione, composta dal preside e da cinque professori,
quando sostenni l'esame integrativo. Mi posero alcune domande su Aristotele ma dopo lei
intervenne ponendomi soltanto due domande abbastanza acute che sinceramente non mi
aspettavo, su Panezio e Carneade. Dopo che ebbi risposto alle sue domande si rivolse
alla commissione ma in particolar modo al preside, dicendo :
“Preside sappia che lo scorso anno, quando lei non era ancora preside di questa facoltà,
ho trascorso ben tre mesi al Trinity College di Dublino in virtù del progetto Erasmus. Ho
quindi potuto constatare personalmente come in quell'ateneo ci si impegna per l'eccellenza
nell'insegnamento cercando di valorizzare l'apprendimento di ogni singolo studente. Si
ricordi che privatamente le avevo anche detto che ogni studente europeo, particolarmente
vocato a questa carriera, trova nel Trinity College il suo principale punto di riferimento.
Mi è stato sufficiente porre alla signorina Erika Tivoli soltanto due difficili domande, una
su Panezio e l'altra su Carneade per dimostrare a questa commissione la qualità della
preparazione di questa allieva. Non mi sono sbagliata affatto e come avete constatato, le
risposte date dalla signorina Tivoli sono state impeccabili e più che esaurienti.”
Il preside, alquanto imbarazzato, disse :
“Professoressa Maseri, lei sa bene che il regolamento richiede un esame.”
La professoressa lo interruppe immediatamente dicendo :
“Signorina Tivoli, sicura di parlare anche a nome dei miei colleghi, la informo che
l'esame è già concluso e mi congratulo con lei per averlo superato tanto brillantemente.
Ritengo anche doveroso scusarmi con lei per formare parte anch'io di una commissione
che erroneamente ha insistito a farle perdere tempo convocandola a questo inutile esame
integrativo. Approfitto quest'occasione per ringraziarla di aver scelto questo nostro ateneo
e porgerle il benvenuto a nome di tutti i professori.”
Subito dopo mi si avvicinò per stringermi la mano e cominciò ad applaudirmi. Gli altri
professori si unirono all'applauso ed uno ad uno mi si avvicinarono emozionati a
stringermi la mano. Il preside fu l'ultimo ad alzarsi e dopo essersi unito all'applauso mi si
avvicinò dicendo :
“Signorina Tivoli, sono stato nominato preside da poco e ho seguito soltanto le regole.
Come vede, abbiamo tutti sempre qualcosa da imparare, la prego di accettare le mie
sincere scuse e le mie congratulazioni per la sua eccellente preparazione. Mi associo alla
professoressa Maseri nel porgerle il mio personale benvenuto in questo ateneo.”
Vista la sincerità del preside, gli dissi :
“Signor preside, le sue parole e quelle della professoressa Maseri mi hanno colpita e
commossa allo stesso tempo. Non deve assolutamente scusarsi in quanto ha
semplicemente compiuto col suo dovere ed io ero pienamente consapevole di dover
sostenere quest'esame come da prassi. Ad esserle sincera non penso assolutamente aver
sprecato del tempo presentandomi qui, anzi, è stato un vero piacere conoscervi; vi
ringrazio di cuore per l'emozione che il vostro sincero e spontaneo benvenuto mi ha
procurato.”
“Signorina Tivoli, adesso è lei far commuovere me. Le rinnovo il mio personale
benvenuto presso il nostro ateneo, che adesso è anche suo, e le manifesto l'orgoglio che
provo di averla fra di noi.”
Il preside era tanto commosso che, spalancando le braccia, mi avvolse in un abbraccio.
Poi si rivolse alla commissione dei professori dicendo loro :
“Spero che anche voi accettiate le mie umili scuse e possiate offrirmi il supporto ed i
suggerimenti di cui ho bisogno per svolgere il mio incarico nel migliore dei modi.”
A quel punto la professoressa Maseri gli si avvicinò e stringendogli la mano disse :
“Preside, voglio farmi portavoce dei miei colleghi per dirgli di non preoccuparsi e di
essere certo di contare sempre sulla nostra collaborazione.”
A quel punto i professori gli rivolsero un forte applauso. Il preside non poté
nascondere la sua riconoscenza ed emozione e dirigendosi a tutti aggiunse :
“La vostra buona propensione ad assistermi mi commuove e non posso fare a meno di
ringraziarvi. Vorrei che adesso ci dirigessimo tutti nel mio ufficio per festeggiare, anche
con semplici bevande e pasticcini, questo nostro particolare incontro che per me è stato
commovente.”
Tutti accettarono ed il preside si avvicinò al suo assistente per chiedergli di contattare
al bar della facoltà per ordinare bevande e pasticcini, da addebitare nel suo conto
personale e farli portare all'ufficio della presidenza. Dopo il preside chiese alla
professoressa Maseri e a me di avviarci verso il suo ufficio a braccetto con lui.
“Erika deve essere stata senz'altro un'esperienza indimenticabile per tutti voi ma
volevo conoscere la tua opinione riguardo la Maseri come donna.”
“Nadia la trovo molto fine e desiderabile. Ogni volta che la vedo ci scambiamo alcune
parole ma non appena rientro a casa le dedico sempre un ditalino. Se la sapessi lesbica mi
piacerebbe coricarmi con lei quanto prima.”
“Erika anche a me ha ispirato parecchi ditalini e ho scoperto la sua bisessualità.
Volevo dirtelo prima ma hai dovuto interrompere la telefonata.”
“Nadia ma stavo riordinando la mia stanza e raccogliendo gli indumenti sporchi per
caricare la lavatrice. Comunque sei molto perspicace e le tue parole sono musica per me.
Ma cosa ti spinge ad affermare che è bisessuale ?”
“Sappi che in classe mi seggo sempre nelle prime file e l'ho notata spesso guardare me
e qualcun altra in modo alquanto particolare. Oggi ha spiegato la dottrina dei contrari di
Eraclito e a differenza di altre volte non sono riuscita a seguirla bene in alcuni concetti e
neanche quando a fine lezione tornai a rileggere velocemente gli appunti che avevo preso.
Decisi quindi di rivolgermi direttamente a lei e appena uscii dall'aula la scorsi a poca
distanza mentre si intratteneva con alcune studentesse fra cui anche Elettra che appena mi
vide mi venne incontro e ci abbracciammo e baciammo. Raggiungemmo il gruppo senza
staccarci l'una dall'altra e mi presentò alle altre due sue compagne.”
“Non sapevo che le mie due migliori allieve si conoscessero.” ci disse compiaciuta la
professoressa Maseri.
“La ringrazio per il concetto che ha di noi; comunque ci siamo conosciute una ventina
di giorni fa.” rispose Elettra dandomi un bacio.
“E' vero professoressa e siamo diventate subito amiche. Comunque non sono proprio
la sua migliore allieva in quanto la stavo cercando affinché mi consigliasse qualche libro
su Eraclito visto che poco ne ho capito ben poco.” le dissi.
“Nadia non fartene assolutamente una colpa in quanto ho sempre considerato Eraclito
come uno dei presocratici più noiosi e difficile da capire.” mi disse Elettra stringendomi
più forte.
La professoressa rimase qualche istante in silenzio e poi disse :
“Nadia, come ben dice Elettra, il pensiero di Eraclito è alquanto difficile da
comprendere e spesso ho ipotizzato che forse neanche lui stesso si capiva. Mi sono
accorta della tua confusione e nonostante sei una dei pochi che quando spiego mi pongono
domande argute, oggi non me ne hai fatto e a dire il vero, oggi mi sono mancati i tuoi
acuti interventi. Me ne assumo pienamente la colpa in quanto Eraclito mi piace poco e
forse per questo motivo oggi l'ho spiegato d'istinto e alquanto velocemente. Ti ringrazio
per avermi fatto notare questa mia mancanza e siccome immagino che il resto dei tuoi
compagni si trovi nella tua stessa situazione, la prossima volta anziché andare avanti col
programma ripeterò, per intero e molto più chiaramente, la lezione di oggi. Comunque,
dato il tuo interesse, se hai tempo e voglia puoi venire nel mio ufficio in quanto ho due ore
libere; ripeterò la lezione di oggi esclusivamente per te e ti darò qualche mio libro per
schiarirti maggiormente le idee.”
“Accetto volentieri e la ringrazio per la sua disponibilità.” le risposi.
“Professoressa visto che adesso ha da fare e che tra poco noi abbiamo un'ora lezione di
Storia della Filosofia, ci congediamo.” le disse Elettra.
“Va bene ragazze, ci vedremo domani a lezione di Logica 2.” rispose la Maseri.
“Erika non posso negarti che mentre camminavo affianco alla professoressa, mi stavo
eccitando. Quando entrammo nel suo ufficio posò la borsa e il quadernone degli appunti
sull'ampia scrivania. Aprì le finestre per fare arieggiare l'ampia stanza, si tolse il foulard
che portava va al collo e lo posò sulla scrivania. Non poté nascondere la sua
soddisfazione quando notò che fissai istintivamente la sua generosa scollatura e qualche
secondo dopo si avvicinò alla macchinetta del caffè.”
“Nadia sento bisogno di un caffè, posso prepararne uno anche per te ?” mi chiese.
“Grazie professoressa, anch'io ne ho di bisogno e l'accetto con piacere.” le dissi
cercando di nascondere la mia eccitazione.
“Lo credo anch'io Nadia; il caffè è alquanto rilassante.” mi disse.
Dal suo sguardo potei intuire che era conscia della mia eccitazione. Si diresse alla
libreria e prese tre libri che appoggiò sulla scrivania; dopo si avvicinò alla scrivania coi
due bicchierini di caffè e si accomodò su una sedia affianco a me. Mentre sorseggiavamo
il caffè sfogliò alcune pagine del suo quadernone ed iniziò a spiegare tanto lentamente e
chiaramente che non ebbi bisogno di prendere appunti. Nonostante l'eccitazione dovuta
alla nostra vicinanza, seguivo attentamente la sua accuratissima spiegazione nonostante il
suo intenso profumo e la scollatura della camicia blu a maniche corte mi inebriassero e
facessero sognare. Al termine della spiegazione scostò leggermente la sedia per
accavallare comodamente le gambe e lo spacco frontale della gonna mi permise vedere
una maggior porzione delle sue cosce anche perché, appoggiando il gomito sulla scrivania
per sostenersi meglio il capo con la mano, spinse di poco il bacino verso l'estremità della
sedia. Mi sorrise e disse:
“Intuisco che non hai più tante lacune riguardo Eraclito. Ti presto questi libri ed il
quadernone con i miei appunti per ulteriori approfondimenti; non sono solita prestarli ma
visto il tuo particolare interesse, lo faccio con piacere.”
“Professoressa non so come ringraziarla in quanto con questa minuziosissima
spiegazione ho già tutto chiaro. La trovo preparatissima e la ringrazio per avermi
dedicato tanto tempo e per prestarmi i suoi libri ma devo rifiutare il suo quadernone
giacché vedo che quando spiega lo consulta sempre.”
“Nadia sono veramente soddisfatta per essere riuscita a farti comprendere bene questa
lezione. In questo quadernone ho riportato soltanto il programma di Logica 1 quindi
tienilo e restituiscimelo dopo domani quando tornerò a ripetere questa stessa lezione.”
“Visto che gli appunti di questo quadernone sono chiarissimi come mai non l'ha
pubblicato ? Sarebbe un'ottima dispensa.”
“Nadia, insegno in questa facoltà da circa quindici anni sempre le stesse materie e
cerco di approfondire sempre più le mie conoscenze; non l'ho mai pubblicato in quanto lo
aggiorno spesso. Mi soddisfa constatare che molti di voi seguono con interesse le mie
lezioni; tu ed altre tre ragazze siete quelle che più vi concentrate. Siete proprio vocate a
questa carriera.”
“In effetti è vero; mi affascinano tutte le materie.”
“La prossima settimana si terrà un breve corso di aggiornamento che ci terrà impegnati
tre interi pomeriggi ed è rivolto ai professori. Dato che l'entrata è libera sarebbe bene che
anche tu partecipassi. Te la senti di assistere ?”
“Certamente, verrò con molto piacere. Dove si terrà ?”
“Nel nostro auditorium dalle ore 14 alle 18. Nadia, se continui ad applicarti così fra
qualche anno diventeremo colleghe in quanto attualmente questa carriera offre poche
prospettive lavorative.”
“Spero proprio dedicarmi all'insegnamento.”
Si accorse che ero parecchio eccitata dal modo in cui spesso le guardavo le cosce. Aprì
il pacchetto di sigarette che era sulla scrivania e disse :
“Mi hanno regalato questo pacchetto di Kent originali americane. Dato che ne è
rimasta soltanto una, ti va di condividerla con me ?”
“Fumo sigarette leggere, le Merit, ma accetto volentieri.”
“In effetti è un po' tosta ma ha un aroma particolare; spero che ti piaccia.”
Accese la sigaretta e dopo una lunga boccata me la porse fra le dita. Mi eccitai ancor
di più quando mi sfiorò le dita per porgermi la sigaretta e quando ebbi il filtro sulle labbra
mi sembrò di baciare le sue. Lei percepì l'effetto che quella sigaretta ebbe in me giacché
mi venne istintivo di tossire. Intervenne subito dicendomi :
“Visto che tossisci è meglio che non la fumi.”
La guardai alquanto imbarazzata e senza accorgermene dissi :
“La fumerò in quanto ho bisogno di qualcosa di forte.”
Allungò il braccio e coprendomi la mano con la sua, disse :
“Rilassati; avverto che sei un po' tesa.”
“Vero, sono un po' tesa.”
Cercò di rompere il ghiaccio accarezzandomi teneramente la guancia.
“Nadia è semplicemente l'effetto di una sigaretta un po' fortina. Rilassati e riprenditi.”
“Sì, è proprio la sigaretta ma nonostante tutto mi piace.”
Dopo scostò la mano dalla mia e disse :
“Nadia hai buon gusto riguardo l'abbigliamento e la scelta dei colori. Anche a me
piace abbinare il bianco col blu e per ciò che riguarda sandali e zoccoli, li preferisco neri o
bianchi.”
Cercai di incoraggiarmi ed osai dirle :
“Professoressa la considero un'esteta. Trovo perfetto il suo abbinamento : camicia blu,
gonna bianca e zoccoli bianchi. Tra l'altro lo spacco frontale della gonna le esalta anche
la bellezza delle gambe.”
“Nadia, le mie gambe non sono granché ed ho anche qualche segno di cellulite nelle
cosce; sono un po' sproporzionata in quanto ho un seno non adeguato ai miei settanta
chili.”
“Si sbaglia, ha un bel fisico e vorrei tanto avere un seno come il suo. Io indosso
appena la terza misura. Ammiro anche il suo fisico e sinceramente l'invidio.”
“Nadia mi lusinghi troppo. Siete voi da invidiare, infatti mi piace passare e
soffermarmi tra i banchi per ammirare la vostra bellezza e freschezza. Reputo ideale la
terza misura di seno e suppongo che potresti anche fare a meno del reggiseno in quanto lo
noto abbastanza sodo. Tieni conto che ho quarantasei anni e che ho allattato due figli.
Visto che il mio seno è indefinito tra la quarta e la quinta misura, io stessa mi faccio i
reggiseni rinforzandone certe parti giacché è alquanto flaccido.”
“Significa che acquista l'occorrente e cuce da sé ?”
“Proprio così. Ogni tanto ne acquisto qualcuno che mi piace e lo modifico in modo
che mi si adatti perfettamente; faccio anche gli slip e li abbino ai colori del reggiseno. Ho
acquisito una tale destrezza che in meno di mezz'ora cucio un reggiseno ma se mi recassi
in un negozio impiegherei molto più tempo a sceglierlo. Cucire è sempre stato il mio
passatempo preferito.”
“Scommetto che si cuce anche gli abiti in quanto li trovo alquanto originali.”
“Brava Nadia, la perspicacia è senz'altro una delle tue virtù. In effetti disegno ed
elaboro la maggior parte del mio abbigliamento. Comunque mi piace la tua camicia jeans
bianca coi bottoni blu, reggiseno blu, minigonna jeans bianca con quattro bottoni esterni
blu identici a quelli della camicia e sandali neri. Trovo il tutto armoniosamente abbinato.
Sei molto bella e le tue misure sono perfette; i capelli leggermente lunghi ti donano
abbastanza e grazie alla tua minigonna, è molto gradevole contemplare così da vicino
buona parte delle tue affascinanti cosce.”
Dato che il ghiaccio si andava sciogliendo sempre più, le dissi :
“Professoressa adesso è lei a lusingare me; mi fa molto piacere sapere che le piaccio e
che le affascinano anche le mie cosce ma dato che questa camicia non è affatto
trasparente, come intuisce che indosso un reggiseno blu ?”
“Perché mentre sfogliavi il libro ti si è sbottonata la camicia.”
“Scusi non me ne ero accorta. Fra i cinque bottoni di questa camicia il secondo è
l'unico lento e dimentico sempre di rinforzarlo. Lo abbottonerò subito e oggi stesso lo
rinforzerò.”
Dopo avermi riabbottonato la camicia la guardai scorgendo un velo di tristezza nei suoi
occhi. Tornai quindi a scusarmi.
“Nadia sei troppo educata e non devi assolutamente scusarti. Avrei dovuto immaginare
che non appena te l'avessi detto l'avresti riabbottonato immediatamente. Non vorrei che te
la prendessi a male o pensassi chissà cosa di me se ti dicessi che speravo che se ne
sbottonasse qualcun altro e anche dalla minigonna, per poter apprezzare meglio ciò che il
tuo abbigliamento nasconde. Era una bella fessura che spiccava gradevolmente tra il
bianco della camicia e mi lasciava intravedere una piccola parte del tuo seno e del
reggiseno. Possiedi indubbiamente un bel seno e quando in classe noto che indossi una
camicia alquanto trasparente, mi avvicino con molta discrezione, per contemplare meglio
le tue belle tette; in realtà non mi piace tanto spiegare dalla cattedra e per questo motivo
spesso mi inoltro tra i banchi. Quando passo vicino a te mi soffermo sperando che cambi
la posizione delle tue splendide cosce per ammirarne altre porzioni.”
Mi incoraggiai ancora di più e dopo una brevissima pausa, osai spingermi
spudoratamente oltre e le dissi :
“Ad esserle sincera anche lei mi attira molto; persino il suo modo di camminare. Non
penso assolutamente male di lei in quanto trovo naturale che una donna guardi
attentamente un'altra donna. Attendo con ansia che durante le sue spiegazioni mi si
avvicini e quando lo fa anche Silvio, che quasi sempre mi siede vicino per guardarmi le
cosce, si eccita. La differenza fra noi due è che mentre io posso nascondere l'eccitazione,
lui non può. Quando lei si appoggia sul mio banco, dandomi le spalle, provo un
irrefrenabile desiderio di accarezzarle il culo.”
“Nadia, mi accorgo di tutto e di tutti. Mi gratifica sapere che il mio culo ti ecciti tanto.
Parecchi tuoi compagni oltre Silvio, che tra l'altro è un bravo studente, si eccitano quando
passo tra i banchi e come donna, oltre a sentirmi gratificata, mi soddisfa vederli come
cercano di nascondere i loro cazzi irrigiditi all'interno dei pantaloni. Noto che tu e
qualche altra ragazza vi eccitate parecchio in quanto gli sguardi e i movimenti delle vostre
bocche vi tradiscono. Anch'io mi eccito guardando parecchie di voi e tu sei proprio una
delle mie preferite; ad essere sincera mi compiace suscitarti tanti morbosi desideri. Mi
accorgo che mi divori molto discretamente con gli occhi e che mi guardi estasiata; infatti
quando ti vedo venire alla cattedra con un libro tra le mani, per farmi leggere un brano
affinché te lo spieghi, mi tiro discretamente la gonna un po' su, sposto un po' la sedia e
accavallo le gambe in modo da espormi a te maggiormente. Mi gratifica ed eccita molto
sentire da tanto vicino il tuo respiro alquanto affannoso e offrirti quel piacere che vieni a
cercare in me.”
“La scruto con discrezione morbosamente con la coda dell'occhio ma pensavo che non
se ne accorgesse. La ringrazio per capire il mio bisogno e lasciarmi vedere meglio le sue
cosce proprio come adesso. Di ritorno al mio banco mi trovo ancora più eccitata e lieta
di aver accumulato parecchio materiale, grazie al quale rientrando a casa, mi sfogo
dedicandole parecchi ditalini.”
“Le tue incursioni mi hanno sempre procurato piacere. Ti ringrazio per dedicarmi
chissà quanti ditalini; sappi che anch'io ti divoro con gli occhi e che mi hai ispirato tanti
ditalini.”
Trascorremmo pochi secondi fissandoci negli occhi; dopo che ebbe aspirato una lunga
boccata di fumo, le tolsi delicatamente la sigaretta dalle dita per concedermi l'ultima
boccata e poi la spensi nel portacenere. Si alzò dalla sedia e con molta disinvoltura si
avvicinò all'ampia finestra per abbassare la serranda e lasciarla a spiraglio. Accese la
lampada posta sulla scrivania e mi si avvicinò dicendo :
“Sono molto riservata e ho abbassato la serranda per starcene al riparo.”
“Irma hai fatto bene in quanto questo nostro incontro sta diventando troppo intimo ed è
opportuno mantenerci distanti da eventuali sguardi indiscreti.”
Tornò a sedersi accavallando spudoratamente le gambe ma subito dopo cambiò di
posizione. Appoggiò i piedi per terra ed allargò le gambe ancora più spudoratamente per
lasciarmi vedere meglio le cosce. A quel punto mi incoraggiai e rendendomi conto che il
ghiaccio era ormai completamente rotto, mi alzai e dissi :
“Professoressa le sono molto grata per considerarmi la migliore del corso e mi sento
fiera di piacerle tanto come donna. La ringrazio per aver assunto questa posizione che mi
regala una maggior visuale delle sue belle cosce.”
Mi inginocchiai ai suoi piedi e le tolsi delicatamente gli zoccoli per baciare e leccare
con tenerezza i suoi piedi. Le rimisi gli zoccoli e prima di rialzarmi mi tolsi i sandali.
“Professoressa, in questo momento sono profondamente emozionata ed eccitata.
Come segno del mio totale rispetto, ho sentito il dovere ed il piacere di baciare i suoi
bellissimi piedi che tante volte in classe sono stata tentata di ossequiare davanti a tutti;
approfittando che siamo sole non ho potuto evitare di realizzare questo mio ambito
desiderio. Spero che abbia gradito questo mio dovuto omaggio che ho cercato di fare nel
mio migliore dei modi.”
“Nadia sei troppo educata e le tue parole che mi colmano di gioia ed emozione. Mi hai
dimostrato la tua devozione baciandomi i piedi con una tale passione che mi ha addirittura
commosso. Li hai omaggiato brillantemente e ho gradito molto anche la veemenza con
cui mi hai rosicchiato addirittura la rugosità dei talloni. Sei stata bravissima e te ne sono
molto grata ma non merito tanto; anch'io omaggerò i tuoi in quanto oltre a meritartelo ne
sento un forte bisogno. Spesso passando tra i banchi, mi soffermo ad aspettare che ti lasci
penzolare il sandalo in modo da esporre maggiormente il piede; quando lo fai, mi
appoggio sul banco di Silvio e sollevo leggermente la gamba per lasciare penzolare anche
il mio sandalo. Pensavo che così facendo mi stessi ponendo una sorta di invito che
accettavo con piacere e contraccambiavo nella tua stessa forma.”
“In effetti e adesso mi rallegra sapere che ha accolto il mio morboso e tacito invito. Mi
gratifica molto sapere che poco fa le piaceva intravedere quella piccola porzione del mio
seno attraverso la fessura della mia camicia. Essendo tra donne e a tu per tu, non trovo
nulla di male nel guardarci il seno. Come vede, ho tolto i sandali come segno di ulteriore
rispetto nei suoi confronti. Stare scalza davanti a lei mi eccita maggiormente. Sarei lieta
che mi sbottonasse, in qualsiasi momento e a suo piacimento, uno o tutti i bottoni della
camicia e della minigonna che desidera in quanto la mia disponibilità nei suoi confronti è
totale ed incondizionata. Se desidera può anche spogliarmi del tutto. Anch'io desidererei
sbottonarle la camicia per il piacere di vedere il suo reggiseno e di omaggiare a dovere le
sue belle tette che mi hanno ispirato tanti ditalini.”
“Nadia, le tue parole contribuiscono ad emozionarmi maggiormente. Ringrazio ed
accetto il tuo ulteriore segno di rispetto stando scalza davanti a me. Dato che anch'io
sento il tuo stesso bisogno, vorrei che tu stessa mi togliessi gli zoccoli.”
Mi inchinai immediatamente e lei sollevò leggermente prima un piede e poi l'altro.
Non potei fare a meno di accarezzarle sia le caviglie che gli zoccoli; baciai e leccai la
fodera degli zoccoli e dopo tornai a baciarle e leccarle i piedi con ardore.
“Nadia ti ringrazio per avermi gratificato nuovamente e tanto bene. Da adesso in poi
niente più formalità tra noi; chiamami pure per nome, Irma. Il reggiseno che indosso è un
mio particolare modello bicolore bianco e blu; come giustamente dici, siamo tra donne e
non trovo nulla di male a fartelo vedere. Anch'io sono disponibilissima in tutto verso te
ma adesso ho un impellente bisogno e desiderio di baciare i tuoi splendidi piedi.”
Mi sfiorò le labbra col dito indice e mi tolse il fermaglio che avevo nei capelli.
Successivamente mi accarezzò la nuca e la baciò delicatamente. Avvicinandosi ad un
armadietto, ne estrasse un ampio telo e lo dispose sul pavimento; mi si avvicinò ed
inginocchiandosi ai miei piedi li baciò e succhiò con ardore. Dopo essersi alzata mi prese
le braccia e mi aiutò gentilmente a sollevarmi dalla sedia. Ci guardammo compiaciute e
senza distogliere gli occhi l'una dall'altra, mi sbottonò lentamente e delicatamente sia la
camicia che la minigonna lasciandole quindi cadere sul pavimento.
“Nadia, sono troppo emozionata e non so come ringraziarti per avermi concesso il
piacere di spogliarti quasi del tutto.”
“Anch'io sono molto emozionata di stare davanti a te in biancheria intima. Se mi
spogliassi del tutto mi ecciterei ancora di più; so che hai una voglia matta di osservarmi
completamente nuda.”
“Nadia nonostante indossi soltanto la biancheria intima non ho osato distogliere gli
occhi dai tuoi per non mancarti di rispetto in quanto mi trovo ancora vestita. Vorrei
contemplare il tuo splendido corpo nudo dopo che tu abbi spogliato me; in seguito ci
toglieremo il resto a vicenda proprio come desideriamo farlo ormai da tanto tempo.”
“Irma ti obbedirò; è questo infatti quel magico momento che ho tanto desiderato. Ti
toglierò camicia e dopo aver accarezzato il tuo splendido culo, da sopra la gonna, te la
toglierò.”
La guardai fissa negli occhi e con ambo le mani le accarezzai compiaciuta dapprima le
spalle e poi il seno; le sbottonai lentamente la camicia e continuando a guardarla negli
occhi, le accarezzai il culo ed infine le abbassai la cerniera posteriore della gonna
lasciandola scivolare lentamente sul pavimento. Fortemente eccitate iniziammo a palparci
sensualmente.
“Nadia sei un freschissimo bocciolo da ammirare e gustare in ogni tua parte; la
biancheria blu ti rende ancora più desiderabile e sensuale.”
“Irma sei bellissima, trovo il tuo reggiseno accattivante e originale; la trasparenza della
seta lascia intravedere perfettamente le tue vistose areole ed i capezzoli che già noto
essere abbastanza turgidi.”
“Ho i capezzoli rigonfi di piacere in quanto mi hai eccitata troppo. Mi fa piacere che il
reggiseno ti piaccia tanto. Come vedi la seta semitrasparente bianca mi ricopre le tette
fino a quasi metà delle areole e vi ho cucito uno strato di merletto blu trasparente; infine
ho unito le due coppe con un laccetto blu. Posso garantirti che è molto confortevole.”
“Irma è un modello molto vistoso ed eccitante che non lascia assolutamente spazio
all'immaginazione. Trovo affascinanti le tue ampie e rosee areole. Questo bel reggiseno
induce chiunque ad avvicinarsi per sfiorare, odorare, baciare e leccare avidamente le
ampie parti visibili delle tue generose tette, prima di sciogliere il laccetto per liberarle del
reggiseno e quindi accedere morbosamente ad ogni loro porzione. Trovo originali anche i
tuoi slip che, oltre ad abbinarsi perfettamente al reggiseno, offrono una sorta di invito ad
inginocchiarsi ai tuoi piedi per toglierteli ed accedere voluttuosamente alla tua figa.”
“Nadia mi fa piacere che i miei slip ti piacciano e ti ispirino tanta morbosità. Hanno
anche loro una parte di seta semitrasparente bianca a cui ho cucito il merletto blu
trasparente che mi ricopre quasi per intero il pube e quasi la metà dei glutei.”
“Irma non ho parole per qualificarti in quanto sei una bravissima disegnatrice. Ho
osservato molte volte le tue particolari gonne ma non immaginavo che i tuoi slip fossero
anche tanto originali. I colori bianco e blu si abbinano perfettamente alla tua carnagione e
ai peli neri del pube che, fuoriuscendo parzialmente, contribuiscono a renderti ancora più
desiderabile. Sono indubbiamente degli slip molto seducenti ed eccitanti. Visto che sei
tanto brava e precisa anche nel cucito, è molto chiederti il favore di farmi un reggiseno ed
un paio di slip simili ai tuoi ? Come vedi, il reggiseno che indosso è semplice e non ha
nulla di particolare.”
“Ad esserti sincera è un idea molto eccitante e sarei orgogliosa di fartene quanti ne
vuoi. Se desideri posso farti vedere e scegliere alcuni modelli di cui conservo le
cartamodello a cui basta solo modificare le misure. Col tempo ho imparato ad essere
veloce e a non adoperare tanto la cartamodello. Quando lo desideri vieni pure a casa mia
per scegliere qualche modello anche tra alcune riviste di moda che spesso acquisto. Nel
tuo caso l'elaborazione è molto semplice in quanto hai le tette ben proporzionate e tanto
sode che è inutile rafforzare le coppe del reggiseno nelle parti inferiori e laterali; nelle
parti laterali si potrebbe anche dimezzare la quantità di seta. Se vuoi puoi anche
lasciarmelo adesso e te lo modificherò questo stesso pomeriggio. Nessuno si accorgerà
che non indossi il reggiseno data la ruvidità e la mancata trasparenza della stoffa della
camicia. Sono comunque dell'idea che alla tua età sarebbe opportuno non fare tanto uso
del reggiseno in modo da preservare la sodezza delle tette nel tempo. Che ne pensi ?”
“Grazie Irma, sei molto premurosa e seguirò con piacere il tuo suggerimento in quanto
non ero affatto a conoscenza della tua teoria riguardo il perdurare della sodezza delle tette.
Ti lascio con piacere il mio reggiseno affinché lo modifichi liberamente a tuo piacere.
Sarò lieta di venire a riprenderlo a casa tua e approfittare l'occasione per stare un po' in tua
compagnia ma adesso ho troppo bisogno di baciarti e leccarti dappertutto.”
“Sì Nadia, anch'io ho la tua stessa voglia; togliamoci subito questi indumenti che già
risultano essere un inutile ingombro.”
Mi tolse lentamente il reggiseno intanto che mi baciava il collo e poi mi accarezzò e
leccò ardentemente ogni parte delle tette. Mi succhiò i capezzoli con un'intensità tale che
ebbi subito un orgasmo e gemendo mi inarcai istintivamente all'indietro spingendo
delicatamente la sua nuca verso me come a soffocarla; lei se ne accorse e continuò a
succhiarmi con più veemenza. Dopo avermi stimolato addirittura l'ombelico mi tolse gli
slip e prima di spingersi sul pube allontanò un po' il viso per contemplarlo meglio e disse :
“Nadia la tua figa è stupenda e mi fa piacere vedere che non ti depili. I tuoi peli sono
troppo accattivanti ed ho una voglia matta di leccarti la figa e succhiarti a dovere il
clitoride.”
“Irma sono contenta che la mia figa sia di tuo pieno gradimento ma prima di
leccarmela lascia un po' di spazio anche a me; per favore alzati e lascia che ti succhi per
bene le tette.”
“Sono eccitatissima e a tua completa disposizione; accomodati pure, toglimi il
reggiseno e succhiami quanto vuoi.”
CAPITOLO 8
Prima di toglierle il reggiseno palpai e leccai morbosamente le aree laterali e frontali
delle tette che il reggiseno le lasciava a vista; quindi sciolsi il nodo del laccio che univa le
coppe del reggiseno ed iniziai a succhiarle le tette come una forsennata in quanto non
resistetti alla loro bellezza. Le sue larghe areole mi facevano letteralmente impazzire e
non potei fare a meno di premerle contro le mie. Dopo ci abbandonammo ad un lungo ed
appassionatissimo bacio con le nostre febbrili lingue. La continuai a leccare in ogni parte
fino all'ombelico e dopo averle tolto gli slip rimasi estasiata dal suo folto pube che baciai
ardentemente. Allargò abbastanza le gambe in modo da permettermi di succhiare ogni
parte della sua splendida e profumata figa. La feci girare per accarezzarle e baciarle
freneticamente il culo e visto che allargò parecchio le gambe le allargai ulteriormente i
glutei per esplorare lentamente il suo caldo buchetto con la lingua.
“Nadia, anche se il telo non è confortevole come un letto, sdraiamoci su di esso per
dedicarci a un eccitante 69 in quanto anch'io ho troppa voglia della tua figa.”
Mentre ci slinguavamo incessantemente le fighe con quel fantastico 69, si udì squillare
inopportunamente il telefono e dovette alzarsi a rispondere. Mi alzai anch'io e mi
inginocchiai dinanzi alla sua figa per continuare a leccare il suo turgido clitoride in quanto
qualche istante prima stavo raggiungendo un altro orgasmo. Intuendo il mio imminente
orgasmo, Irma divaricò parecchio le cosce e appoggiando la mano sulla mia nuca mi
spinse verso la sua figa in modo che la mia lingua si inoltrasse il più possibile nella sua
profondità mentre le mie mani premevano fortemente i suoi glutei. La telefonata fu
alquanto breve ma ebbi il tempo di raggiungere l'orgasmo.
“Va bene preside, purtroppo non posso raggiungerla subito nel suo ufficio in quanto sto
spiegando un passo alquanto complesso riguardo Eraclito ad una mia alunna e avrò
bisogno di un po' di tempo per concludere; tuttavia continui a leggere con calma la
comunicazione e poi ne discuteremo assieme. A dopo.” concluse Irma un po' seccata.
“Nadia sei stata bravissima; ho capito che hai raggiunto l'orgasmo ma purtroppo mi
sono distratta a causa dell'incompetenza del preside. Ha parecchio bisogno di me riguardo
l'aggiornamento del progetto Erasmus. Mi dispiace proprio dover interrompere questo
nostro incontro.”
“Anche a me dispiace molto; comunque ho raggiunto un orgasmo molto soddisfacente
e sento gli umori inumidirmi la figa. E' stato un vero piacere stimolarti il clitoride ed
esplorarti a fondo la figa con la lingua; complimenti, è veramente squisita.”
“Nadia, mi compiace averti procurato tanto piacere. Rivestiamoci e andiamo in bagno
a sistemarci un po'; ci applicheremo del rossetto sulle labbra e ci spruzzeremo un po' di
profumo in modo da non destare qualche strano pensiero a chiunque ci veda uscire
assieme dal mio ufficio.”
“Continueremo a lesbicare presto ?”
“Quanto prima ma la prossima volta casa mia per non essere disturbate e approfitterò
l'occasione per restituirti gli slip e il reggiseno che mi hai appena lasciati.”
“Verrò con piacere e ti ringrazio a priori per la tua disponibilità. Comunque non voglio
farti perdere molto tempo; mi bastano solo un paio di slip ed un reggiseno.”
“Se desideri puoi anche lasciarmi gli slip per modificarli ed abbinarli perfettamente al
reggiseno; data la ruvidità della stoffa jeans è difficile accorgersi che non indossi gli slip.”
“Irma è un'ottima idea; in questo modo avrò un bel completo. Te li lascio con piacere e
ti ringrazio ancora per la disponibilità. L'idea di uscire da qui senza indumenti intimi mi
eccita parecchio.”
Mentre ci rivestivamo volse ancora lo sguardo verso i miei piedi e disse :
“L'anello che porti nell'illice rende i tuoi piedi ancora più belli e desiderabili.”
“Ho notato che ti piaciuto molto in quanto ti sei soffermata parecchio a guardarlo e
baciarlo; in realtà ne ho comprato due identici.”
“Hai forse perso l'altro ?”
“No, dopo averlo baciato l'ho messo nell'illice di una mia intima amica e poi lei ha
fatto lo stesso con me.”
“Sicuramente sarà stata una scena molto tenera. La tua amica deve essere senz'altro
molto bella.”
“Sì Irma, quando ci siamo messi gli anelli eravamo troppo commosse. Ci amiamo
profondamente e gli anelli sono il simbolo del nostro vincolo d'amore. Frequenta il
secondo anno.”
“E' bello sapere che vi amate. Sospetto già di chi si tratta in quanto mi diletto a
guardare le più belle fra voi.”
“Certamente Irma. E' troppo bella e sicuramente ci avrai anche visto assieme.”
“Scommetto che le iniziali del suo nome sono E e T. Mi sbaglio ?”
“Non avevo alcun dubbio che avresti indovinato. Sì Irma, è proprio lei, Erika Tivoli;
proviene dal Trinty College di Dublino ed è rientrata in Italia spinta dalla nostalgia.”
Appena feci il tuo nome, lessi sul suo volto una sorta di perplessità e per un momento
pensai che si aspettasse sentire un altro nome ma continuò dicendo :
“Ho indovinato grazie al mio intuito. In effetti, la conosco. Nonostante provenisse da
un ateneo tanto prestigioso, il preside si ostinò a sottoporla ad un esame integrativo orale
ma in meno di quindici minuti la sua formidabile preparazione ci sbalordì tutti. Fui
proprio io a porle le ultime due difficili domande, non tanto per esaminarla, in quanto ero
certa che avrebbe risposto in modo molto esauriente, ma per dimostrare al preside l'errore
che aveva commesso facendole sostenere quell'inutile esame integrativo. Non ti nego che
mi piacque molto continuare a contemplarla e ascoltare il suo forte ma dolce accento
irlandese. Ero tanto eccitata che non appena concluso l'esame venni subito in ufficio e le
dedicai un lungo e soddisfacente ditalino. Purtroppo la vedo molto di rado e ogni volta mi
eccito tanto che sono costretta a rientrare quanto prima in ufficio per dedicarle un ditalino
con moltissimo piacere.”
“Irma anch'io ne rimasi molto colpita quando la vidi per la prima volta e cercai subito
il bagno più vicino per dedicarle un ditalino. Spesso girovagavo lungo i corridoi sperando
di rivederla. Un giorno la scorsi al bar della facoltà assieme ad altre sue compagne. Non
volli perdere quell'occasione e mi accomodai ad un tavolino vicinissimo a quello che
occupavano loro. Non appena Erika mi scorse, iniziò a guardarmi con discreta e
frequente insistenza per non fare capire nulla alle sue compagne. La nostra intesa fu
praticamente immediata; infatti si diede a stuzzicarmi muovendo ed allargando
spudoratamente le cosce nella mia direzione. Risposi con le mie cosce in egual modo per
contraccambiare il suo morboso invito. Ci eccitammo subito allargando e schiudendo
piacevolmente le cosce scrutandocele morbosamente con gli occhi ricolmi di desiderio.
In brevissimo tempo diventammo tanto amiche che finimmo per innamorarci. Alcuni
giorni fa ci siamo baciate appassionatamente per la prima volta e domani verrà a casa mia.
Ci chiuderemo a chiave nella mia stanza da letto per studiare un po' e poi ci distenderemo
sul mio letto per amarci e sfogare intensamente le nostre voglie.”
“Nadia vi faccio tanti sinceri auguri per il vostro amore; siete due bellissime ragazze e
vi siete scelte molto bene. Mi fa molto piacere sapere che sia lesbica e vi auguro una
splendida scopata; sono sicura che vi alzerete dal letto pienamente soddisfatte.”
“Il nostro accentuato feticismo ci imporrà sicuramente di trattenerci assieme parecchio.
Erika è anche bisessuale e vanta molte esperienze con donne, uomini e coppie, sia giovani
che maturi.”
“Deduco con piacere che è molto più interessante di quanto avessi mai immaginato. Mi
piacerebbe tanto accogliervi nel mio letto per una delizioso trio.”
“Irma gliene posso parlare ma prima di andare a letto tutte e tre, ho un forte bisogno di
scopare da sola con te. Ritengo opportuno che tu ed Erika andaste a letto dapprima sole e
dopo darci ad un'indimenticabile trio. Che ne pensi ?”
“Brava Nadia, trovo quest'idea brillante ma sarebbe bene parlargliene.”
“Giusto Irma, bisogna agire di comune accordo.”
“Comunque spero tanto che Erika voglia coricarsi con me e accetti il mio invito di
restare anche a dormire con me almeno una notte nella mia stanza da letto.”
“Irma, anche se non abbiamo mai parlato di te, sono certa che Erika sarà lieta di
scopare e dormire con te anche più di una notte in quanto mi ha detto di non aver mai
rifiutato alcun incontro né con uomini né con donne di suo gradimento e sono sicura che
tu le piaci. Posso garantirti che con Erika ti troverai molto bene e a tuo agio in quanto mi
ha raccontato di aver partecipato a molte orgie e quindi sa perfettamente come
comportarsi a letto con chiunque; le sue molteplici e svariate esperienze hanno fatto di lei
una donna completa e a 360 gradi. Erika soddisferà egregiamente qualsiasi tua esigenza;
potrai chiederle ciò che vorrai in quanto è totalmente aperta a qualsiasi tipo di esperienza
sessuale. Le parlerò bene di te, dell'interesse che hai verso di lei e di questo nostro intimo
ma purtroppo interrotto incontro.”
“Grazie Nadia, mi stai già facendo sognare. Parlale e tienimi informata; aspetterò la tua
telefonata con ansia. Prima di andarcene vorrei baciare ancora una volta l'anello che
Erika ti ha messo nell'illice.”
“Grazie per il tuo ossequente gesto Irma. Accomodati pure; inginocchiati, toglimi il
sandalo e bacialo quanto vuoi.”
Mi distaccai un po' da lei e appoggiai le mani sulla scrivania che avevo alle spalle.
Sollevai un po' la gamba e le rivolsi morbosamente il piede. In quella posizione il sandalo
mi pendeva soltanto dalla fascetta posta sull'avampiede; girai dunque un po' il piede in
modo che sia la pianta del piede che il tallone rimasero più a vista e più distaccati dal
sandalo. Irma intuì perfettamente che desideravo che mi baciasse ancora una volta il
piede nella sua totalità e quindi si inginocchiò lentamente e mi baciò il tallone. Dopo
avermi tolto delicatamente il sandalo ne leccò la fodera e poi si diede ad accarezzare,
baciare e leccare ogni parte del mio piede per dedicarsi infine con ardore alle dita e
all'anello. Passò di seguito alla caviglia ed infine alla gamba fino al ginocchio. Sentivo
con morbosissimo piacere il suo respiro affannoso sulla mia gamba. Quando si rialzò ci
abbracciammo e le nostre labbra si attrassero magneticamente. Le nostre lingue si
intrecciarono in un lungo ed appassionato bacio intanto che ci accarezzavamo le spalle e i
glutei.
“Ti ringrazio per avermi capita ed esaudito il desiderio che avevo di sentire scorrere
ancora una volta la tua lingua sul mio piede che hai omaggiato alla perfezione. Ti
ringrazio altresì per avermi dedicato questi ulteriori minuti nonostante il preside è di là ad
aspettarti.”
“Non devi assolutamente ringraziarmi in quanto ambedue ne avevamo ancora
parecchio bisogno e ritengo più giusto averci procurato quest'ulteriore e reciproco piacere
che premurarmi a conferire col preside che purtroppo fa soltanto perdere tempo a noi
professori. Lui non è filosofo ma avvocato e gli è stata conferita la presidenza di questa
facoltà soltanto per motivi politici. Comunque non posso fare altro che ringraziarti per
questi piacevolissimi momenti. Vorrei che appena incontri Erika ti inginocchiassi subito
ai suoi piedi per baciarli ed omaggiarli da parte mia e quando sarete a letto le leccassi
ardentemente la figa e stimolassi al massimo il clitoride come se fossi io a farlo.”
“Irma sei troppo gentile e morbosamente raffinata. Ti obbedirò alla lettera e con molto
piacere in quanto adesso che sto imparando a conoscerti so della tua sincerità. Posso
riferirle che le hai dedicato parecchi ditalini ?”
“Certamente Nadia; ritengo opportuno che lo sappia. Dille tranquillamente che ho
immaginato baciarla tutta a cominciare dai piedi sin dal primo momento in cui l'ho vista.”
“Sono sicura che ne rimarrà compiaciuta ed onorata. Non vedo l'ora di parlarle di te.
Quando potrò venire a casa tua per continuare ad amarci indisturbate ?”
“Decidilo tu stessa ma non farmi attendere molto. Prendi pure dalla scrivania il mio
biglietto da visita in cui vi sono i miei recapiti telefonici di casa e dell'ufficio.”
“Sì Irma, verrò quanto prima; non vedo l'ora di coricarmi nel tuo letto.”
“Anch'io ho una voglia matta di scopare con te e vorrei approfittare dell'assenza di mio
marito che per motivi di lavoro, rimarrà fuori città ancora una ventina giorni.”
“E' bene saperlo; ciò significa che staremo a nostro competo agio. Irma come ti avevo
suggerito, prima di buttarci a letto con Erika vorrei scopare da sola con te e poi lasciarvi
scopare da sole.”
“Sì Nadia. Ti è forse venuta in mente qualche altra idea ?”
“In realtà sono certissima che Erika sarà lieta di scopare con te.”
“Ed io ne sarei ancora più lieta. Scusa se ti ho interrotto, continua pure.”
“Irma vorrei chiedere ad Erika di accompagnarmi a casa tua e che ci ricevessi in
salotto. Dopo aver chiacchierato un po', lasciarla da sola mentre noi due ci ritiriamo nella
tua stanza da letto a scopare.”
“Brava Nadia, trovo quest'idea ottima in quanto è eccitante pensare che Erika è da sola
in salotto ad aspettare che finiamo di scopare e dopo chiederci come è andata e quanti
orgasmi ha raggiunto ognuna di noi. Scusa ancora una volta la mia interruzione, ma
continua pure Nadia, continua.”
“Irma sono sicura che mentre ci troveremo in camera a scopare, Erika ci dedicherà
sicuramente più di un ditalino. Dopo aver finito di scopare ci ricongiungeremo con Erika
per bere qualcosa e chiacchierare un pò. Mi eccita l'idea di rimanere in salotto e vedervi
recare in camera da letto a scopare con calma. Finita la vostra scopata, mi raggiungereste
in salotto e dopo esserci intrattenute ancora a chiacchierare, rientrare tutte e tre nella
stanza da letto e darci ad una piccola orgia. Che ne pensi ?”
“Nadia trovo splendida e brillante quest'idea. Comunque vorrei che la trasmettessi ad
Erika per avere il suo parere ed agire di comune accordo. Sarò lieta di ricevervi a casa mia
e scopare dapprima separatamente con ognuna di voi per poi distenderci tutte e tre sul mio
letto. Ho una voglia matta di vedervi spogliare a vicenda e sollazzarmi con le vostre
morbosissime effusioni. Sarà bellissimo il momento in cui mi unirò a voi per omaggiarvi
a dovere e come giustamente meritate.”
“Irma sei molto premurosa. Riferirò tutto ad Erika certa che accetterà con piacere il
tuo gentile invito.”
“Nadia sei un vero gioiello; già vi immagino distese sul mio letto con le gambe
divaricate mentre mi alterno a leccare avidamente le vostre dolci fighe e succhiare i vostri
rigonfi e turgidi clitoridi.”
“Sei troppo fine e delicata. Vorrei portarti una squisita torta, farti sdraiare su un tavolo
e spalmartela addosso per degustarla morbosamente assieme ad Erika. Sono certa che
raggiungeresti raffiche di orgasmi.”
“Nadia la tua libidine non ha limiti. Mi viene già l'acquolina in bocca ed incrementi la
mia voglia di voi due. Per favore, parla con Erika e fatti sentire telefonicamente quanto
prima. Adesso il preside mi aspetta e purtroppo dobbiamo congedarci.”
“Sarò ansiosa di telefonarti. Le telefonerò oggi stesso e le racconterò anche questa
nostra breve ma intima esperienza. Posso anche fornirle il tuo recapito telefonico
nell'eventualità che desideri conferire con te da subito ?”
A quel punto Irma mi porse un altro biglietto da visita; lo baciò lasciandovi
inevitabilmente le impronte delle sue labbra unte di rossetto e mi disse :
“Nadia per favore, dalle questo mio biglietto da visita. Sarò molto lieta di ascoltarla
col suo dolce accento irlandese quando lo desidera.”
“Grazie per la tua gentilezza, glielo darò non appena la incontrerò.”
“Tienimi informata. Comunque manteniamo segreto questo nostro incontro; bisogna
essere sempre molto caute e riservate riguardo queste vicende tanto intime e personali per
non destare alcun dubbio. E' imperativo mantenere integra la nostra reputazione.”
“Irma concordo pienamente con te; trovo prioritario salvaguardarci. Fidati ciecamente
sia di me che di Erika.”
“Nadia trovo doveroso informarti che in questa facoltà intrattengo un'intima relazione
soltanto con una ragazza, anche lei eccessivamente riservata. In virtù del nostro intimo
rapporto trovo corretto parlarle di te ma non di Erika.”
“Irma mi fa molto piacere sapere di questo vostro rapporto. Parlale pure di me anche
perché, se è possibile, mi piacerebbe conoscerla e instaurare un rapporto intimo anche con
lei.”
“Nadia anche a me piacerebbe molto coricarmi assieme a voi due ma prima gliene
devo parlare per avere il suo parere.”
“D'accordo. Spero tanto che acconsenta a conoscermi. Non vedo l'ora succhiare
anche la lingua che ti ha leccato il clitoride.”
“Lo immaginavo; stai pur certa che quanto prima le parlerò bene di te.”
Visto che le nostre lingue si intrecciarono inevitabilmente in un ulteriore ed ardente
bacio di arrivederci, prima di uscire soddisfatte dall'ufficio ci pulimmo le labbra a vicenda
e ci applicammo nuovamente il rossetto. Dato che desideravo rimanere ancora un po'
accanto a lei, la accompagnai fino alla porta della presidenza. Erika, è proprio questo il
motivo che mi ha spinto a chiederti che impressione hai riguardo la professoressa Maseri.
“Nadia, ti ho ascoltato attentamente senza interromperti e non so proprio come
complimentarmi con te; sei stata bravissima ed hai agito in modo esemplare con
impeccabile raffinatezza e sagacia. Mi hai lasciato notevolmente sbalordita. Se mi fossi
trovata al tuo posto avrei proceduto diversamente in quanto l'eccitazione non mi avrebbe
contenuta tanto e le sarei andata addosso addirittura mentre spiegava. Nonostante
l'eccitazione di cui eri preda, sei riuscita a frenarti assimilando dapprima perfettamente la
sua spiegazione e dopo attendere il momento più propizio per inginocchiarti ai suoi piedi
e iniziare a sfogare i desideri cominciando proprio dai suoi piedi; trovo tutto ciò alquanto
sublime e degno di te. Bene, sei stata fin troppo brava.” le disse Erika.
“Erika, lo dici sul serio ?”
“Certamente Nadia, infatti la Maseri ti ha dimostrato il suo compiacimento e
soddisfazione contraccambiando le tue attenzioni voluttuosamente e con la massima
veemenza. E' proprio così che si tratta una donna. Ammetto con piacere che anche lei è
stata bravissima in tutto e sin dall'inizio.”
“E' vero Erika e nonostante il preside abbia interrotto il nostro intimo ed imprevisto
incontro, anch'io ne sono rimasta abbastanza soddisfatta.”
“Nadia sono certa che senza quell'inopportuna interruzione avreste scopato fino a
rimanere pienamente soddisfatte e non abbastanza soddisfatte come hai appena detto ma
avrete quanto prima l'occasione di scopare indisturbate e a vostro completo piacimento.”
“Indubbiamente, ma non vorrei attendere più di due o tre giorni. E tu che pensi fare ?”
“Innanzi tutto ringraziarti per avermi informato di tutto. Nonostante qualche volta mi
sono imbattuta con la Maseri e scambiate alcune parole, ero completamente ignara della
sua tendenza saffica e del suo interesse verso me. In realtà non mi sono mai manifestata
apertamente a lei per non correre il rischio di essere espulsa dall'università. Forse lei ha
preferito non avventurarsi per il mio stesso motivo. Nadia in certi ambienti ed in certe
situazioni bisogna essere troppo caute e pazienti. Mi congratulo con te in quanto, grazie
al tuo coraggio ed intraprendenza, ti sei azzardata addirittura a provocare la Maseri, una
delle professoresse di spicco della facoltà. Ti confesso che io non avrei mai osato tanto.”
“Erika ho soltanto agito spontaneamente ed istintivamente.”
“E' stato proprio il tu spontaneo candore a disarmarla facendo sì che si prostrasse
addirittura ai tuoi piedi e si concedesse incondizionatamente a te. Dato che ormai disponi
della Maseri sia come amante che come sarta, concludo che oggi non avresti potuto
ottenere nulla di meglio. Nadia per favore forniscimi il suo recapito telefonico giacché
ritengo doveroso e cortese essere io stessa a dirle che contraccambio con molto piacere
l'interesse che ha verso me e che mi sento onorata di coricarmi nel suo letto.”
“Erika ero certa che avresti accettato il suo morboso invito. E riguardo la mia idea di
recarci assieme a casa sua ?”
“Nadia è senz'altro fantastica in quanto è molto eccitante vedere come due donne si
ritirano in camera a scopare mentre l'altra rimane in salotto in attesa del suo turno. E'
come andare al bordello; lei assumerebbe il ruolo di puttana e noi di clienti. Scusa Nadia
ma a proposito di puttane, le hai forse detto che spesso faccio anche la puttana ?”
“Assolutamente no. Visto che hai ritenuto giusto confessarmelo, non ho voluto tradire
la fiducia che hai posto in me.”
“Nadia, ho ritenuto onesto mettertene a conoscenza in virtù della nostra reciproca
promessa di non nasconderci nulla.”
“Erika mi piacerebbe tanto accompagnarti e partecipare attivamente almeno ad un
incontro con qualche tuo cliente. E' possibile ?”
“Visto che lo desideri se vuoi potrai accompagnarmi a qualsiasi di essi. La prossima
settimana ho un appuntamento con un benestante cinquantottenne; se te la senti gliene
posso parlare. Ti va ?”
“Certamente Erika e grazie. Non ho mai scopato con un cinquantottenne.”
“Nadia non devi assolutamente ringraziarmi. Lui è alquanto vizioso e paga bene.
Divideremo l'incasso.”
“D'accordo Erika, ti accompagnerò con piacere. Comunque, riallacciandomi alla
Maseri, ti dirò che le è piaciuto sapere delle tue esperienze con uomini, donne e coppie
nonché delle orgie cui hai partecipato. Ho forse sbagliato ?”
“No Nadia, hai fatto bene. Anche a me piacerebbe conoscere la sua intima amica e
coricarmi con lei o con entrambe.”
“Erika anch'io vorrei coricarmi assieme a voi.”
“Lo immagino e quest'idea già mi eccita.”
“Comunque Erika, sappi che la conosci già.”
“Davvero ? E come ho fatto a non intuire nulla ? Nadia, mi incuriosisci; potresti essere
più chiara ?”
“Erika ne sono venuta a conoscenza per puro caso.”
“Nadia, per favore continua, ho bisogno di sapere chi mai possa essere questa lesbica.”
“Quando lasciai Irma alla porta della presidenza andai al bar della facoltà perché prima
di rientrare a casa volevo rinfrescarmi con un thé freddo e rilassarmi un pò. Mentre
sorseggiavo il thé al bancone, scorsi Elettra ad un tavolino intenta a leggere mentre
mangiava un panino. Mi avvicinai a salutarla e mi chiese se volessi mangiare qualche
panino assieme a lei. Accettai subito, ordinai due panini e mi accomodai affianco a lei.
Le dissi che mi ero appena congedata da Irma e intanto che parlavo notai che mi scrutava
con una strana curiosità. Dopo qualche istante di esitazione mi chiese se potesse farmi
una domanda indiscreta. Alquanto perplessa e titubante, le risposi affermativamente e
quindi mi chiese con discrezione se prima di recarmi al bar fossi andata nel bagno della
facoltà. Data la mia risposta negativa, ammutolì stupita e pensierosa. Siccome mi venne
istintivo chiederle cosa la stesse preoccupando, lei mi rispose di ricordarsi bene che prima
che entrassi nell'ufficio della professoressa, avevo un piccolo fermaglio nei capelli e la
camicia tutta abbottonata e inserita all'interno della minigonna. A quel punto arrossii ma
Elettra mi fece notare che non avevo più il fermaglio, avevo la camicia sopra la
minigonna e tra l'altro si notava chiaramente che non indossavo il reggiseno giacché
attraverso la camicia, in cui era liberato un bottone, si intravedeva parte delle mie tette.
Dato che rimasi senza parole, lei aggiunse che riconosceva perfettamente sia il rossetto
Christian Louboutin sulle mie labbra che l'intensa ed inconfondibile fragranza dell'essenza
Madame Rochas che emanavo.
Tentennai un attimo e mi premurai immediatamente a riabbottonare la camicia.
“Per favore Nadia, sii sincera con me in quanto non voglio troncare assolutamente la
nostra bella amicizia. So bene che questo rossetto e quest'essenza sono quelli che la
Maseri più preferisce. E' indubbio che la Maseri ti abbia dato un'esaustiva spiegazione
riguardo Eraclito, infatti vedo che oltre ai libri, ti ha stranamente prestato anche il suo
quadernone. Siccome mi hai appena detto che dopo esservi congedate non sei andata in
bagno ma sei venuta direttamente qui, trovo troppi e palesi indizi che mi inducono a
dedurre che mentre eri in ufficio con la professoressa, ti sei spogliata, anzi, che ambedue
vi siete spogliate. Sono più che certa che prima di abbandonare l'ufficio vi siete
ricomposte applicandovi anche il suo rossetto e qualche goccia di essenza originale
Madame Rochas, che lei tanto gradisce ma ormai alquanto difficilmente reperibile.” disse
Elettra sicura ma serena.
Dato il mio nervosismo e la mia mancata risposta, appoggiò teneramente la sua mano
sulla mia e continuò dicendo dolcemente :
“Per favore Nadia rilassati. Il tuo rossore sul viso e il tuo silenzio attestano che non mi
sbaglio affatto. Fidati ciecamente di me in quanto, io ed Irma siamo fin troppo discrete,
riservate e più che altro prudenti; se non oggi, sarà al massimo domani che Irma mi
parlerà del vostro intimo incontro in quanto fra noi due esiste un'intima intesa e non ci
nascondiamo nulla.”
“Scusa Elettra, sei tu quindi la sua intima amica di cui non mi ha svelato il nome ?”
“Sì Nadia. Se non mi credi possiamo sospendere questo veloce pranzo e recarci
all'ufficio della presidenza in attesa che esca in modo che sia lei stessa a confermartelo o
se vuoi, le telefonerò appena rientrerò a casa e le chiederò di telefonarti.” disse Elettra
per rassicurarmi.
“Ti credo sulla parola, Elettra, ti credo.” le dissi un po' più calma.
“Affinché non abbi alcun dubbio osserva questi slip da sotto il tavolino, senza farti
scorgere da sguardi curiosi.” mi disse Elettra porgendomi un paio di slip arrotolati che
estrasse dalla borsa.
“In effetti Elettra, ne riconosco la misura e lo stile; sì, sono proprio di Irma.
Comunque lei ti confermerà che le ho espresso il desiderio di conoscere la sua intima
amica ma non avrei mai immaginato che fossi tu. Irma mi ha assicurata che ti avrebbe
parlato di me.” le dissi.
“Nadia adesso non è più necessario e ad esserti sincera mi fa molto piacere saperti
anche lesbica. Sappi che sono timida e che mi sei piaciuta subito; vorrei che ci
conoscessimo molto meglio in quanto non vedo l'ora di distendermi su un qualsiasi letto
con te. Non hai idea di quanti soddisfacenti ditalini ti ho dedicato. Dì un po', come mai
hai dimenticato il reggiseno ?” mi chiese Elettra mentre lasciava strisciare discretamente
la caviglia sulla mia gamba.
“Elettra mi eccita sentirmi la tua caviglia addosso. In realtà ho dimenticato sulla
scrivania soltanto il fermaglio dei capelli che lei stessa mi ha tolto ma gli slip e il
reggiseno se li è tenuti per modificarli in quanto la sua biancheria mi è piaciuta molto.”
“Nadia mi eccita tanto sapere che in questo momento neanche indossi gli slip.”
“Elettra sapermi senza biancheria intima mi ha eccitato tanto che ho avuto bisogno di
venire al bar per rilassarmi ma adesso la tua vicinanza mi sta eccitando di nuovo.”
“Anch'io sono eccitata sapendo che ambedue vi siete intrattenute intimamente e che
adesso non indossi la biancheria intima. Possiamo appartarci un pò prima che inizino le
mie due ore di lezione alle 15 ?”
“Sì, allontaniamoci subito e condividiamo queste due ore che hai ancora libere.”
Ci incamminammo a braccetto verso lungo il viale alberato che costeggia la facoltà
raccontandole, con lusso di dettagli, come si era svolto il mio intimo incontro con Irma e
quando ebbi finito, mi confessò che le sarebbe piaciuto avervi partecipato anche lei.
Dopo esserci sdraiate l'una affianco all'altra sul prato all'ombra di un albero, disse :
“Scusa Nadia, dato che finalmente ci siamo manifestate l'un l'altra per quello che
realmente siamo, potresti dirmi come si è svolto realmente quell'incontro col tuo amante
Bruno in presenza di sua moglie a casa loro ? Credo che non hai voluto dirci che anche
lei e bisessuale e che ha partecipato attivamente al vostro amplesso; sono sicura che la tua
prudenza per non farti scoprire da noi ti abbia costretto ad omettere cautamente questa
parte. Mi sbaglio ?”
“Brava Elettra, mi congratulo per la tua sagacità; in effetti ricordo che quando vi ho
raccontato di questa mia particolare vicenda, sei stata l'unica ad esporre un'acuta
considerazione riguardo un'eventuale tendenza lesbica della moglie di Bruno ma non
potevo espormi apertamente a voi e per timore ad essere rigettata immediatamente come
una vostra nuova amica, ho ritenuto prudente dirvi soltanto che avevo scopato con Bruno
a casa loro soltanto quella volta e che non sono riuscita a concentrarmi bene a causa di sua
moglie. In realtà quella mia esperienza non si svolse proprio nel modo che vi ho
raccontato, ma alquanto diversamente.”
“Potrei sapere come si svolse esattamente ?”
“Certamente Elettra, adesso che ci conosciamo, posso essere molto più esplicita.”
Approfittando che in preciso momento non passava nessuno, mi accostai istintivamente
un po' più a lei per baciarla fugacemente sulle labbra e dopo proseguii dicendo :
“Mentre scopavamo nella loro letto la scorsi appoggiata allo stipite della porta
leggermente socchiusa, osservarci quasi di nascosto; le chiesi di entrare ma si allontanò.
La chiamai e ritornò subito; si appoggiò timidamente alla porta e senza entrare rimase ad
osservarci qualche istante. Quando vidi che stava andando nuovamente via con le lacrime
agli occhi, le chiesi di entrare, spogliarsi del tutto e non smettere di osservarci con la
speranza di suscitare in lei una sorta di invidia nei miei confronti in quanto stavo
scopando l'uomo, che come marito, le apparteneva di diritto. Non posso negarti che
speravo tanto che si sdraiasse accanto a noi e partecipasse attivamente al nostro amplesso
ma purtroppo preferì spogliarsi timidamente e accomodarsi su di una poltrona. Bruno mi
aveva confidato che da tempo non nutriva più alcun interesse sessuale verso lui e in cuor
mio speravo che fosse diventata lesbica per avere un rapporto con lei in quanto mi era
piaciuta nello stesso istante in cui Bruno me la presentò.”
“Scusa Nadia, ma com'è ?”
“Elettra, ha quarant'anni e posso garantirti che è buonissima; sono sicura che se la
vedessi anche a te verrebbe una voglia matta di scoparla. Quando si è spogliata mi sono
eccitata ancora di più e sperando di attirarla a me, mentre scopavo Bruno mi mostrai a lei
in diversi modi senza ottenere alcun esito. Ad un certo punto feci sdraiare Bruno supino
sul letto e mi sedetti sul suo cazzo in modo che mentre mi sodomizzava potesse anche
osservare come mi facevo un frenetico ditalino. Riuscii nel mio intento di attirare la sua
attenzione e notai con morbosissimo piacere vederla darsi ad un ditalino in quanto la foga
con cui cavalcavo impetuosamente il cazzo di Bruno faceva sì che gemessi continuamente
di piacere e che le mie tette balzassero morbosamente in diverse direzioni. Quando mi
accorsi che nonostante la sua concentrazione non riusciva ad eccitarsi, cambiai posizione
e distendendomi supina sul letto dissi a Bruno di scoparmi la figa standomi sopra. A quel
punto le chiesi istintivamente :
“Non hai proprio voglia di farti scopare da questo bel cazzo come facevi una volta ?
Non stare a guardare tanto questo cazzo ma godilo assieme a me in quanto ti appartiene.”
“Nadia, la verità è che non mi attira affatto e dato che ti piace tanto, continua pure a
goderlo anche perché adesso appartiene a te; se si è raddrizzato è esclusivamente merito
tuo” mi rispose colma di angoscia e tristezza.
“Non pensare assolutamente a nulla di tutto ciò. Dato che Bruno non mi ha ancora
penetrato, sali subito sul letto, allargami un po' la figa con una mano, prendigli il cazzo
con l'altra e mettimelo nella figa spingendolo tu stessa tutto dentro; vedrai che ti verrà
voglia di introdurlo anche nella tua figa.” le dissi.
Lei mi obbedì e quando Bruno iniziò a scoparmi gli accarezzo morbosamente le spalle
come volendo aiutare i suoi assalti alla mia figa. Mi eccitai maggiormente quando
cercando un po' di comodità, si sedette su una mia gamba ed avvertii inevitabilmente il
contatto con la sua figa che nonostante il suo ditalino, avvertii essere completamente
asciutta. Approfittai la foga della scopata per spostare disordinatamente braccia e gambe.
Feci in modo da sfregare continuamente la gamba lungo la sua figa e la mano ed il braccio
le sfiorassero continuamente e scompostamente sia le sue tette che le spalle. Mi
rammaricai notando che la sua figa continuava a rimanere asciutta ed i capezzoli sempre
flaccidi. Non appena Bruno avvertì la prossimità del suo orgasmo, estrasse il cazzo dalla
figa e avvicinandomelo alle tette, sborrò su di esse. Di seguito ci distendemmo tutti e tre
supini e rimasi fra loro due; quando mi girai a guardarla mi accorsi che aveva gli occhi
bagnati di lacrime. Spontaneamente feci in modo che ambedue ci posizionassimo di
fianco, l'una verso l'altra. Lei mi guardò teneramente e dopo avermi ringraziata per aver
soddisfatto Bruno mi baciò delicatamente sulla guancia. Chiesi a Bruno di porgermi un
tovagliolo e accostandomi a lei, asciugai le sue lacrime. Con molta discrezione e come
cercando di volermi accomodare meglio, contraccambiai quel suo sincero gesto
baciandola anch'io teneramente sulla guancia. Mentre le ero praticamente addosso, tornai
a baciarla nuovamente e approfittando di quel nostro affettuoso e stretto contatto la
provocai, sempre con molta discrezione, ancora una volta premendo le areole contro le
sue lasciando inoltre che la mia gamba sfiorasse la sua figa. Nonostante questa mia
ulteriore incursione, avvertii la sua figa essere ancora asciutta ed i capezzoli flaccidi.
Bruno si addormentò quasi immediatamente ma noi due rimanemmo alcuni minuti
pressoché immobili. Mi permisi di suggerirle una visita medica in quanto ero sicura che
soffriva di un preoccupante dissesto ormonale facendole altresì capire che alla sua età non
poteva assolutamente porre fine alla sua vita sessuale e di conseguenza correre il serio
rischio di perdere definitivamente un eccellente marito come Bruno. Quella notte rimasi a
dormire nel loro letto abbracciata a lei. Elettra fu proprio così come andarono le cose e
non tanto come ve le raccontai quando vi conobbi in quanto non potevo assolutamente
lasciare t****lare il mio lesbismo.
“Nadia hai fatto bene ad ometterle allora giacché non ci conoscevi ed ignoravi che
qualcuna di noi potesse avere tendenze sessuali fuori dagli ortodossi stereotipi. Ad esserti
sincera sarei contentissima di sapere che Sandra ed Erika fossero anche delle lesbiche in
quanto le trovo buonissime ma fino ad oggi e a causa della mia timidezza non sono
riuscita scoprire questa loro eventuale tendenza. Mi dispiace tanto per il problema
ormonale della moglie del tuo amante Bruno e spero che si rivolga ad un medico ma
anche per te in quanto non sei riuscita scopartela.” disse Elettra.
“Elettra, mi auguro tanto che si curi quanto prima in quanto Bruno merita proprio una
moglie affettuosa come lei. Per ciò che riguarda Erika e Sandra, ti confesso che anch'io
sarei molto lieta di saperle lesbiche in quanto le ho dedicato molti ditalini, come del resto,
ho fatto anche per te.” le dissi.
“Nadia, ti ringrazio per i ditalini che mi hai dedicato ma sappi che anche tu me ne hai
ispirati tanti.” mi disse.
A quel punto eravamo tanto emozionate che non potemmo evitare di abbracciarci e
baciarci.
CAPITOLO 9
Elettra iniziò quindi a parlarmi di lei confessandomi di essersi resa conto della sua
tendenza saffica circa un anno prima di iscriversi all'università nonostante intrattenesse
rapporti sessuali con qualche amico. Vista la sua timidezza e l'impellente bisogno di
scopare con una donna, decise di recarsi da una puttana che aveva selezionato tramite
annunci. Dato che era riuscita a placare quel piacere saffico che la tormentava, si diede a
frequentare diversi bordelli fin quando conobbe Ursula e in breve tempo diventarono
anche amiche. Era una raffinata puttana che abitava in una palazzina ad un solo piano;
aveva destinato l'ampio appartamento al piano terra ad uso privato e quello più piccolo,
ma abbastanza comodo al primo piano, per ricevere la sua clientela. Un pomeriggio si
recò da Ursula che, trovandosi occupata, la invitò a citofonare nuovamente dopo una
quindicina di minuti. Elettra rimase pazientemente ad attendere in prossimità del portone
da dove poco dopo vide uscire Irma. Dato che le piacque parecchio, la seguì con lo
sguardo fin quando Irma svoltò ad un angolo. Non volle perderla assolutamente di vista e
decise di avviarsi a passo veloce verso l'angolo da dove la vide entrare in un bar. Per
vederla meglio e più da vicino anche lei entrò in quel bar per un caffè. Elettra uscì dal
bar quasi subito dopo Irma che percorse la stessa strada a ritroso fino alla sua automobile.
Presa dall'eccitazione, anziché andare da Ursula, volle seguirla con lo scooter. Una volta
parcheggiata l'automobile, Irma fece pochi passi ed aprì il portone di un palazzo. Elettra
si diresse quindi al telefono pubblico antistante al palazzo per telefonare ad Ursula e
scusarsi per essere andata via in quanto improvvisamente si era ricordata che quello stesso
pomeriggio doveva recarsi all'ufficio della società assicurativa per pagare la polizza dello
scooter; all'uopo postergò il loro incontro per il pomeriggio successivo. Appena concluse
la telefonata notò che Irma si affacciò qualche istante da un'ampia finestra al primo piano.
Da quel giorno Elettra iniziò a passare frequentemente, ma sempre di pomeriggio, con lo
scooter davanti quel palazzo e anche davanti casa di Ursula cercando di scorgere quella
signora che tanto le piaceva ed eccitava. Constatò che Irma si recava da Ursula ogni
mercoledì puntualmente alle ore 17 e usciva dopo circa 45 o 50 minuti per recarsi al solito
bar, dopo di che, rientrava a casa. Un mercoledì poco prima delle 17 Elettra rimase in
prossimità della casa di Ursula e quando vide arrivare l'automobile di Irma si apprestò
subito a citofonare ad Ursula mentre Irma parcheggiava l'automobile. Ursula le chiese di
pazientare e di ripassare entro un po' meno di un'ora. Irma era già molto prossima al
portone ma dato che Elettra era al citofono proseguì a passo lento senza fermarsi. Elettra,
rendendosi conto di tutto, aumentò un po' il tono della voce in modo che Irma potesse
ascoltare che diceva ad Ursula < va bene Ursula, ritornerò senz'altro dopo e in questo
frangente di tempo mi intratterrò al bar; un bacio, ciao. >. Quindi Elettra si allontanò e si
diresse verso il bar; dopo aver fatto alcuni passi notò di sottocchio che Irma stava già
citofono ad Ursula. Giunta al solito bar ordinò cornetto e caffè e data la poca clientela si
accomodò presso un tavolino interno; svagandosi con un libro e consumando lentamente
ciò che aveva ordinato, rimase quindi in attesa di Irma. Quando Irma entrò al bar, Elettra
allungò un po' le gambe e le accavallò in modo che Irma la notasse. Dopo un po' guardò
l'orologio e andò alla cassa per saldare il conto. Si avviò quindi da Ursula senza molta
fretta. Mentre citofonava scorse di sott'occhio che Irma, ferma all'angolo, la osservava.
Dopo quasi un'ora Elettra uscì dal portone della piccola palazzina di Ursula per avviarsi
verso lo scooter e con la coda dell'occhio intravide Irma all'interno della sua automobile
ancora parcheggiata. Elettra aveva raggiunto pienamente il suo obiettivo in quanto Irma
si era accorta di lei ed inoltre aveva atteso pazientemente che uscisse dal portone. Elettra
finse di non vederla e quindi si allontanò velocemente con lo scooter cambiando strada
frequentemente per non essere seguita. Il mercoledì successivo Elettra si recò da Ursula
oltre le ore 16 per la solita scopata e quando alle 17 in punto, stava finendo di rivestirsi, si
udì suonare il campanello, Elettra suppose con certezza che fosse proprio quella signora
che tanto le era piaciuta. Ursula dal citofono le chiese gentilmente di pazientare alcuni
minuti. Non appena Elettra uscì dal portone scorse di sottocchio Irma davanti la vetrina di
un negozio sul lato opposto della strada. Dato che Irma indossava una minigonna
alquanto aderente, Elettra intuì che Irma desiderava che Elettra le guardasse casualmente
un po' le cosce. Elettra si avviò verso lo scooter ma dopo una decina di passi si fermò per
cercare qualcosa nello zainetto; con la coda dell'occhio notò che la signora stava già
attraversando la strada e quindi attese che giungesse al portone e suonasse al citofono.
Non appena udì lo s**tto della serratura si girò e si diresse subito verso il portone. Irma
aveva già varcato la soglia ma accorgendosi che Elettra stava già citofonando, si fermò e
le chiese se dovesse entrare. Elettra la ringraziò gentilmente dicendo che doveva soltanto
citofonare. Ursula rispose subito ed Elettra disse : < Ursula scusa se ti disturbo; siccome
non trovo né l'archetto dei capelli né gli occhiali da sole nello zainetto penso averli
dimenticati sul tuo comodino. Dato che aspetti una visita non voglio disturbarti; volevo
dirti soltanto che me li riprenderò di ritorno dalla vacanza >. Elettra osò citare il
comodino in modo che Irma intuisse chiaramente di essersi intrattenuta nella camera da
letto di Ursula. A quel punto Irma, che tratteneva ancora aperto il portone, le disse :
“Signorina da parte mia può salire a riprenderli subito.” dato che Ursula la udì
perfettamente, aggiunse :
“Elettra sali pure; neanch'io ho nulla in contrario.”
“Grazie Ursula, salgo subito; apprezzo molto la gentilezza di questa signora e anche la
tua.” disse Elettra.
“Entri pure signorina.” le disse Irma con un dolce sorriso mentre spalancava il
portone.
“Lieta di conoscerla. Il mio nome è Irma ma non ha quella bella sfumatura mitologica
come quello suo.” le disse porgendole cortesemente la mano.
“Anch'io sono lieta di conoscerla ma non sono come quell'Elettra, figlia di
Agamennone, che ha ispirato tanti scrittori, registi e addirittura musicisti. Comunque
anche il suo è molto bello, infatti significa consacrata ad Irmin, antica divinità germanica
del cielo luminoso, e la caratteristica di questo nome è quella di rispecchiare un grande
fascino.” le disse Elettra stringendole delicatamente la mano.
“Non credo proprio di avere il fascino a cui si riferisce questo nome, comunque mi
congratulo per la sua istruzione.” le disse Irma alquanto soddisfatta.
“Si sbaglia di molto in quanto noto parecchio fascino in lei comunque conosco
l'etimologia del suo nome attraverso la letteratura di quest'ultimo anno al classico.”
ribatté Elettra lasciando così t****lare il suo interesse per Irma. Irma rimase alquanto
perplessa ma allo stesso tempo soddisfatta, e in tono distensivo, disse :
“Promossa indubbiamente a pieni voti !”
“Non proprio; ho ottenuto 55/60. Comunque la ringrazio per darmi l'opportunità di
riprendere i miei oggetti.”
Elettra si accorse che anche Irma, colma di desiderio, la stava divorando con gli occhi.
Affinché Elettra intuisse che anche lei era cliente di Ursula, osò dirle :
“Non deve assolutamente ringraziarmi; a me è capitato spesso di dimenticare foulard e
rossetto da Ursula. Dato che indossa le infradito vada pure avanti; i tacchi delle ciabatte
mi costringono a salire le scale lentamente.”
“Signora Irma sarà un piacere salire le scale assieme.”
La sola intuizione che fra pochi minuti Irma si sarebbe spogliata e distesa sullo stesso
letto dal quale lei si era alzata poco prima e che stesse per avere un amplesso con Ursula,
avevano fatto sì che Elettra tornasse nuovamente ad eccitarsi.
“Signorina Elettra, lei è troppo gentile ma avviamoci alle scale per non fare attendere
molto Ursula.” ribatté Irma presa dall'eccitazione di stare affianco ad una giovane e bella
lesbica come Elettra.
Giunte al pianerottolo della prima rampa videro Ursula appoggiata alla ringhiera.
Indossava lo stesso lungo e scollatissimo kimono rosso legato leggermente alla cintura col
quale aveva ricevuto Elettra. Grazie alla sua postura e all'apertura del kimono, ambedue
le intravidero parte delle tette e dei neri peli della figa che le fuoriuscivano dallo
striminzito slip bianco. Non appena salirono l'ultima rampa e le furono accanto, Ursula
consegnò ad Elettra occhiali e archetto.
“Intuisco che vi siete già presentate.” Ursula disse loro.
“Ursula è stato un vero piacere conoscere la signorina Elettra e dato che mi ha fatto
un'ottima impressione spero rivederla quanto prima.”
“Signora Irma anche per me è stato un vero piacere e vorrei avere l'occasione per
rivederci, purtroppo dopodomani andrò in vacanza a Cadiz, in Spagna, per una quindicina
di giorni. Potremmo darci del tu ?”
“Certamente Elettra, chiamami pure Irma. Anch'io vorrei tanto rivederti al tuo rientro.
Intanto ti auguro un buon divertimento per la tua vacanza.”
“Irma ci incontreremo senz'altro e intanto buon divertimento anche voi.” disse Elettra
congedandosi affettuosamente con un bacio con ciascuna di loro.
“Grazie Elettra, ci divertiremo senz'altro.” le disse Ursula.
“Ne sono certa Ursula.” le disse Elettra.
Elettra indirizzò istintivamente un morboso sguardo a quelle tette che poco prima
aveva leccato e succhiato ardentemente. Prima di accingersi a scendere le scale osò
fissare spudoratamente per qualche istante la scollatura e le cosce di Irma che tanto
desiderio le aveva destato; giunta al piano terra diresse nuovamente lo sguardo verso il
pianerottolo e vide Ursula allontanarsi mentre Irma, rimasta a guardarla, si alzò un po' la
minigonna e divaricò morbosamente le gambe. Elettra fece un passo indietro e dopo
essersi fermata qualche secondo ad osservare compiaciuta le cosce di Irma, le inviò un
bacio con le dita e subito dopo si diresse verso il portone. Non appena varcò la soglia del
portone vide una ragazza parlare attraverso il citofono. Si fermò un attimo per prendere
l'accendino e le sigarette che aveva nello zainetto e in quel momento udì la ragazza dire :
< mi dispiace tanto; mi risulta impossibile ripassare in quanto partirò proprio domani
mattina, la saluto >. Dato che Elettra notò un velo di tristezza negli occhi della ragazza,
non esitò a chiederle :
“Scusa tanto la mia indiscrezione; mi accorgo che guardi ancora il citofono immobile e
alquanto pensierosa. Hai qualche problema ? Stai bene ?”
“Nessun problema grazie, sto benissimo ?” rispose la ragazza.
“Scusami ancora, ma in questa palazzina abita soltanto una persona e non ho potuto
evitare di ascoltare le tue ultime parole che le hai rivolto al citofono. Posso esserti di
alcun aiuto ?”
A quelle parole la ragazza, presa da un'infondata vergogna, stava per arrossire in
quanto intuì che Elettra, conoscesse bene l'attività svolta da Ursula e che avesse già
scoperto il suo segretissimo lesbismo. Elettra guardandola teneramente cercando di
leggere i suoi pensieri, volle distrarla dicendole :
“Stavo accendendo una sigaretta, posso offrirtene una ?”
“Grazie per la gentilezza; sì, l'accetto con piacere.”
Il tenero sguardo e la serenità di Elettra fecero sì che la ragazza pensasse di potersi
esprime con una cauta disinvoltura e dopo aver esalato la prima boccata di fumo le chiese
timidamente :
“Scusa la domanda, eri con Ursula ?”
“Sì, sono una sua cliente e proprio in questo momento Ursula sta entrando in camera
con un'altra signora. Rilassati e fidati di me in quanto ho capito da subito che anche tu sei
lesbica come me.” rispose cercando di rompere sottilmente il ghiaccio.
A quelle parole la ragazza intuì ancora con più certezza, che poteva effettivamente
fidarsi di Elettra.
“Trovo qualcosa in te che mi spinge ad esserti più trasparente.”
Elettra le si accostò con un rassicurante e spontaneo sorriso intrappolando teneramente
la sua mano libera dalla sigaretta tra le sue.
“Mi fa molto piacere saperlo e se mi è possibile sarei lieta di aiutarti. Posso chiederti
intanto di allontanarci da questo portone ?”
“Certamente, allontaniamoci pure. Sono una turista argentina e mi sono trattenuta a
Firenze una dozzina di giorni ma ho preferito trascorre gli ultimi due giorni di vacanza qui
a Milano in quanto è la città più prossima all'aeroporto della Malpensa da dove, domattina
presto, partirò alla volta dell'Argentina. Approfittando la mia breve permanenza in questa
città e volendo farmi un'ultima scopata con un'italiana, ho scelto fra i tanti annunci
presenti sul giornaletto Secondamano, quello di Ursula, che oltre a rappresentarla in foto,
specificava che riceveva anche senza appuntamento. A malincuore sono stata costretta a
rifiutare la sua proposta di ritornare domani mattina dopo le ore 10 in quando oggi ha
impegni fino alle 21. Dato che intuisco che sei stata appena con lei, vorrei chiederti
cortesemente se potresti indirizzarmi verso qualche altra puttana lesbica in quanto ho
un'impellente bisogno di scopare.”
Ad Elettra piacque subito quella snella e bionda ragazza, dai lineamenti europei, un po'
più alta di lei e dai lunghi capelli; indossava un paio di blue jeans e una camicia bianca
alquanto corta che le lasciava trasparire il reggiseno nero nonché intravedere l'ombelico.
Visto che Elettra ne apprezzò anche la spontaneità e la sincerità, pensò bene dirle :
“In effetti ho appena scopato con Ursula e ti ha detto la verità; l'ho lasciata con una sua
cliente e in questo momento si accingono a scopare. Capisco perfettamente la tua
necessità di scopare ma se possiedi una mappa della città posso darti indicazioni precise
riguardo qualche puttana che frequento oltre Ursula. Ho sempre scelto meticolosamente
le puttane con cui scopare e nonostante mi trovi a mio agio con parecchie di loro
frequento Ursula più delle altre anche perché con lei ho subito instaurato un rapporto
amichevole. Purtroppo una delle puttane che conosco riceve a circa tre chilometri da qua.
Disponi per caso di un'automobile a noleggio ?”
“Sono a piedi e senza mappa ma chiamerò con un taxi. Alloggio presso l'albergo
Riboti, distante appena due isolati e poco prima della rondò. Vorrei che mi scusassi per
averti disturbata chiedendoti di aiutarmi per questa mia particolare esigenza senza
neanche essermi presentata; il mio nome è Estrella e sono lieta di conoscerti.”
“Anch'io sono lieta di averti conosciuta e di poterti aiutare; non hai affatto alcun
motivo di scusarti in quanto anch'io avrei agito come te. Mi chiamo Elettra ed hai un bel
nome, Estrella che in italiano è Stella.”
“Conosci forse lo spagnolo ?”
“Ho iniziato a studiarlo da sola alcuni mesi fa ma dato che dopodomani andrò in
vacanza a Cadiz, in Spagna, avrò modo di impararlo meglio. E' un piacere sapere che sei
argentina in quanto il prossimo anno vorrei andare in vacanza a Mendoza per conoscere
alcuni miei parenti che si sono stabiliti in quella città più di vent'anni fa. Tu in quale città
abiti ?”
“Ho 25 anni e sono nata a Cordoba da genitori italiani ma un anno fa mi sono trasferita
a Villa Nueva, una città vicinissima a Mendoza, in quanto dopo essermi laureata in
chimica ho trovato subito lavoro come ricercatrice in una azienda farmaceutica ubicata in
quella città.”
“Adesso capisco il motivo per cui ti esprimi tanto bene in italiano anche se lasci
t****lare chiaramente l'accento argentino che riecheggia dolcemente nelle mie orecchie.
Io ho vent'anni e alla fine del prossimo mese mi iscriverò alla facoltà di filosofia.
Purtroppo ho interrotto i miei studi al liceo per ben due anni a causa di vicissitudini tra i
miei genitori che alla fine hanno divorziato ed attualmente abito con mia madre. Ad
esserti sincera mi piaci molto e vorrei tanto essere tua amica.” disse Elettra.
“Elettra i problemi in famiglia sono frequenti; bisogna essere forti, concedersi del sano
menefreghismo e vivere la vita al meglio. Comunque anche tu mi piaci molto; da parte
mia l'amicizia è già sbocciata anche se in modo alquanto singolare. Avrò molto piacere di
incontrarti a Mendoza quando verrai il prossimo anno.”
“Sì Estrella, ci incontreremo senz'altro. Solitamente dopo aver scopato vado al bar per
rinfrescarmi con un thé e riprendermi un po' dall'eccitazione della scopata. Potrei offrirti
qualcosa e approfittare del tavolino per trascriverti gli indirizzi delle puttane che
frequento.”
“Scusami ancora Elettra per non essere stata io ad invitarti per prima. Suvvia,
andiamo.” disse Estrella.
Una volta accomodate presso un tavolino esterno del bar, Elettra estrasse un taccuino
dallo zainetto e trascrisse su un foglio indirizzi, recapiti telefonici e brevi descrizioni delle
puttane che frequentava.
“Tieni questo foglio e scegli in base ai tuoi gusti. Posso anche indicarti qualche zona
della città dove battono il marciapiede parecchie puttane che oltre con uomini vanno
anche con donne; ad esserti sincera non le frequento molto ma mi piace molto passare in
quelle zone con lo scooter e guardarle. Visto che sei a piedi non credo che possano
interessarti.”
Estrella lesse subito quel foglio e disse :
“Elettra, oltre ad essere molto chiara e precisa noto che abbiamo gli stessi gusti. Anche
a me piacciono le cinquantenni per la loro esperienza e le trentenni per la loro bellezza.”
disse Estrella mentre sorseggiavano il thé.
Intanto Elettra, parecchio eccitata, non riusciva a staccarle gli occhi dalle sue tette.
“Da quando ci siamo incontrate abbiamo parlato parecchio e ti confesso che con te mi
trovo a mio completo agio; data la mia timidezza non ho neanche un'amica con cui
confidarmi e scopare ed è proprio questo il motivo che mi spinge a sfogare le mie voglie
soltanto con le puttane e fra tutte quelle che conosco preferisco senz'altro Ursula.
Comunque quale puttana scegli fra queste che ho trascritto sul foglio ?” disse Elettra.
“Elettra anch'io noto che ci accomunano molte cose. Mi piace parlare apertamente con
te in quanto neanch'io ho un'amica a cui manifestare apertamente la mia bisessualità.
Vorrei chiederti se Ursula è veramente buona come appare nel suo foto annuncio e come ti
ha trattata.”
“Estrella posso dirti che è ha circa 44 anni, è molto fine, pulita, ha un corpo da favola,
non fa premura e per ciò che mi riguarda, mi ha sempre fatto godere molto. Mi dispiace
veramente che oggi non abbia avuto il tempo di riceverti. La prossima volta che tornerai
a Milano ti consiglio di telefonarle e fissare un appuntamento con lei in quanto sono certa
che non ne rimarrai affatto delusa.”
“Elettra ti ringrazio molto per questo suggerimento e anche per fornirmi questi
indirizzi che trovo parecchio interessanti e appetibili ma l'eccitazione che provo in questo
momento è tale che mi spinge ad osare indirizzare la mia scelta altrove.” le disse Estrella
guardandola fissa negli occhi.
Elettra intuì subito i pensieri di Estrella e per metterla a suo agio, le disse :
“Estrella fidati tranquillamente di me. Siamo due donne con gusti molto simili e idee
abbastanza chiare. Apriti ancora di più a me e dimmi senza alcun pudore né timore cosa
intendi dire per < indirizzare la mia scelta altrove > ?”
“Vedi Elettra, in realtà vorrei chiederti se esistesse la possibilità di ….. , beh .. di.”
A quel punto Elettra la interruppe e fattasi coraggio coprì la mano di Estrella con la sua
e completò la frase che Estrella aveva troncato, dicendo :
“Intendevi forse dire : < se esistesse la possibilità di andare letto assieme e farci una
bella scopata > ?”
“Sì Elettra, era proprio questo che intendevo dire. Noto con piacere che mi contempli
la camicia cercando di immaginare la costituzione delle mie tette che purtroppo sono un
po' più piccole delle tue. Ti trovo veramente bella e indubbiamente uno squisito
bocconcino tutto da gustare con calma a letto.”
“Per favore Estrella, trovo superfluo continuare a parlare in quanto sono già abbastanza
eccitata. In questi giorni mia madre si trova al mare con dei parenti e sono sola in casa.
Non sprechiamo più tempo, alziamoci e andiamo subito a scopare a casa mia o presso il
tuo albergo; per favore non indugiare molto in quanto non vedo l'ora di scopare con te.”
“Elettra grazie per aver letto i miei pensieri al volo. Non avrei mai pensato che la mia
permanenza a Milano culminasse tanto alla grande. Suvvia, rechiamoci subito a casa tua
e accoglimi nel tuo letto in quanto anch'io ho una voglia matta di leccarti tutta e scoparti.”
“Favoloso. Sono con lo scooter. Hai paura a sederti dietro di me ?” le chiese Elettra.
“Assolutamente no. Sarà ancora più eccitante abbracciarti fortemente da dietro e
baciarti la nuca.” le rispose Estrella eccitatissima.
Si avviarono quindi verso lo scooter e giunte a casa si recarono immediatamente in
camera da letto per sfogare la loro passione. Si alzarono solo per andare in cucina ed
improvvisare una cena ma dopo ripresero a fare score ardentemente. Verso le quattro del
mattino Elettra condusse Estrella all'albergo e dopo essersi cambiata gli indumenti,
chiamò un taxi per recarsi alla Malpensa. Si congedarono con lungo ed appassionato
bacio promettendosi di mantenersi in stretto contatto e di riabbracciarsi l'anno successivo
a Mendoza per intrattenersi piacevolmente e scopare nella sua casa a Villa Nueva.
A quel punto Erika, che aveva ascoltato attentamente Nadia, la interruppe
istintivamente dicendo :
“Nadia mi complimento ancora con te per essere riuscita a racimolare tanta preziosa
informazione in meno di un giorno. Mi lasci profondamente sbalordita e ad ogni
momento le tue parole mi procurano una gioia sempre più morbosa. Non immaginavo
affatto che Elettra fosse lesbica e riconosco che lo ha nascosto molto bene. Mi è sempre
piaciuta ma se lo avessi saputo le sarei saltata addosso da un bel po' di tempo. Quanto
prima la solleciterò ad aprirsi totalmente con me. Il desiderio coricarmi con lei è stato
sempre molto forte; per favore Nadia, scusami per averti interrotta ma continua pure a
parlare.”
“Erika mi fa piacere sapere che Elettra ti piaccia e sono certa che scoperete quanto
prima in quanto mi ha confessato che nonostante anche tu le piaci non ha mai osato
manifestarsi a te giacché non sa che sei lesbica. Irma mi ha telefonato circa un'ora fa per
informarmi che Elettra le aveva telefonato e riferito tutto riguardo il nostro incontro. Ho
intuito che Irma ne è rimasta compiaciuta ma deduco che ha una voglia matta di scopare
con noi visto che ha concluso la telefonata chiedendomi ancora una volta di contattarti e
porgerti i suoi saluti.”
“Nadia hai fatto bene a non parlare di me con Elettra, comunque più tardi telefonerò ad
Irma e le parlerò del mio ardente desiderio di coricarmi con lei quanto prima. Domani
dopo che avremo finito di scopare, le telefoneremo direttamente dalla tua stanza da letto e
concorderemo assieme l'appuntamento a casa sua.”
“Erika sappi che nonostante Irma mi abbia assicurato di non aver fatto riferimento a te
con Elettra, mi ha lasciato intendere che gradirebbe, prima o poi, l'inclusione di Elettra ad
una nostra orgia.”
“Certamente Nadia. Ne parleremo con Irma domani in quanto anche a me piacerebbe
fare una morbosissima sorpresa ad Elettra. Sarebbe bello che mentre voi due vi ritiraste a
scopare, io ed Elettra scopassimo in qualche altra stanza e che dopo mentre io scoperei
con Irma, tu facessi lo stesso con Elettra e concludere finalmente tutte assieme con una
bella orgia nella stanza da letto di Irma. Vedrai con quale veemenza mi scoperò Elettra.”
“Erika capisco la forte voglia che hai di scoparti Elettra ed applaudo questa tua
formidabile idea. Comunque Irma mi ha anche detto di aver sospettato che la mia intima
amica fosse Elettra e non tu; fu proprio questo il motivo per cui Irma rimase alquanto
perplessa quando pronunciai il tuo nome, Erika Tivoli. Irma aveva pronunciato con
discrezione soltanto le iniziali del nome, E e T, immaginando che si trattasse di Elettra
Talgini. Le sembrò anche molto strano che Elettra le avesse nascosto la sua intima
relazione con me ma adesso le è tutto chiaro.”
“Nadia, suppongo che le venne logico ed intuitivo pensare che voi due foste intime
amiche in quanto, avendo constatato che sei lesbica, si è ricordata che tu ed Elettra vi
eravate salutate troppo affettuosamente e rimaste abbracciate durante il vostro incontro nel
corridoio.”
“Erika anch'io sono certa che Irma abbia fatto questa erronea supposizione.”
“Nadia non pensarci più; quel che conta è sapere che Irma ed Elettra sono lesbiche e
che ce le possiamo scopare quando vogliamo.”
“Erika dimenticavo a dirti che dopo la telefonata di Irma ne ho ricevuto una di Elettra
per dirmi che aveva contattato Irma e parlato del nostro incontro; si rallegrò molto quando
le dissi che Irma mi aveva già telefonato. Non fu una telefonata lunga in quanto doveva
studiare e mi ha promesso di raccontarmi tutto più avanti.”
“Posso sapere cosa ti ha detto ?” le chiese Erika.
“Ha accennato qualcosa riguardo la sua vacanza a Cadiz dove si trattenne dieci giorni
in più del previsto sia per la bellezza di quei luoghi che per le svariate esperienze che ivi
ebbe. Non si dilungò molto in dettagli ma disse che, data la libertà di quei luoghi, le
venne molto facile battere il marciapiede e fare la puttana con uomini e donne da cui
trasse anche lauti guadagni. Rientrò a Milano giusto in tempo ad iscriversi all'università
e il corso del primo anno iniziò dopo appena due giorni. Casualmente la sua prima
lezione fu Logica 1; la professoressa Maseri entrò dal retro dell'aula e quando giunse alla
cattedra si girò. I loro sguardi si incrociarono inevitabilmente ed ambedue impallidirono
istintivamente. Ambedue non si erano più incontrate da due giorni prima che Elettra
partisse alla volta di Cadiz. Irma era troppo preoccupata e non riuscì ad eccellere nella
spiegazione. A fine lezione sostennero un rassicurante colloquio che le portò ad instaurare
un intimo e segretissimo rapporto.”
“Nadia, questo pomeriggio mi hai fornito delle preziosissime informazioni. Non mi
sarei aspettata tanto da Elettra e neanche osato immaginare che come me, anche lei avesse
battuto il marciapiede. Adesso ho ancora più voglia di scoparmela. Ho troppo bisogno di
sentire la sua voce; fra poco le telefonerò per parlare del più e del meno senza far alcun
riferimento a tutto ciò che mi hai raccontato. Ho troppa voglia di dedicarle un ditalino e
so che mi verrà difficile trattenere i miei gemiti mentre la ascolterò.”
“Erika sappi che anch'io mi sono sditalinata in continuazione mentre ero al telefono
con Irma e con Elettra. Come ben sai, anche in questo momento mi sto sditalinando
mentre parliamo.”
“Nadia, neanch'io riesco a togliermi le dita dal mio clitoride.”
“Erika lo so bene. Comunque all'inizio di questa telefonata hai detto che avevi alcune
cose da dirmi; posso sapere di che si tratta ?”
“Volevo dirti che quando hai tempo vorrei presentarti Serena, la nuova commessa di
mia zia.”
“Va bene Erika. Che tipo è ?”
“E' una trentenne genovese buonissima e ha un compagno col quale convive. Mi è
piaciuta molto e sono certa che piacerà parecchio anche a te. Vorrebbe conoscerti dato
che ho dovuto parlarle di te.”
“Avrai avuto qualche motivo per parlarle di me.”
“Nadia visto che abbiamo scopato nella stanza adiacente al camerino di prova nel
negozio di mia zia, ho dovuto dirle che ci amiamo. Posso garantirti che è molto attraente
e che ti piacerà senz'altro. Oltre ad avere un bel paio di cosce che sicuramente faranno
impazzire anche te, a letto sa comportarsi più che bene, infatti mi ha succhiato il clitoride
senza fermarsi e tanto bene che per poco non sono svenuta dal piacere che mi ha
procurato. Mi ha invitato a cenare a casa sua da sole fra una decina di giorni
approfittando che il suo compagno si assenterà alcuni giorni per motivi di lavoro. Serena
mi ha fatto capire che le piacerebbe coricarsi anche con te.”
“Erika ti ringrazio per avermelo detto. Visto che ti è sembrata tanto buona mi viene
già l'acquolina in bocca ed avrò molto piacere di conoscerla e scoparmela. Di che altro mi
volevi parlare ?”
“In realtà pensavo dirtelo domani ma forse è meglio adesso.”
“Sì Erika, non farmi aspettare, di che si tratta ?”
“Nadia oggi pomeriggio ho convinto mio cugino Dario a rompere il suo fidanzamento
con Ilda dato che mi ha confessato essere follemente innamorato di te.”
“Erika, questa è la migliore notizia che potevi darmi e mi rende molto felice. Non so
come ringraziarti. Come mai non si è manifestato prima ?”
“Soltanto perché non aveva il coraggio di rompere con Ilda e temeva un tuo eventuale
rifiuto. Considera Dario, sin da ora, come di tua proprietà. Fra qualche giorno ti
contatterà per manifestarti il suo incondizionato amore.”
“Erika, le tue parole mi procurano una grande felicità. Hai per caso qualche altra bella
notizia da darmi ?”
“Amore mio sono molto felice per voi due. Dovrei informarti riguardo una mia
esperienza di questo pomeriggio ma prometto parlartene domani. Concludiamo
comunque questa conversazione in quanto ho troppo bisogno di telefonare subito a Irma e
dopo ad Elettra. A domani amore e stammi bene.”
“Si amore mio, a domani. Mi congedo con una morbosa e lunga leccata al tuo clitoride
che domani non mi stancherò di succhiare.”
“Nadia anch'io lecco ardentemente il tuo. Domani ti procurerò raffiche di orgasmi.
Fino a che ora continuerai a studiare ?”
“Fino alle otto in quanto Bruno mi ha invitato a cena presso un ristorante giapponese.”
“Suppongo che concluderete la serata a letto ?”
“Indubbiamente Erika ma gli ho detto che all'uscita dal ristorante volevo che mi
portasse appena fuori dalla città e mi lasciasse sul bordo di una strada provinciale; che si
allontanasse di qualche chilometro con l'automobile e poi mi raggiungesse per abbordarmi
come si fa con una qualsiasi puttana da strada. Il mio desiderio è quello di farlo scendere
dall'auto e portarlo tra i cespugli per sbocchinargli il cazzo fino a farlo sborrare quindi
rientrare nell'automobile e andare a scopare nel suo appartamento. Sono sicura che
mentre scoperemo immaginerò di scopare con Dario.”
“Nadia hai avuto senz'altro un'eccitante idea e anche se non sei una puttana da strada,
sei fortemente incline al puttanesimo. Comunque stai pur tranquilla riguardo Dario in
quanto sono certa che scoperete a volontà e proprio come piace a te. Mi congedo
augurandoti un'ottima scopata con Bruno.”
“Grazie Erika ma come di consueto ci faremo più di una scopata. A domani.”
Non appena Erika riagganciò il telefono, chiese a Dario :
“Ti è piaciuto ascoltare la voce di Nadia ?”
“Sì Erika, moltissimo.”
“Dario visto che sono ancora tanto eccitata sarà bene concludere questo pomeriggio
con un'altra bella scopata approfittando che il tuo cazzo è ancora abbastanza duro. Dai,
scopami prima la figa e dopo inculami spietatamente in modo da procurarmi raffiche di
entusiasmanti e sublimi orgasmi.”
“Erika anch'io ho bisogno di scoparti. Allarga bene le cosce e accogli questo cazzo che
ancora brama sprofondare nella tua dolce ed accogliente figa; stringilo fortemente
affinché si senta pienamente protetto perlustrando accuratamente e intensamente la totalità
della tua figa e ne assapori ardentemente ogni sua recondita parte.”
“Ok Dario, affidamelo e lascialo accomodare comodamente nella mia affamata figa.”
---- F I N E ----
Published by eddaedda
3 years ago
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